
da
lastampa.itPochi sanno che Giovannino Guareschi (1908-1968), l’autore di Don
Camillo e Peppone, è stato anche un vignettista satirico, un fotografo,
un umorista, un fondatore di giornali, uno sceneggiatore, un autore di
teatro, un polemista politico, un illustratore, un autore di pubblicità
per caroselli, un paroliere per canzoni e, non meno importante, un
autore radiofonico.
Guareschi e la radio, Milano 1947-1949, a cura di Alberto e
Carlotta Guareschi raccoglie il lavoro di Giovannino alla radio nel
dopoguerra, con i ventinove processi di «Signori, entra la corte», con
il verdetto lasciato ai lettori, e «Caccia ai ricordi», un programma
dove l’autore, invitava ad indovinare l’anno di cui si parlava con
indizi e notizie raccolte dalla Domenica del Corriere. Entrambi erano
nati per campagne pubblicitarie, la prima per le pastiglie per la gola
«Resoldor» della ditta Gazzoni di Bologna, l’altra, per il
Calzaturificio di Varese. Un aspetto, questo della committenza
pubblicitaria assolutamente nuovo e da studiare nel lavoro letterario
del Novecento.
Negli Anni Trenta, durante il fascismo, la radio si diffonde
capillarmente, entrando nelle case di quasi tutte le famiglie italiane.
Il nuovo media attira gli umoristi: Cesare Zavattini e Carlo Manzoni,
Marcello Marchesi, Vittorio Metz e non ultimo il giovane Federico
Fellini scrivono radiodrammi, monologhi e sketch umoristici. Sono
questi scrittori, non considerati dalle storie della letteratura
ufficiale, i veri figli del futurismo, quelli che utilizzano e lavorano
con la radio, il cinema e la televisione, i giornali, i fumetti, le
storie illustrate, esplorando le potenzialità narrative dei nuovi mezzi
di comunicazione popolare, uscendo dai generi tradizionali del racconto
e del romanzo per inventarsi forme e strategie nuove di racconto, anche
illustrato, prima di allora impensabili: valga come esempio il
radiodramma o il soggetto e la sceneggiatura per il cinema.
Il lavoro di Giovannino prima della guerra è volto al varietà, alla
commedia, al racconto umoristico leggero, con programmi come «Dimmi il
tuo nome» con lezioni sull’onomastica, e «Grattacielo n.15», un
programma comico dove ogni puntata è ambientata in un piano di un
grattacielo. Dopo due anni di lager, dove lavorò anche alla radio B90
con programmi umoristici per gli internati, Giovannino torna a Milano e
qui lavora tra il 1947 e il 1949 ai radioprocessi che attireranno
perfino l’interesse della Bbc per una traduzione e trasmissione presso
la radio inglese, anticipando «Forum», il processo televisivo con tanto
di pubblico votante in sala.
Il periodo che va dal 1947 al 1949 è quello che precede le prime
elezioni del 1948 e segue il primo governo democratico, nel clima
turbolento e fratricida del dopoguerra: protagonisti dei processi
radiofonici sono i reduci, i borsari neri, la nuova criminalità. La
seconda serie dei processi avrà invece un taglio più «giallo». Il
successo fu enorme, non senza polemiche, poiché mancarono i commenti
alle scelte dei lettori. Sotto la veste umoristica e processuale
Giovannino invitava gli italiani a riflettere su problemi morali di
un’Italia che usciva dalle macerie della guerra con intelligenza,
toccando il cuore degli ascoltatori.
I titoli sono suggestivi: La bicicletta impegnata, Il delitto di
Mezzafaccia, Un morto resuscitato. Nella serie della «Caccia ai
ricordi» troveremo protagonisti la famiglia di Giovannino, con la
Margherita del Corrierino delle famiglie, la più grande saga letteraria
di una famiglia italiana raccontata settimanalmente dal 1937 al 1968.
La radio è un capitolo appassionante del lavoro poetico di Giovannino,
e non deve essere disgiunto ma integrato al resto del suo complesso
progetto letterario, in un’idea di continuità di modi e forme che
coinvolgono il suo lavoro di umorista e di narratore, specialmente nel
lavoro di sceneggiatore per il cinema. Le opere della radio hanno
un’ideale continuità di modi e forme con i racconti che escono a
puntate sui giornali, e devono essere rilette alla luce del lavoro
narrativo di Giovannino, a dimostrazione, ancora una volta, di quanto
le sue battaglie, le sue resistenze umane e civili, siano profondamente
legate al suo lavoro di scrittore e di umorista. Il volume che
raccoglie il suo lavoro radiofonico in uno dei periodi più caldi della
nostra repubblica, è un capitolo essenziale per capire l’Italia di
allora e di oggi.
A cura di : Alberto e Carlotta Guareschi
Titolo: Guareschi e la radio, Milano 1947-1949
Edizioni: Rizzoli
Pagine: 480
Prezzo: 49 euro