da
italians, di Beppe Severgnini (www.corriere.it)

Caro Severgnini,
ho ascoltato il suo intervento su Radio Montecarlo
a proposito del successo della radio e del fatto che la politica non ha
mai colonizzato la radio come invece ha fatto con la televisione.
Secondo me i motivi sono principalmente due. Il primo è che la radio
non dà visibilità; oggi, purtroppo, se non ti fai vedere non esisti. E
ciò vale soprattutto per gli uomini politici. Se non sei riconoscibile
non vieni eletto; ti puoi dimenticare il nome di un politico, ma non la
sua faccia. Prima o poi arriveremo a mettere sulle schede elettorali
una foto del candidato anziché il nome. Inoltre alla radio non è
possibile la «gazzarra elettorale», cioè il litigio in diretta, poiché
risulterebbe solo una cacofonia di voci, mentre in televisione diventa
spettacolo. Il secondo motivo, in parte collegato al primo e forse più
importante, è che alla radio devi avere qualcosa da dire, altrimenti
non ti ascolta nessuno; è quindi comprensibile come, al di là delle
reti di Stato, i politici evitino le radio «private»; queste si
rivolgono principalmente ai giovani, con i quali i politici, purtroppo,
non sanno proprio dialogare. (Davide Indalezio)