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Libero Web, un altro passo indietro


Giusto pochi giorni fa quelli di Reporter senza frontiere – sicuramente dei comunisti e dei fabbricanti di odio – hanno pubblicato il loro rapporto 2010 sulla libertà di stampa, che vede il Belpaese al 49° posto insieme al Burkina Faso, parecchie posizioni dopo il Ghana e il Mali.

Evidentemente non soddisfatti del piazzamento – in fondo siamo ancora sopra la Mongolia e il Malawi – quelli dell’Agcom ieri hanno pensato bene di imporre una serie di nuovi obblighi e di nuove tasse per chi fa radio e video on line.

Le web radio dovranno fare una ‘dichiarazione di inizio attività’ e pagare un ‘costo di autorizzazione’ (!) di 750 euro. Il doppio per le web tv con palinsesto.
Il tutto è frutto del decreto Romani, una delle ultime porcate dell’ex viceministro berlusconiano prima di essere promosso allo Sviluppo.

Insomma, con una mano il governo fa credere in giro di aver liberalizzato il WiFi, e purtroppo è una balla. Con l’altra mano, soffoca l’emissione audio e video via web, e purtroppo non è una balla.

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