Quelli che quella volta a Verona Enrico Ameri aspettò apposta
cinque secondi prima di dire il risultato del primo tempo e poi lo
disse e i milanisti non la presero bene. Quelli che non è vero.
Quelli che Ameri e Ciotti si insultarono fuori onda senza sapere di
essere in onda. Quelli che il campo per destinazione. Quelli che la
ventilazione è inapprezzabile e che certi cognomi li possono avere
solo i guardalinee, quelli che Luzzi interrompeva per dare
risultati inutili e quelli che chissà chi ha detto Clamoroso al
Cibali.
Quelli di Tutto il calcio minuto per minuto, insomma, che domenica
festeggia il mezzo secolo impetuoso di vita, concentrando in questi
giorni un'attenzione fatalmente svanita dall'avvento della tv sulle
partite in diretta. Perché è meglio non girarci intorno, Tutto il
calcio è Scusa Ameri e il liquore ad alto potenziale nel quale si
veniva invitati ad annegare alla fine per gioia o disperazione (e
se ha pareggiato? Comunque Stock. Roba da alcolisti anonimi). Il
ricordo, insomma. Così come si potrà ricordare e partecipare ancora
di più da oggi su Repubblica. it riascoltando le voci storiche del
programma o lasciando una testimonianza attiva. Così come è
raccontato con grande ricchezza in uno speciale in onda in questi
giorni su RaiStoria, non solo le voci ma anche i volti, di allora e
oggi: con la tv si può, è più forte e non ce n'è.
Un'epopea tracciata dal predominio della radio e fondata, questo è
il bello, sull'esclusione, sul nascondere: addirittura, per paura
che i tifosi si impigrissero troppo e non andassero allo stadio, su
anni e anni di primi tempi segreti, non trasmessi, si partiva
dall'intervallo. Fino alla tv, una partita per intero, poi due, poi
tutte e anche di più. Pouf, l'incanto che svanisce. Qualche anno fa
un addetto ai lavori si lasciò sfuggire che ormai Tutto il calcio
lo si ascoltava solo in automobile. Venne sommerso dalle grida
indignate dei radiocronisti di oggi. Pochi mesi fa, uno di quelli
che gridarono indignati disse una cosa del genere: "Noi comunque
oggi siamo al servizio del pubblico in mobilità". E' la stessa
cosa, ma suona meglio. La realtà è meglio impattarla subito. Per
scoprire poi quale sia il vero valore superstite: Tutto il calcio,
oggi, soffre soprattutto la disattenzione totale degli addetti ai
lavori e degli iper-appassionati, tutti ovviamente assiepati
davanti alle tv e alle Diretta Gol. Ma significa che fa il pieno,
Tutto il calcio, degli esclusi a vario titolo, vero servizio
pubblico, vero aiuto e consolazione, magari per qualcuno
un'abitudine quasi snob. Un motivo in più per continuare a volergli
bene, ognuno coltivando intatto il ricordo migliore, seminato nel
campo per destinazione e dintorni.