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Radio, Sinibaldi: oggi come negli anni '50 l'audacia di tentare strade nuove

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da agenziami.it

Il primo ottobre 1950 alle ore 21 Salvino Sernesi, direttore Generale della Rai dava il via alle trasmissioni del terzo programma. Oggi Marino Sinibaldi, direttore di Radio3 (audio) lancia i festeggiamenti per i 60 anni di un'avventura che in poco più di mezzo secolo ha rivoluzionato il mondo della radio: «Lo stupore è stato scoprire la grande consapevolezza della sfida che si doveva lanciare alla cultura del paese. L'emozione sta nel percepire quanta continuità ci sia tra oggi e allora».


Per iniziare i festeggiamenti questa sera 29 settembre alle 19 all'Auditorium Parco della musica l'inaugurazione della mostra fotografica 'La voce delle immagini', un viaggio tra le immagini di grandi fotografi dove allo sguardo si sposa l'ascolto.«Tra qualche minuto il Terzo programma della Radio Italiana comincerà ad esistere, non sembri strano od esagerato che dica che questo evento suscita una certa emozione in me e in tutti coloro che, come me, danno la loro opera per la radiofonia italiana».


Era il primo ottobre 1950 e con queste parole Salvino Sernesi, direttore generale della Rai, lanciava il uno degli esperimenti più riusciti nella innovazione radiofonica. «L'intenzione era quella di superare la generalità dei due canali rosso e blu, solo più tardi battezzati primo e secondo, per osare una caratterizzazione tematica del flusso radiofonico - spiega Marino Sinibaldi -. La grande capacità di allora è stata quella di saper osare verso nuovi linguaggi in un momento in cui il paese era 'povero e contratto' scommettendo su un pubblico, ovvero sulla possibilità di formare un pubblico all'ascolto di un tipo di prodotto». Una situazione che per il direttore di Radio3 è assolutamente attuale e in cui si ritrova l'emozione di aver raccolto un mandato: «Oggi come allora Radio3 non vuole essere una radio per tutti, ma una radio per ciascuno», ovvero una voce che accompagni le singole necessità, curiosità e interessi costruendo una comunità forte che si possa riconoscere in una sola voce. Lo dimostrano gli auguri di personaggi autorevoli e non che in questi giorni intervallano l'abituale flusso radiofonico dimostrando affetto e riconoscenza a un servizio che negli anni si è distinto nel panorama nazionale. I festeggiamentiI festeggiamenti inizieranno ufficialmente il primo ottobre dai microfoni di via Asiago 3 con una maratona, dalle 15 fino a tarda notte. Ai microfoni di Fahrenheit si susseguiranno, tra gli altri, Alessandro Baricco, Andrea Camilleri, Ascanio Celestini, Nicola Piovani, Marco Lodoli, Eraldo Affinati, Antonio Rezza e Flavia Mastrella, Fabrizio Gifuni, Enrico Alleva, Alberto Oliverio, Roberto Prosseda e Ambrogio, Sparagna e poi ancora Guido Crainz, Alessandro Portelli e Massimo Teodori, per parlare di come Radio3 ha raccontato in questi anni la storia italiana e internazionale.

Alle 21, all'ora esatta della prima trasmissione, si ritornerà con le voci e le sonorità di oggi sul tema che aprì le trasmissioni di allora, ovvero il mito di Orfeo. Ma i festeggiamenti continueranno tutto il mese di ottobre con un fitto programma di eventi: pensiamo ai quattro radiodrammi scritti per l'occasione tutti con la radio nel ruolo di protagonista, o al Concerto inaugurale della stagione 2010-2011 dei Concerti del Quirinale con cui Radio3 collabora da tempo immemore.

A fare da contenitore del lancio di questa lunga festa questa sera, 29 settembre alle 19 presso l'Auditorium Parco della musica con cui Radio3 collabora assiduamente, ci sarà l'inaugurazione della mostra fotografica La voce delle Immagini, ideata e realizzata in collaborazione con la Fondazione Fotografia della Cassa di Risparmio di Modena – che nella sede di via Asiago da diversi mesi propone mostre di grande interesse - e Musica per Roma. I fotografi chiamati a questa impresa (Gabriele Basilico (audio), Vincenzo Castella, Vittore Fossati, Luigi Ghirri, Mimmo Jodice (audio) Walter Niedermayr e Francesco Radino (audio)) si sono confrontati con l'idea della sonorità delle immagini, declinando questo approccio negli ambiti più diversi e peculiari della ricerca di ciascuno con l'imtenzione di fare parlare le fotografie, «Perché se un'immagine non parla la radio non si vede ma questi non sono difetti, sono le virtù di due mezzi gemelli che - secondo Sinibaldi - lanciano la più provocatoria, attuale e necessaria delle sfide: quella dell'immaginazione».

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