Deve solo definire meglio i dettagli dell'innesco, ma su Internet si trova l'indispensabile: paghi con Paypal e ti arriva tutto a casa, spedito da un anonimo corriere di Kabul. O forse, per farlo esplodere definitivamente in una pozza di meraviglia, basterà un editoriale di Sallusti, una dichiarazione di Scilipoti, 30 secondi di Emilio Fede.
Solomon Racciatti è con lui.
Hanno condiviso lo stesso banco al liceo, le stesse letture di Max Stirner e Gianni Rodari.
Sono complici e lui lavora alla Sicurezza Parlamentare.
Gli aprirà le porte. Lo vedrà lanciarsi come un kamikaze contro la seduta plenaria. Dare un senso all'innesco ed esplodere così in mille brandelli di ciccia, adipe e putride feci.
Urlerà qualcosa di intraducibile, mentre nella deflagrazione tutto l'emiciclo s'inonderà di budella.
Ci saranno una decina di vittime, le più importanti.
Alcuni parlamentari perderanno occhi, a causa di intere confezioni di kinder cereali mai digerite.
Alcune deputate dovranno per sempre dire addio ai loro tailleur di Cenci.
Il Palazzo sarà chiuso per un semestre.
La dittà che si occuperà di ritinteggiare tutto chiederà una cifra pari al Pil del Nicaragua.
Una lapide di marmo, nello scantinato del Bar della Marina, ricorderà per sempre Lester, amico e martire.
Solomon sarà licenziato e sconterà 2 anni in una clinica sulla Cassia.
Una volta uscito si innamorerà di una podologa di Vasto e vivrà dalle parti di Celenza sul Trigno, felice e contento.
Suo figlio si chiamerà Lester Libero Imodium e forse non avrà mai la pensione.