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Pakistan: violazione diritti umani e stampa imbavagliata.
di Pino Scaccia
Diventato presidente con la forza, otto anni fa con colpo di stato militare, Musharraf cerca ora con lo stesso sistema di rimanere al potere. Dichiara  lo stato d’emergenza, fa circondare dalla polizia le sedi di televisioni e radio pubbliche e oscura le emittenti indipendenti. Sospesa anche la Costituzione. Ufficialmente decisioni, gravissime,  nate dal riacuttizarsi degli scontri al confine con l’Afghanistan, ma in realtà dettate dal timore del presidente del Pakistan di vedersi togliere la carica dalla Corte Suprema che la prossima settimana dovrà pronunciarsi sull’incompatibilità fra comandante delle forze armate e, appunto, quella di presidente appena riottenuta grazie a elezioni manovrate secondo l’opposizione. La prova è la destituzione proprio del presidente della Corte Suprema, la cui sede è ora sotto il controllo dell’esercito. Secondo alcune fonti sarebbe stato anche arrestato Aitzaz Ahsan, avvocato e leader dell’opposizione che aveva contestato la nuova elezione. Il Pakistan è in pieno caos e la situazione è molto preoccupante poiché il Paese ha un ruolo decisivo nello scacchiere mondiale. La mancanza di democrazia è evidente e sicuramente allarmante. Il Pakistan è stato infatti denunciato più volte da Amnesty per la violazione dei diritti umani, specificatamente sui bambini; la stampa è imbavagliata (quest’anno cinque giornalisti uccisi, due in prigione, al 157. posto su 168 nella libertà di espressione): pratica della pena di morte fra le più alte al mondo (82 condanne capitali nel 2007). In più, forse ospita al Qaeda e ha la bomba atomica. La situazione è così difficile che Benazir Bhutto, la donna della provvidenza per il popolo pakistano, ha deciso per ora di non rientrare. Per evitare, dicono i suoi amici, altre stragi.  (da Articolo21.info)


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