da
punto-informatico.it
Roma - Secondo il
Digital Radio Working Group, entro il 2020 in Gran Bretagna dovrà completarsi il
passaggio al digitale dell'intera offerta delle emittenti radiofoniche.
Il gruppo, che ha pubblicato un
rapporto sull'iniziativa, è l'organo creato dall'
OFCOM
e dal Governo proprio per coordinare il passaggio al digitale. Il suo
suggerimento è l'impiego di una scaletta cronologica seguendo la quale,
nell'arco del periodo compreso
tra il 2015 e il 2020, ogni emittente dovrà
spontaneamente obbligatoriamente spegnere i trasmettitori analogici e cedere il passo al
Digital Audio Broadcasting (
DAB).
Andrew Harrison, CEO di
RadioCentre (il "braccio industriale" delle emittenti commerciali britanniche), ha
spiegato al
Guardian
che "Il DRWG ha fatto un ottimo lavoro negli ultimi sei mesi ed è
un'ottima cosa disporre di questo rapporto che ci spinge al
cambiamento. Il rapporto delinea una mappa chiara e delle precise
collocazioni temporali per lo
switchover".
A
sospingere questa rivoluzione tecnologica ci sarebbero le vendite dei
radioricevitori DAB: secondo il quotidiano, alla fine di maggio 2008 in
Gran Bretagna avrebbero superato i 7 milioni, e il passaggio al digitale sarebbe visto come un benefit, sia per l'industria che per i radioascoltatori.
Non
solo: "Se tali obbiettivi debbono essere raggiunti, bisogna agire
subito e raccogliere le significative sfide che minacciano la futura
crescita del mercato. Ci dev'essere grande intesa per affrontare tali
sfide e ritengo che questo rapporto stimoli il dibattito sul come
raggiungere un futuro digitale", spiega ancora Harrison.

Ma non tutti sembrano animati da così fiammeggiante ottimismo: in special modo i consumatori,
racconta Engadget, non risultano granché entusiasti. Ad oggi solo il
17,2 per cento dei ricevitori britannici è DAB-compatibile, e le possibilità di trovare tali ricevitori in un'automobile sono appena
1 su 200. Senza contare l'invasione dei player MP3, che stanno scalzando a viva forza le autoradio dalle plance.
E in Italia? La principale emittente italiana, la RAI, parla della tecnologia DAB molto
a latere: lo fa nel sito specializzato
Raiway, dedicato alle risorse di telecomunicazioni dell'Azienda. Quanto alla
diffusione
del servizio, osservando la mappa che RAI stessa pubblica sul proprio
sito (riprodotta qui di lato), la copertura del servizio è
pittosto ridotta, specie se confrontata con
quella della BBC in Gran Bretagna.
Benché
Harrison sostenga che - in Gran Bretagna - i prezzi dei ricevitori
siano in calo e che l'industria abbia l'esempio del digitale terrestre
TV come modello di riferimento, eseguendo una semplice ricerca di
online shopping
- almeno in Italia - i prezzi sono ancora lontani dall'essere alla
portata di tutti. Nel Belpaese, dunque, gli interessi che ruotano
attorno al mercato del
Digital Audio Broadcasting sono ancora troppo soffocati da quelli prettamente analogici.