mercoledì 5 settembre 2007
Xanax il debole
Ho già le chiavi in mano e sto per infilarle nel pesante portone di casa. Sento che qualcuno, dall'interno, si è lasciato alle spalle il portoncino di vetro e sta per aprire (lui) il Sempregracchiante. Aspetto. Dopo qualche secondo l'omone che mi si para davanti ha l'aspetto di un ex avvocato, di un ex agente immobiliare, di un ex palazzinaro, o comunque di un ex qualcosa. Alto, brizzolato, pizzetto, occhiali dalla montatura seriosa Già so cosa mi chiederà. Non accenna a lasciarmi il passo, resta sulla soglia. Dai, avanti, sputa la fatidica frase da medio bourgeois attento all'orticello. “Scusi, lei dove va?” Ecco, ce l'hai fatta e non ti è venuta neanche male. Giusta intonazione.
“A casa mia?”
Sì, ci metto il punto interrogativo finale, cosìcchè si senta invitato a rispondermi se è la risposta giusta.
L'accendiamo, mio ex democristiano con almeno 2 divorzi alle spalle? “E lei dove va?” gli chiedo. Mi guarda con una faccia sarcastica, di chi sa che da questo momento in poi iniziamo a giocare un po'. “E dov'è che abiterebbe?” “Primo piano, da cinque anni, lei?” “Al terzo, da cinquanta” L'ex professore di Economia Aziendale è evidentemente infastidito dall'avermi risposto. “Bene, e ci incontriamo davanti al nostro portone” dico io. E' una constatazione ma fondamentalmente quello che voglio dire è: coglione, a me non me ne frega niente di chi sta sulla mia testa, al terzo piano, ma per te dev'essere insopportabile non riuscire a capire chi abita a pochi passi dal tuo pianerottolo. Evidentemente stasera il tuo Xanax quotidiano non deve aver attecchito molto. E' questo quello che penso mentre gli allungo la mano e mi presento “Mohammed, piacere” dico. Lui risponde di scatto lisciandomi il palmo: “Fernando”. Poi se ne va.
Io sono quello che stupra le sue figlie, borseggia la moglie e ruba il lavoro al figlio (cocainomane). So che mentre si allontana scuote la testa, dentro di sé. Ho una faccia da occidentale buono, io. Impossibile che mi chiami Mohammed. Penserà che l'ho preso per il culo con leggerezza e la colpa è sua: è stato lui ad attaccare bottone con quella frase da usciere dell'Ufficio Catasto.
Poco male, il giorno in cui - oppresso dai debiti - inscenerà il suo falso sequestro, sarà facile dire che è stato un Mohammed qualsiasi a rapirlo.
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