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«Onda Pazza», fine delle trasmissioni
da corriere.it

NAPOLI - Il centro «Peppino Impastato» di San Giovanni a Te duccio e la web radio anticamor ra «Onda Pazza» hanno i giorni contati. Il progetto, nato dall’im pegno di decine di giovani del rione per la legalità e il riscatto socia le, chiude battenti per soli 4.500 euro di debiti accumulati nel pri mo semestre del 2009. E con esso sfumano anche l’esperienza del l’Osci (Osservatorio sulla camor ra e sulla illegalità) e le attività di «Arcilandia», riferimento cultura le e aggregante per decine di mi nori in uno dei quartieri più de gradati e a rischio di Napoli.

Da mesi è calato il silenzio da parte delle istituzioni locali, com preso quello del governatore An tonio Bassolino, anche se sul suo blog mostra ancora il link della ra dio tra gli «interessi personali» e lo scorso 22 gennaio così dichia rava: «Radio Onda Pazza deve cre scere, diventare sempre di più la voce di San Giovanni a Teduccio, la vera San Giovanni, onesta e concreta». Ma nei mesi successi vi qualcosa sembra essere cam biato. Oggi a denunciare l’immi nente chiusura è un lungo comu nicato pubblicato sul sito inter net di 'Onda Pazza': «La nostra associazione ha sempre creduto che l’antimafia non sia fatta solo di slogan e manifestazioni, ma di un impegno costante a contatto con le fasce sociali più a rischio. Siamo rimasti soli ma, cosa più grave, sono rimasti soli soprattut to 'i nostri piccoli amici' che in noi avevano trovato un sano rife rimento nel quartiere. Forse la no stra voglia di indipendenza e la d e termi nazione a non chinare il capo ha incentivato la graduale desertificazione di istituzioni e enti vari dalla nostra associazio ne. Ripetiamo da anni, continue remo a farlo anche da semplici cit tadini, che il problema principale del nostro quartiere è prima di tutto la politica dei partiti, la qua le utilizza sul nostro territorio una logica clientelare e di suddi tanza ».

Si tratta di un vero e pro prio j’accuse degli attivisti anticamorra, dovuto all’amarezza di do ver constatare che «non ci sono fondi per finanziare attività di re cupero per minori e per associa­zioni che si impegnano nel con trastare le mafie, ma poi vengono spesi 750mila euro per un concer­to… ». A spiegare nel dettaglio le cifre di questo progetto è Michele Langella, 26 anni, portavoce del centro 'Peppino Impastato': «Oc corrono 11mila euro all’anno per i costi - afferma - e i debiti del 2008 sono stati pagati con i 7mila euro della Regione finanziati lo scorso gennaio e i 4mila della Fondazione Banco Napoli. Quest’anno, dopo aver sborsa to con le nostre collette 500 euro ogni mese, non riusciamo a far fronte al debito di 4500 euro. Da settimane nessuno risponde alle nostre mail e telefonate. Abbia mo chiesto l’intervento anche dei ministri Carfagna e Meloni, ma adesso facciamo appello al presi dente della Repubblica Giorgio Napolitano». Ormai manca meno di una settimana alla chiusura del la radio. Un tempo esiguo in cui le istituzioni devono far capire se sono vicine alla parte viva di una generazione che, per il momento, non ha ancora scelto di emigrare al nord.

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