martedì 20 ottobre 2009
I fondatori di Skype ci riprovano. La radio web ci seguirà ovunque
da Repubblica.it
IL DUO che con Skype ha fatto tremare il mondo della telefonia tradizionale adesso ci riprova con quello delle musica. Janus Friis e Niklas Zennstrom, i due amici che hanno creato Skype, lanceranno a inizi 2010 il servizio Rdio, storpiatura della parola "radio". Permetterà infatti di ascoltare la musica come da una radio internet di nuova generazione. Ovunque: sia dal pc sia dal cellulare. Non solo: consentirà anche di condividerla e di archiviarla per sempre, a fronte di un canone mensile. All'inizio sarà disponibile solo agli utenti Usa, dove si sta concentrando il maggior numero di servizi musicali innovativi (tra cui anche Napster, nella nuova versione legale).
Non è la prima volta che i due fanno incursione, con intenti bellicosi, nel mondo della musica. La prima volta però è stato con Kazaa, software peer to peer ai confini tra il lecito e l'illecito, poi chiuso sotto le denunce dei detentori di copyright.
A questa coppia di amici non è certo passata la voglia di stravolgere schemi di mercato consolidati. Con la differenza che, dopo Kazaa, ci hanno provato solo con strumenti legali. Per loro Rdio è anche un'occasione di riscatto, perché dopo aver venduto Skype a eBay hanno avuto parecchie delusioni. Hanno investito nella web tv Joost - tentativo di rivoluzionare il mondo della televisione - che ora sta chiudendo le sedi una dopo l'altra. Hanno denunciato Mike Volpi, l'ex amministratore delegato di Joost, e sono in guerra anche con eBay, da cui hanno tentato, vanamente, di ricomprarsi Skype.
Friss e Zennstrom, però, hanno sempre avuto la capacità di individuare il fenomeno forte del momento, su internet, e di cavalcarlo apportando alcune novità. Così è anche per Rdio: entra nel mercato, sempre più promettente, delle radio innovative online; cioè della musica in streaming.
In questo caso la novità di Rdio potrebbe essere la possibilità anche di condividere e di archiviare le canzoni ascoltate. La sfida diretta è a Spotify, il servizio di streaming musicale più di moda al momento, con 6 milioni di utenti. Spotify consente di ascoltare musica gratis (a fronte di pubblicità) in alcuni Paesi; in altri è invece a pagamento. Spotify ha già intercettato le due novità che Rdio vuole introdurre: la mobilità e l'archiviazione. Da settembre funziona infatti anche su cellulari iPhone e su iPod Touch. Agli utenti a pagamento, inoltre, da ottobre consente anche di scaricare fino a 3.333 brani al mese e quindi conservarli per sempre (su un massimo di tre tra pc e cellulari).
Peccato però che l'Italia sia uno di quei pochi Paesi da cui Spotify non è accessibile, per una questione di diritti d'autore. "Noi aspettiamo con ansia che parta anche da noi, ma dipende solo da Spotify. Si vede che hanno altre priorità", ribatte Enzo Mazza, presidente di Fimi (Federazione dell'industria musicale italiana). In Europa, è il Regno Unito il Paese dove il mercato è più in fermento: qui il colosso televisivo BSkyB ha appena lanciato il proprio negozio di musica via internet, sfidando iTunes di Apple. In Italia sono più numerosi i negozi tradizionali di musica via internet: quelli cioè concentrati sulla vendita di canzoni (via download), invece che sullo streaming.
Oltre a iTunes, c'è il negozio Mondadori e, da poche settimane, quello di Ibs. Specializzato in musica Indie, c'è invece eMusic. Questi quattro permettono di ascoltare gratis solo 30 secondi di canzone. Si distingue quindi Dada, che oltre a vendere canzoni permette di ascoltarle interamente, gratis. Completa il quadro il negozio di Deejay, collegato a iTunes. Secondo le stime di Fimi appena pubblicate, il mercato della musica online ha fatturato 10 milioni di euro nei primi sei mesi 2009, in Italia: è una crescita del 36 per cento sul 2008. Sono soldi che vengono dalla vendita di musica ma anche dalla pubblicità associata alla musica sui siti dov'è possibile ascoltarla in streaming, tra cui ci sono noti social network come MySpace e Youtube.
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