
Roma, 2 feb. (Apcom) - Presentato questa mattina il libro 'La prima
volta del telefono. La storia del 3131 dal 1969 al 1995' di Raffaele
Vincenti, edito da Teche Rai. "Tre anni di lavoro dell'autore e di
ricerca in archivio - ha detto oggi il direttore di Rai Teche Barbara
Scaramucci - hanno portato al racconto e alla testimonianza di una
trasmissione radiofonica della Rai che ha fatto epoca e di cui si
festeggia il quarantennale".
Grande l'affluenza alla
conferenza, a cui hanno partecipato tutti coloro che si sono succeduti
alla conduzione o come registi o come filtri nel programma che ha fatto
diventare, attraverso il telefono, il pubblico protagonista. "E' come
parlare della prima volta che l'uomo ha volato - ha raccontato Sergio
Valzania, direttore di Rai Radio 2 - quando si parla di 3131, era
questo il sapore della sua nascita. L'impatto spaventoso che qualcuno
da fuori potesse entrare nella radio attraverso il telefono è stato
incredibile. Io ho condotto il programma per un paio di settimane e ne
sono orgoglioso".
Commosso l'autore del libro, Raffaele
Vincenti. "Ho recuperato mille trasmissioni - ha spiegato Vincenti -
c'è chi me ne ha date 50, chi me ne ha data una. Ho scovato i primi
redattori, le scalette delle trasmissioni, i ritagli di giornale. Ma la
vera novità del libro è il cd che contiene testimonianze audio, video e
fotografie. Ho registrato i ricordi che tanti avevano su questa
trasmissione fondata sul dialogo, in cui l'ascoltatore aveva quasi la
stessa titolarità del conduttore. E nel cd c'è anche un documento
eccezionale di Adriano Magli, ideatore di Chiamate Roma 3131, che andò
in onda per la prima volta il 7 gennaio 1969 con Federica Taddei,
Gianni Boncompagni e Franco Moccagatta".
Alla conferenza è
intervenuto anche Michele Mirabella. "La radio, utilizzando il telefono
- ha raccontato Mirabella - è diventata più ricca, è diventata
raggiungibile da un pubblico attivo, peccato che si è snaturata quando
in tutto il palinsesto è prevalsa la diretta telefonica. Magli ha
intuito che la telefonata in radio, senza immagini, avrebbe messo
l'ascoltatore in una condizione di parità. E quel quindicennio iniziale
e fortunatissimo della trasmissione ha segnato il costume del Paese".
Presente anche Luciano Rispoli, che con Magli creò 'Chiamate Roma
3131'. "Io ho solo il merito di aver inventato la trasmissione - ha
commentato Rispoli - avevo saputo che in Francia c'era un programma
radiofonico in cui si interveniva telefonicamente su temi sessuali, lo
proposi. Mi diedero 40 minuti ogni mattina, ricordo che dissi ai tre
conduttori di dimenticare di avere un'identità e di essere uno
strumento al servizio del pubblico: lo fecero ed ebbero successo".
Nel '66 la radio, dopo 10 anni di televisione, era in uno stato di
minorità tremenda, ha spiegato lo storico di radio e televisione Franco
Monteleone. "L'idea di dare voce alla popolazione italiana - ha
proseguito Monteleone - all'opinione pubblica fu vincente. Fu un
momento di straordinaria vitalità della radio. Gli italiani erano
abituati alla radio istituzionale del dopoguerra, a quella del
fascismo, a quella della democrazia cristiana. La radio con 3131
diventa partecipativa".
Il programma cambiò successivamente
nome, chiamandosi 'Sala F', grazie alla femminista Lidia Motta, che
sceglieva per il programma quattro laureate che riteneva brillanti. Tra
queste ci fu Barbara Palombelli. "Io non fui scelta tra quelle quattro
- ha raccontato la Palombelli - però una delle quattro rinunciò. Io ero
appena rientrata dal funerale di mio padre, ero sotto la doccia e
squillò il telefono. Stavo quasi per non rispondere, ma poi corsi al
telefono e mi stavano chiamando per 'Sala F'".
E' intervenuto
alla conferenza anche il Presidente della Rai Carlo Petruccioli, che ha
risposto alla provocazione di Mirabella, che gli faceva notare come in
passato per condurre i programmi si andavano a pescare i laureati
migliori e ora si scelgano i passanti, dicendo che "nel neorealismo si
prediligeva la gente di strada". Petruccioli ha aggiunto anche che per
il nuovo programma Rai 'Buongiorno regione' gli addetti ai lavori sono
stati selezionati nelle università. "Ieri in un programma - ha
ribattuto Mirabella - ho sentito dire ad un conduttore di cui non
faccio il nome 'Scusate ma devo banalizzare sennò a casa non arriva'.
Questo per me è un passante".
Significativo anche l'intervento
di Giorgio Simonelli. "Il 3131 è stao per la radio quello che
'Portobello' è stato per la televisione: il contenitore di tutti gli
stili che sono venuti dopo. Il 3131 - ha spiegato Simonelli - ha
accompagnato tante trasformazioni della nostra società, come quella che
ha visto la donna inserirsi sempre di più nel lavoro. Il 3131 segna la
data di nascita della radio moderna". Un mondo che non è più
riproducibile secondo Paolo Taggi. "Io conducevo il 3131 della notte -
ha ricordato Taggi - ogni volta ascoltavo delle microstorie, le persone
telefonavano e raccontavano quello che accadeva loro in quel momento,
era un mondo bellissimo, ma che non c'è più".