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Libia, radio Bengasi punta sul rap: così si mantiene alto il morale dei ribelli
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Tripoli, 16 mar. - (Adnkronos/Aki) - Ci sono i leader dei ribelli, che emettono proclami per la lotta a Gheddafi invitando ''a lottare fino alla morte'', e ci sono due musicisti che, con il loro rap trasmesso da radio Bengasi, sono scesi in campo per tenere alto il morale degli oppositori, sempre piu' marginalizzati dall'avanzare dell'armata verde.

''Il rap non puo' cambiare fisicamente le cose, ma rinvigorisce gli animi della gente che lotta e manda un messaggio a tutti i libici'', spiega Imad Abbar, 16 anni, seduto sul patio della sua casa a Bengasi, ultima roccaforte dei ribelli e sede del Consiglio nazionale libico. Appassionatosi del genere musicale in Italia, dove ha vissuto per un periodo con il padre, Imad ha iniziato a incidere una volta rientrato a Bengasi insieme ad Hamza Sisi.
E la loro canzone scritta in arabo per la rivoluzione, 'Shamat Al-Medina', ovvero le 'Candele della citta'', recita cosi': ''Le candele della citta' brillano per dire al mondo quello che vogliamo, le candele della citta' non si daranno pace e non si spegneranno, il sangue dei combattenti e' il nostro sangue, non ci arrenderemo fino a quando il regime non cadra'''.

Hamza coltiva la passione per la musica rap dal 2004, mentre Imad ha iniziato ad appassionarsi al genere in Italia, dove ha vissuto per cinque anni con il padre che aveva un gruppo musicale. I due si sono conosciuti quando Imad e' tornato in Libia e si e' trasferito a Bengasi, oggi roccaforte dei ribelli contro Gheddafi. I due registrano le proprie canzoni in uno studio amatoriale, con una tastiera e un computer, nella casa di Hamza.

Sono diversi, spiega Imad, i giovani che si stanno dedicando al rap a Bengasi, Tripoli e in altre citta, ma ''pochi'' fanno realmente buona musica. Questo genere musicale, spiega, e' comunque un fenomeno relativamente nuovo in Libia e il regime di Gheddafi non ne e' entusiasta.
Il cantante, 22 anni, spiega di ''avere amici che hanno combattuto a Bengasi e altri che sono ora al fronte. Sono loro che mi hanno chiesto di scrivere questa canzone''. Il giovane, vestito con jeans, giacca e scarpe da ginnastica, dice che ''le mie parole stanno raggiungendo il fronte e danno coraggio alla gente''.

Nonostante sia orgoglioso che il suo rap sia trasmesso dalla radio di Bengasi, una delle emittenti libere che opera in citta' da quando e' iniziata la rivoluzione il 17 febbraio, Hamza dice che il suo contributo nella rivolta libica ''non e' molto'', spiegando che avrebbe preferito unirsi ai ribelli e combattere contro le truppe di Gheddafi. ''Vorrei combattere, ma siamo solo due fratelli e uno di noi e' gia' al fronte. Per questo devo stare a casa e occuparmi della mia famiglia'', ha spiegato.

''In passato, era molto difficile. Chiunque esprimesse qualcosa contro il regime, passava il resto della sua vita in carcere'', spiega Imad. ''Con la rivoluzione abbiamo potuto esprimere quello che sentiamo e questo e' quello che fa anche il rap, esprimere cio' che senti. E ora non siamo preoccupati'', ha aggiunto.

''Il futuro e' in mano ai giovani'', dice Hamza, augurandosi che un giorno la loro voce raggiunga il mondo intero. ''Vorrei cantare in altri Paesi della regione e in Europa, ma per il momento preferisco farlo in Libia e sostenere i miei fratelli che stanno combattendo''.
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