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l'estate dentro
prfli

In dialetto abruzzese il mio cognome suona all'incirca come un codice fiscale.
PRFL.....per renderlo più immediato qualcuno è solito comprare una vocale ed accentarla: PRFLÌ
Il mio prof di matematica mi chiamava PIRFILÌ.
Negli anni ho catalogato anche una serie imbarazzante di PREFELÌ...PERFLOEU (alla francese, quasi con dieresi).

Aquilino Mammarella, l'indimenticato Presidente della squadra di calcio in cui militavo, pluriespulso da tutti i campetti del reame per aver sodomizzato un arbitro con la bandierina del calcio d'angolo, era quello che storpiava peggio di tutti il mio cognome.
Ha dato il meglio di sé nell'estate del 1992.
Quell'anno gli allenamenti del DLF – sacrosanto acronimo della Dopolavoro Ferroviario Futbol Cleb di Pescara – sarebbero cominciati quanto prima.
A luglio.
“Fanculo le vacanze!” aveva detto il Presidente Mammarella a tutti gli imberbi.
“Fanculo pure tu!” aveva ribadito a Mister Iannascoli, che proprio quell'estate aveva già preso impegni per un torneo di scopone scientifico a Roccascalegna e la sagra della “Pizzonta” di Picciano.

“Ci si allena alle 2 di pomeriggio, sotto il sole, così vediamo se vi calano 'ste panze!”
Cristo santo – diceva il Presidente – c'avete 15 anni e sembro vostro fratello!”
Non era un complimento, visto che lui la pancia ce l'aveva davvero, accompagnata da una bella pelata e innumerevoli problemi di emorroidi e vene varicose.
 
Gli allenamenti cominciarono il 25 luglio, proprio il giorno in cui compivo 15 anni.
Inevitabile che non mi presentassi. Era un venerdì e fuori c'era l'estate, anzi l'estate era dentro, dentro ogni cosa.
Al porto quel pomeriggio cominciarono a montare le luminarie e le bancarelle per la festa di Sant'Andrea, protettore dei pescatori.
Presto l'aria si riempì dell'odore del pesce e dello zucchero filato, delle noccioline calde e delle canottiere delle ragazze che scendevano a mare.
Avevo un motorino, avevo Annette che ancora mi doveva far sapere se voleva mettersi con me.
Avevo Nino D'Angelo nel Walkman, un doppio taglio zingaro (con codino) e una canottiera color pesca che esaltava l'abbronzatura.
Mancai la prima settimana di allenamenti.
Poi, Annette disse che sì, sarebbe stata mia.
Saltai l'intero mese di preparazione.

Mi ripresentai quando lei mi lasciò. A settembre, al campetto dei Gesuiti.
Vidi la sagoma del Presidente farsi minacciosa e percorrere di filato i 100 metri che ci separavano.
“PRFLÌ” esclamò con un tono di minacciosa ironia
Scandì tutte le lettere del codice fiscale...P-R-F-L!
Ci aggiunse una “ì”, perchè il tutto squillasse meglio.
“Ma crideje ka t'avije mort...Ti steje a purtà li garufn a la cas!”*
 
*"Pierfeli', credevo fossi morto! Stavo per portarti i garofani a casa!"

Sarebbe stata la stagione peggiore della nostra carriera. Allenarsi nell'afa di luglio aveva spossato a tal punto i miei obesi compagni, che a ottobre erano già cotti.
Alla fine del campionato, molti di noi avrebbero appeso definitivamente le scarpette al chiodo, ripiegando nel mondo dei VHS pornografici, del Subbuteo e dell'onanismo acrobatico.

Ancora oggi, tutti ma proprio tutti, stiamo dando buoni risultati.
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