RADIO", VALORE USURPATO SUL WEB: ESSERE VIVENTE O... SOLO "JUKE-BOX

da astorri.it
Comincio il breve racconto di una mia
esplorazione WEB qualificandomi subito come un “pirata d'ascolto” con
indirizzo IP statunitense, solo US $ 57,00 all'anno, la finestra più
economica ma non legale su tutto l'audio digitale made in the U.S.A.;
ovviamente sono mosso solo dal desiderio di sentire le novità, di
riflettere sull'innovazione, di analizzare i trends ma anche di superare
i limiti geografici degli stranissimi “licensing” dell'industria
discografica che limitano l'ascolto radiofonico anche del solo
simulcasting AM/FM sul WEB al di fuori del Paese di origine. Internet
per la discografia è evidentemente un brutto mostro, non un'opportunità,
come è assai evidente. Mi imbatto in "PANDORA", uno dei siti più
cliccati e più discussi, perfettamente legale negli U.S.A. ma non
accessibile dall'Italia.
“PANDORA” si promuove con una formula
che non lascia alcun dubbio, “Internet Radio”; mi aspetto dunque una
“cosa calda”, il “contatto con il mondo”, come la parola “radio”
inequivocabilmente suggerisce ai suoi ascoltatori. E invece... mi si
propone di realizzare una “radio” cominciando con lo scegliere un
artista. Inusuale. Mah, proviamoci. Uno dei miei preferiti è “Alexander
O'Neal”, lo scelgo e mi viene proposto il brano “The Lovers” che
rappresenta la “media” dell'artista. Barcollo nel comprendere come
un'artista possa avere un brano “medio” nel suo repertorio ma non
formalizziamoci, siamo nel 2010, orbene. Benissimo, infatti, bel brano!
Ora mi si propone il brano successivo, un singolo della “S.O.S. Band”;
carino, non proprio un hit, ma accettabile. Facile l'accostamento: il
link è nei produttori Jimmy Jam e Terry Lewis. Mi viene il sospetto che
sia capace anch'io di fare “PANDORA” così... Dopo il 2° brano capisco
infatti che la mia radio è solo una sequenza di proposte del sistema che
posso accettare o rifiutare. Continuiamo con ordine: 7 brani che non
hanno davvero nulla, ma proprio nulla, a che vedere con i suoni, con i
generi o con i mondi dei primi 2 splendidi motivi vengono da me scartati
pensando di poter scegliere decisamente meglio e ancora altro. Errato.
Un annuncio di “PANDORA” mi spiega, solo dopo averlo già fatto, che non
posso scartare più di 7 brani l'ora per motivi di licensing discografico
e che pertanto la mia creazione della emittente “radio” generata
partendo da Alexander O'Neal è al momento interrotta. Può essere ripresa
dopo, 30 minuti circa, quando il limite orario sarà azzerato. C'è però
la soluzione. Se vuoi, ti viene suggerito, apri subito un'altra “radio”
così puoi “sdraiare” (come dice il mio amico Giuliano Gomez) altri 7
brani l'ora anche sulla tua nuova emittente. E dire che ci si scomoda ad
accostare la parola “futuro” a “PANDORA”. Come mai?!? Speriamo che non
sia il “futuro”, mi sembra la visita guidata al cimitero degli elefanti!
Eppure... non può essere così, diamine... Ne parla il mondo di
“PANDORA”. Proviamo con le “sue” Internet “radio” specificamente
segnalate, non create dagli utenti, proprio le sue. Forza “PANDORA”!
Macché... Meri “juke-box” senza emozione, con senso di esplorazione
pressoché inesistente. E questa sarebbe la magia della “radio” sul WEB?
Non scherziamo.
Ripenso a tutti i miei 30 minuti di esperienza su “PANDORA” e se mi
avessero proposto “juke-box your music” o concetti del genere anziché
“internet radio”, forse, mi sarei sentito meno preso in giro e sarei
meno deluso anche se la decisione di non tornarci non sarebbe
probabilmente mutata. Non è una semplice questione filologica, di
significato delle parole, della parola “radio” in particolare, è
questione di funzione, di coerenza e di certezza di funzione. Quella di
“PANDORA” non è affatto “radio”, solo proposta di brani lungo un
percorso certamente assai arbitrario. Un gioco? Forse. Non di più.
Capisco tuttavia come “PANDORA” abbia bisogno, come dell'aria, di
importare la parola “radio” per superare la noia assoluta e la freddezza
glaciale della sua proposta. Ma... è “giusto”?!? Si può usare la parola
“radio” in modo così biecamente strumentale? Proviamo a fare un po' di
chiarezza, ad esempio un po' di sano “Glossario”?
“RADIO”: la forma di comunicazione tra una stazione ed un individuo. Il
presupposto è che la stazione abbia una identità e una stationality,
dunque una personalità di offerta al pubblico. La radio è rigorosamente
un essere vivente. Siete d'accordo con questa definizione di “radio”?
Quanti semplici STREAMING ON-LINE sono “venduti” come “radio” sul WEB,
come "PANDORA"? Tutti e davvero troppo spesso. Se si pensa che i
semplici STREAMING ON-LINE, che sono così frequentemente solo dei
“JUKE-BOX” per la “auto-programmazione” dell'individuo (altra funzione,
rispettabile, ma altra funzione), possano battere la “radio”, così come
spesso si legge, allora la FM è davvero eterna.
Non è questione di banda di frequenza o di audio digitale, la radio è e
sarà “il teatro della mente”.