da
apcom
I miliziani islamici al Shabab (giovani, ndr) hanno chiuso la scorsa
settimana l'unica stazione radio attiva nella città somala di
Chisimaio, 500 chilometri a sud di Mogadiscio. Lo ha denunciato il
direttore dell'emittente HornAfrik, Ahmed Mohamed Aden, al Committee to
Protect Journalists, che ha sede a New York.
Una decina di
miliziani hanno fatto irruzione negli uffici della stazione radio il 13
dicembre scorso e hanno consegnato al direttore un provvedimento
firmato da Hassan Yaqub Alil, responsabile per l'Informazione
dell'amministrazione islamica della città, in cui si accusa l'emittente
di trasmettere musica e informazione "anti-islamica". L'organizzazione
Committee to Protect Journalists ha quindi lanciato un appello ad Alil
perchè "riveda la sua decisione e consenta all'unica stazione radio di
Chisimaio, HornAfrik, di riprendere le trasmissioni", sottolineando
come "il flusso libero di notizie sia nell'interesse del Paese".
I miliziani hanno fatto irruzione negli uffici della radio la sera del
13 dicembre, subito dopo la messa in onda di un servizio sulle vittime
civili degli scontri scoppiati tra gli Shabab e la milizia locale della
città di Dobley, situata nei pressi del confine con il Kenya. Il
portavoce dell'amministrazione islamica aveva riferito di sette morti
su entrambi i fronti, senza riportare vittime tra i civili.
HornAfrik aveva festeggiato il suo 12esimo anno di attività solo il
giorno prima del raid. Uno dei fondatori della radio, Ali Sharmarke, è
rimasto ucciso nel 2007.
Il porto di Chisimaio è finito sotto
il controllo di una coalizione di forze fedeli al leader Hassan Turki e
degli Shabab lo scorso 23 agosto. Turki è accusato da Washington di
terrorismo. Alla fine di ottobre, le Corti islamiche hanno emesso ed
eseguito una condanna a morte per lapidazione di una bambina di 13
anni, vittima di stupro.