
da altrenotizie.org
La Terza sezione penale della Cassazione ha annullato le sentenze di
appello che avevano archiviato lo scorso giugno il caso giudiziario
italiano più clamoroso in materia di elettrosmog, quello intentato
contro Radio Vaticana. L'emittente d'oltretevere è stata accusata per
molti anni per i suoi impianti situati tra Roma e Bracciano, nella zona
di Cesano ed Anguillara, un'area che secondo numerosi abitanti, ed
anche secondo molte misurazioni effettuate sul territorio, è sottoposta
ad inquinamento elettromagnetico provocato proprio dagli impianti,
dotati di particolare potenza per quanto riguarda le emissioni di onde
elettromagnetiche. La Corte d'Appello di Roma lo scorso giugno aveva
assolto padre Pasquale Borgomeo, direttore dell'emittente, e padre
Roberto Tucci, presidente del comitato di gestione della Radio
Vaticana. Secondo la Cassazione, però, l'assoluzione non è legittima e
dunque il caso va riportato alla Corte d'Appello, con l'indicazione
della validità dei ricorsi presentati dalle parti civili che si erano
costituite, nonché dalla Procura generale di Roma.
A latere di questo caso, comunque, procede un altro filone di
inchiesta che riguarda l'area di Cesano e La Storta: secondo l'accusa,
le emissioni di Radio Vaticana, così come quelle di un impianto della
Marina Militare, sarebbero alla base dell'alta incidenza di leucemie
letali riscontrate nella zona. Anche in questo secondo caso sono
indagati Borgomeo e Tucci insieme ad altri responsabili dell'emittente
vaticana. Sotto indagine anche i responsabili degli impianti della
Marina tirati in ballo dalle parti civili.
Come risposta, mostrando poco rispetto per la magistratura italiana,
Radio Vaticana commenta in modo critico la sentenza della Corte di
Cassazione, "Rimandando una valutazione più approfondita della
decisione della Suprema Corte alla pubblicazione delle motivazioni
della sentenza", si legge in un comunicato diffuso dalla radio, "la
Direzione della Radio esprime rincrescimento per questa decisione, che
si inserisce all'interno di una vicenda processale lunga e tormentata e
che ha visto l'Emittente pontificia oggetto di accuse ingiuste". "La
Radio Vaticana", si legge ancora, "si propone comunque di far valere le
proprie ragioni nelle prossime fasi del giudizio, tramite i propri
difensori. Dal 2001, poi, in seguito all'accordo con il Governo
italiano, Radio Vaticana rispetta attentamente i limiti previsti dalla
sopravvenuta legislazione italiana, come dimostrano le misurazioni
svolte dalle istituzioni pubbliche italiane più competenti e attrezzate
in materia". Questo nonostante la radio si senta anche nei citofoni.
Ora dovrà celebrarsi l'appello bis. I due prelati, in primo grado,
erano stati condannati a 10 giorni di arresto perché le emissioni delle
onde elettromagnetiche degli impianti trasmittenti erano state
equiparate a quelle del "getto pericoloso di cose", un reato previsto
dal nostro Codice penale, a differenza dell'emissione elettromagnetica
pericolosa, che non esiste come reato. Poi l'assoluzione al primo
processo d'appello, ed ora la questione si riapre. Certamente anche nel
nuovo processo il Vaticano rivendicherà l'extraterritorialità dei suoi
empianti di emissione, al fine di continuare a godere dell'immunità su
tutto ciò che fa.
Se vi fosse anche solo un minimo dubbio, sulla nocività delle emissioni
elettromagnetiche, allora per principio di cautela dovrebbe essere un
obbligo morale eliminare la fonte di pericoli. Nonostante questo, il
Vaticano insiste, e probabilmente il contenzioso durerà nel tempo,
ancora per molto. Inoltre, alla luce di studi e test scientifici
recenti, si sta dimostrando sempre di più come l'elettrosmog sia
veramente nocivo per la salute.
La soluzione semplice sarebbe spostare i tralicci con i ripetitori in
un'altra località, più lontana dalle zone abitate, ma sarebbe
un'operazione dai costi non indifferenti. Anche se sarebbe ripagata in
serenità con la popolazione, la Chiesa non ci sta, e per un interesse
di bottega, per un risparmio economico, continua a mantenere le proprie
posizioni, comportandosi quindi più da azienda che da istituzione
religiosa, istituzione che spesso anche in modo invadente si batte per
la vita e contro l'aborto, ma fa finta di nulla davanti a statistiche
che dimostrano come i casi di leucemia intorno alle vaticana siano
molto superiori alla media.
Tra gli abitanti di Cesano, nascono nuove speranze dopo la sentenza
della Cassazione. La gente chiede giustizia, ma una giustizia fatta non
a parole dai pulpiti delle chiese ma attraverso sentenze nei tribunali
italiani.