Sono finiti i tempi delle vacche grasse anche per Google. Con la crisi
che (a quanto pare) deve ancora far vedere tutti i suoi danni, neanche
il colosso di Mountain View può permettersi di tenere attivi servizi
non redditizzi, o di lasciarli in fase alfa-beta per presidiare
eventuali nuovi business.
E così,
dopo aver chiuso Print Ads e
diversi altri servizi online, ora è arrivato anche l’
annuncio ufficiale dell’addio a Radio Ads. Un
programma con cui Google puntava a diventare l’intermediario di riferimento per la raccolta pubblicitaria sia online che offline.
Come
per Print Ads, anche Radio Ads permetteva agli inserzionisti di
pianificare i propri investimenti direttamente online, senza passare
dalle agenzie specializzate.
Insieme a Radio Ads, Google chiude anche
Radio Automation - software di Mountain View che permetteva alle emittenti di gestire in automatico la programmazione radiofonica.
La divisione radio era stata aperta nel 2006 con l’
acquisizione di dMarc Broadcasting. L’operazione costò 102 milioni di dollari ed evidentemente in questi tre anni Google non è riuscita ad ammortizzare la spesa.
Come spiega il NYTimes,
“molte stazioni radiofoniche hanno temuto che Google trasformasse il
loro business pubblicitario in una commodity. Alcune si sono rifiutate
di fare accordi con Google, mentre altre hanno offerto solo piccoli
spazi”. In molti, cioè hanno avuto paura che affidarsi a Google spingesse il mercato verso il ribasso, così come è successo nella pubblicità online.
La chiusura è in linea con le stime degli analisti, secondo cui anche la pubblicità radiofonica subirà un pesante contraccolpo (-8%) nel corso del 2009. Il tutto comporterà anche un costo umano: altri 40 dipendenti di Google saranno licenziati.
Se
il sogno di rivoluzionare la raccolta pubblicitaria offline non ha
avuto molta fortuna (al momento resta solo quella per le tv broadcast),
Google continuerà comunque ad offrire la tecnologia audio con AdSense for streaming.
Il messaggio è chiaro: meglio continuare a muoverci nell’ambiente che
conosciamo meglio (la rete), piuttosto che avventurarci in
territori sconosciuti.