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dei Delitti e della Pena

giustiziaUna cosa è certa, anzi due.
La prima è che al Signor Pisapia Giuliano, che vorrebbe fare il sindaco di Milano, non si può contestare alcun reato o condanna definitiva, dal momento che è stato assolto in appello.
La seconda è che la "signora" (ma a questo punto si fa per dire) Brichetto Arnaboldi Letizia, coniugata Moratti, decida (in diretta tv) di dire il falso, diffamando il suo competitor elettorale e (dis)informando i cittadini all'ascolto sulla (inesistente) condanna del primo.

Essere assolto con formula piena da una qualsiasi accusa è un fatto. Inattaccabile. Sventolare una condanna, in fieri, in primo grado, senza tenere conto del secondo pronunciamento dei giudici, è solo "macchina del fango".
"E’ il loro stile, la loro strategia. Per loro, l’unica cosa che conta, è quello che viene detto in tivù" ha scritto Alessandro Giglioli nel suo blog "...senza diritto di replica, con il colpo di teatro finale".

Purtroppo, per quanto il candidato Pisapia possa sguinzagliare i propri avvocati in una querela contro la "signora", a molti spettatori resterà solo questo: la sensazione che quell'uomo sia un malfattore, un compromesso, un appestato.
"L'opinione è forse il solo cemento della società" aveva scritto tanto tempo fa Cesare Beccaria, un milanese.
Insomma:
nessun delitto (ascrivibile a Pisapia)
e molta Pena (per i suoi diffamatori).
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