L’eco del caso Radio Vaticana va scemando, così come le interferenze nei citofoni e nei televisori
nelle case di Cesano di Roma. Otto anni dopo rimangono i ricordi, ma
anche qualcosa di più concreto. L’impressione di non aver ottenuto
quanto s’era sperato allora. E qualche Ave Maria non richiesto nel
tardo pomeriggio negli impianti wi-fi, quando le antenne della Santa
Sede trasmettono verso l’altro capo del mondo.
Augusto Rossi e Maria Angelone sono stati i leader della protesta che nel 2001 coinvolse moltissimi cesanesi. Con il comitato “Bambini senza onde” arrivarono
a manifestare fino a piazza San Pietro. Anche grazie alle loro
pressioni e alle loro testimonianze, iniziò un serio monitoraggio delle
emissioni e partirono due processi penali. Per uno dei due reati,
quello di “getto pericoloso di cose”, il 14 ottobre 2009 è stata dichiarata la prescrizione.
Il procedimento per “omicidio colposo plurimo” è ancora in fase
preliminare. Si attende una perizia che non arriva mai. Ma se il signor
Rossi e la signora Angelone mossero mari e monti, non fu solo per
spirito civico. Nel 2001, infatti, la loro figlia si ammalò di leucemia a
pochi mesi di vita. In ospedale, i genitori incontrarono altri due
piccoli abitanti di Cesano. La diagnosi era la stessa. E nacque qualche sospetto.
In questa intervista, girata poche settimane prima della sentenza della corte d’Appello, i due coniugi raccontano la loro esperienza. Di quanto sia stato difficile farsi ascoltare dal Vaticano, ma soprattutto dallo Stato italiano.