HomeSkip Navigation LinksHOME PAGE » K - Radio » Pubblicità, lo spot in radio cambia regole
Pubblicità, lo spot in radio cambia regole
radioda panorama.it

Le radio italiane si sintonizzano sulla qualità. Non riducendo le pause pubblicitarie, ma distribuendole meglio. E con la certificazione dell’emissione.
Sono solo due delle regole contenute nell’accordo sottoscritto dalle maggiori radio pubbliche e private italiane che rappresentano il 70 per cento degli ascolti quotidiani. A firmare il «gentlemen’s agreement» sono state Rai, Rtl 102,5, Radio Dimensione Suono, R101, Radio 24, Radio Kiss Kiss e Radio Italia Solo musica italiana e le relative concessionarie pubblicitarie.
“La legge stabilisce il livello degli affollamenti pubblicitari radiofonici” spiega Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente dell’Upa, che riunisce le aziende che fanno pubblicità, “ora questa intesa stabilisce come questo affollamento deve essere distribuito”. Per esempio: nessun break all’interno dell’ora standard può contenere più di 10 spot aziendali sulle reti Rai e 12 sulle emittenti private nazionali; gli spot delle aziende dello stesso settore merceologico non devono essere trasmessi in modo consecutivo; un sistema di controllo vigilerà non solo sul rispetto della legge, che prevede un affollamento massimo di pubblicità del 18 per cento per le emittenti nazionali e del 12 per cento per la Rai, ma anche sul rispetto dell’accordo appena firmato e che entrerà in vigore il 1° gennaio 2008.

“Il settore certamente ne avrà un beneficio” prevede Sassoli de Bianchi “poiché eviterà che le persone si allontanino dalla radio a causa di una messa in onda non disciplinata degli spot. E, anche per questo, come investitori pubblicitari ci attendiamo una crescita ancora maggiore del mezzo. Se tra i firmatari qualcuno dovesse, per esempio, trasmettere uno spot in più di quanto stabilito, l’azienda che ha commissionato lo spot avrebbe la possibilità di recuperarlo, cioè di vederlo ritrasmesso”.
Dal punto di vista delle radio l’intesa dovrebbe rappresentare un passo verso una crescita del mercato, che oggi vale oltre 600 milioni di euro di fatturato e 38 milioni di persone sintonizzate ogni giorno. A ciò si aggiunge la presenza in radio di grossi nomi dello spettacolo sulle sue frequenze.
In cambio di maggiore qualità le emittenti si aspettano che la pubblicità faccia affluire sulle radio maggiori investimenti. L’intesa è anche un passo per stabilire chi, all’interno di un settore ipercompetitivo, rispetta non solo le regole ma anche il buon gusto. (Marco Cobianchi)


Link permanente | commenta questo post | leggi tutti i Commenti (0)