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LA PREISTORIA DELLA TV
Studio Televisivoda RAI - Informazione
Messa in Onda : questa sera - 23:35 - RAITRE

La tv ha una preistoria: in Italia come in gran parte del mondo i primi programmi tv rivolti al pubblico datano alla fine degli anni Trenta e furono interrotti a causa della guerra.
E' una vicenda in gran parte dimenticata. Una storia che Gregorio Paolini fa rivivere per la prima volta, venerdi' 28 dicembre alle 23,35 su Raitre, in un documentario dal titolo LA PREISTORIA DELLA TV, attingendo a fonti finora inedite e alla testimonianza dei sopravvissuti, tra cui Lidia Pasqualini, l'annunciatrice della tv dell'Eiar nel 1939.
Storici della comunicazione, studiosi e protagonisti della tv del dopoguerra, tra cui Sergio Zavoli, Franco Monteleone, Nicoletta Orsomando e tanti altri raccontano per la prima volta il passaggio storico dai primi esperimenti durante il regime fascista alla costruzione della tv pubblica della giovane democrazia italiana, all'inizio degli anni '50 del secolo scorso.
La televisione non è nata nel 1954. Negli anni '20 l'inglese John Logie Baird sviluppa gli esperimenti di tv meccanica sulla base del disco di Nipkov; all'inizio degli anni '30 le ricerche sulla tv elettronica si avvicinano alla soluzione; nel 1936 iniziano le trasmissioni televisive regolari della BBC, da Berlino va in onda la tv nazista, negli Stati Uniti la RCA di David Sarnoff è pronta per trasmettere nelle grandi città dell'Est.
E in Italia? Sia pure con pochi mezzi anche l'Eiar, dopo i primi esperimenti diretti dal professor Alessandro Banfi, inizia a costruire i suoi studi sperimentali a Torino, a Milano e a Roma: il regime, sull'esempio tedesco, comincia a interessarsi alla televisione. Il 1939 è l'anno chiave. In Germania, Inghilterra, Francia, Giappone e Stati Uniti la televisione sta decollando. A Roma, dal piccolo studio al quarto piano di via Asiago i tecnici dell'Eiar trasmettono spettacoli comici e musicali che vengono irradiati dal trasmettitore di Monte Mario. Nei negozi del centro e al Villaggio Balneare al Circo Massimo i primi televisori funzionanti richiamano una folla di curiosi. Un apparecchio televisivo viene montato a Palazzo Venezia, uno a Villa Torlonia, la residenza di Mussolini. A Torino e a Milano proseguono le sperimentazioni, da studi di fortuna approntati nelle immediate vicinanze dei trasmettitori. E' un periodo di entusiasmo per i tecnici, di scetticismo e di incredulità per la gente dello spettacolo, di curiosità da parte del regime. Cosa sarebbe successo se fascismo e nazismo avessero potuto utilizzare estesamente, negli anni successivi, il potere della televisione? E' una domanda che non può avere risposta.
A fine maggio la tv italiana chiude: già l'anno precedente la guerra aveva determinato la sospensione delle trasmissioni televisive da Londra. Così avverrà in tutto il mondo. Tranne nella Germania nazista, dove ancora per qualche tempo gli studi televisivi verranno potenziati e destinati a programmi per le truppe.
Si riparlerà di televisione, in tutto il mondo, al termine dei terribili anni della guerra. Gli Stati Uniti, forti anche delle tecnologie sviluppate durante il conflitto, saranno i primi a costruire reti di emittenti diffuse in tutta la nazione. In Italia l'Eiar diventa Rai, cambiano i dirigenti, e alla fine degli anni '40 si riaffaccia il progetto di una televisione nazionale.
Inizia il periodo pionieristico – forse oggi si può spendere l'aggettivo "eroico" - del dopoguerra, con le sperimentazioni di Milano e Torino, i primi telegiornali e le Domeniche sportive.
Nasce l' ipotesi di una rete di ripetitori che risolva, senza affrontare subito gli enormi costi della posa di un cavo coassiale tra Roma e Milano, il problema di offrire una televisione nazionale.
E il 3 gennaio del 1954 iniziano le trasmissioni regolari. Ma qui inizia – ovviamente – un'altra storia.
Radiovisione, la preistoria della tv presenta, tra l'altro, le immagini della tv meccanica del 1933, recuperate digitalmente dallo studioso inglese Donald McLean dai dischi Phonovision; le immagini e le testimonianze della prima annunciatrice e del cameraman della "tv di Mussolini"; sequenze inedite della costruzione della rete televisiva della Rai e dei primissimi programmi sperimentali della tv del dopoguerra ritrovate da Rai Teche per questo documentario.
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