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L'immaginazione non va al potere: il voto ai tempi del grigiore.

In una campagna elettorale piatta e noiosa, fatta di claim già sentiti e dei soliti faccioni di politici entusiasti, ammiccanti e sorridenti che se ne stanno spalmati lungo le vie delle nostre città, la prima cosa che ti viene in mente quando Sinistra Arcobaleno ti chiama a "inventarti qualcosa per il web" è il grigio.

sinistra arcobaleno
Il grigiore.
A giudicare dall'appiattimento e dal conformismo imperante delle proposte politiche nostrane e dei visual (da essi evocati) si potrebbe quasi coniare un un termine da sociologismo pret a porter: desaturazione degli scenari
Un grigiore che investe sia il livello della proposta politica (non a caso PD e PDL hanno deciso di sgombrare il campo dalle questioni etiche e dalla capacità di immaginare sistemi alternativi), sia l'apporto della creatività e del design alla politica. Parliamoci chiaro, scindiamo i ruoli: in questo caso nasce prima la gallina e poi l'uovo. Viene prima il politico e poi il suo "comunicatore" (la categoria va difesa).
La cosa più sconvolgente è che - per un creativo - la politica dovrebbe essere (sottolineo il condizionale) il terreno simbolico e semiotico più invitante.
Di certo meglio che inventarsi una filosofia per pubblicizzare un frigorifero o un assorbente. Insomma, si parla di Polis, di temi come aborto, guerra, economia, diritti. E', per eccellenza, l'arte di immaginare mondi possibili.

Berlusconi ha smesso di fare e prospettare miracoli, non è più l'unto dal Signore, non ha tempestato le vie delle nostre città con i tanti manifesti e i tanti slogan delle scorse elezioni. Si è limitato a proporre un unico visual: un bannerone con sù scritto "Italia, rialzati!". Una matita che traccia una croce sul simbolo. Quanto di più vecchio (o forse immediato) potesse pensare il gotha dei pubblicitari mobilitati.

Il PD è partito in anticipo e l'immagine generale della campagna veltroniana poteva pure starci: grafica pulita, alla "tedesca" (come faceva notare un nostro cliente qualche giorno fa). Veltroni ha scelto la "via obamiana all'evento", ha iniziato a comunicare da leader mediatico, ha cancellato Prodi e creato una scenografia cinematografica al suo tour. Ha cercato di recuperare quel distacco di 7/8 punti percentuali che lo divideva dai Popolani della Libertà, giocando sullo stesso tasto con cui Berlusconi prospettava il miracolo italiano. Un miracolo che "si può fare". 
Sensazione non molto diversa dal "meno male che SIlvio c'è"

L'idea bertinottiana e dei suoi creativi di insistere sulla mobilitazione "di parte" è stata - a mio avviso - il meglio che si sia visto in giro (insieme al logo dell'UDC resturato in chiave moderna). Sia chiaro che non è una dichiarazione di voto: rientro fortunatamente nella categoria degli "indecisi decisivi".  
Il visual suddiviso a metà mi è piaciuto. Un po' meno la scelta del nero che troppo banalmente evoca tutto ciò che è cattivo (anche per gli antagonisti cattolici).
Ci sarebbe stato bene il grigio, insomma.
Quello che attanaglia le vite di chi non sa se/quando e quanto avrà di pensione, se arriverà a fine mese, se gli conviene accollarsi un mutuo di 30 anni a tassi da usura per andare a vivere con una madama altrettanto precaria o cercare di sedurre il gioielliere sotto casa.
Il grigiore delle tangenziali e di certi quartieri metropolitani espressivi come lavatrice bulgara.
E' quello che abbiamo provato a rendere in tempi record con le clip ispirate ai personaggi dei kartoon. Un grazie particolare va a Davide Colella (Coleeeera) che - tra una birra Ichnusa e una pizza diavola senza capperi - si è occupato, con commovente zelo, del sound design.

Il "ma anche" veltroniano (ormai entrato nel vocabolario nazionale) è nostra inevitabile citazione del Supremo Disegnator Disegni.

PS: tra tutte le cose viste on line in questi mesi, questo video merita.

 
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