Il Popolo delle Libertà e l'ultimo eroe romantico.
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Al termine di questo gelido weekend novembrino, rintanato in casa tra acrilici e pennelli, apprendo che lì fuori, al freddo e al gelo dell'Era Sovietica Prodiana, milioni e milioni di popolani delle libertà sono andati a votare ai gazebo di Forza Italia. Per cosa?! - mi chiedo. Facile! Per chiedere il ritorno immediato alle urne e cacciare definitivamente Prodi. Rimango confuso qualche istante: non ricordo di aver mai letto su nessun libro di Educazione Civica che si possa indire una qualche consultazione spontanea da parte di un partito per far cadere un governo regolarmente eletto e delegato. C'è di più, poi: mi sono
distratto un attimo, non ho guardato il tg delle 13 ed eccomi a sera
che mi ritrovo un nuovo impetuoso vento di libertà a soffiarmi sulle
persiane.
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La Silvieide continua. Il suo unico e
indiscusso protagonista annuncia la nascita di un nuovo
partito.
Si chiamerà Partito del Popolo delle Libertà.
Annuncia anche
che negli oltre diecimila gazebo forzisti allestiti sul territorio
nazionale hanno votato più di 7 milioni di cittadini, consegnando
all'urna arcoriana il verdetto che sì, che è ora che questo governaccio se ne torni a casa eccetera eccetera>>.
Partito del Popolo delle Libertà.
Penso.
Partito
del Popolo delle Libertà.
Dio mio, se quest'uomo non fosse in malafede
sarebbe il più grande eroe romantico del Novecento.
Manco a Paperopoli
avrebbero cacciato fuori un nome del genere: Partito del Popolo delle
Libertà.
Se lo avesse proposto un creativo in agenzia, come minimo
l'account senior gli avrebbe sventolato un verdone sotto il naso
consigliandogli di cambiare pusher.
Stretto nella morsa dell'onta per
l'ondata di partecipazione alle primarie del neonato Partito
Democratico di Veltroni, fondamentalmente in bestia con Fini e Pierferdy che sembrano voler flirtare sulle riforme, e sostanzialmente in panne dopo aver profetizzato - ben oltre i limiti dell'attegiamento psicotico - "spallate" e imminenti cadute dell'esecutivo sulla Finanziaria, l'Unto dal Signore si lancia ora in un'ennesima operazione trasformista.
Forza Italia si scioglie in sè stessa. Non un dinamico percorso di ridefinizione di una nuova forza politica (come nei lunghi mesi che hanno portato alla nascita del PD), ma la più classica delle operazioni di facciata. Cambiare un nome perchè nulla cambi.
Ridisegnare il packaging, magari.
Qualcuno forse dovrebbe spiegare al Berlusca che di solito i partiti nuovi nascono per due sostanziali motivi:
a) se la Storia, nel suo incessante accadere, crea delle situazioni "nuove", non più ascrivibili alle classiche categorie con cui si è precedentemente interpretata la realtà (è il caso - ad esempio - della trasformazione del vecchio PCI in PDS e, poi, DS; come anche della nascita di AN da una costola del MSI);
b) se forze politiche, un tempo separate, si aggregano in un nuovo soggetto politico con un determinato e ridefinito universo valoriale (il Partito Democratico nasce infatti dall'unione di DS e Margherita).
Perchè Forza Italia dovrebbe sciogliersi in un nuovo soggetto?!
Non era il primo partito italiano?! Se non sbaglio prese il 23,7% alle ultime politiche (aprile 2006).
Non è, in fondo, l'unico soggetto del centro-destra a godere di ottima salute (almeno stando ai sondaggi di Arcore)?
Considerando che il Bis-Unto dal Signore (viste le sue 2 legislature al governo) ha già indetto nel giro di un paio di settimane la nascita del PPL, non sarebbe azzardato e malevolo credere - così, su due piedi - che si tratti dell'ennesima trovata pirotecnica di Silvio che annuncia e crea il "nuovo" come un'alchimia in laboratorio.
Se e quando Prodi cadrà, saranno già pronti loghi, simboli, inni e Weltanshauung del Partito del Popolo della Libertà.
Il solito "nuovo che avanza", insomma.
Che continua ad avanzare (fin dalla Prima Repubblica) e nessuno si è accorto della data di scadenza.
Buon appetito a tutti!
PS: ah - per inciso - proprio oggi i giudici della prima sezione del tribunale di Milano hanno decretato il "non doversi procedere per intervenuta prescrizione" in relazione all'accusa di falso in bilancio a carico di Silvio Berlusconi e del presidente di Mediaset Fedele Confalonieri.