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Arbore, la radio del passato per il futuro nel libro di Salvatore Coccoluto

da sabaudiain.it

“Il merito di Arbore è stato quello di ‘rimanere nel futuro’. Di fare ciò che lui voleva ma di farlo per noi. E il merito di Coccoluto di rendere tutto questo ben evidente nel suo libro”.
Si è espresso così lo scrittore Giuseppe Napolitano commentando l’uscita del volume monografico del giovane Salvatore Coccoluto “Renzo Arbore e la radio d’autore – Tra avanguardia e consumo”, edito da Bastogi (pagg 64, 10 euro).

“Ho visto nascere Arbore, nel senso radiofonico e televisivo, intendo, visto che lui ha dieci anni più di me!!! - prosegue l’intellettuale pontino - Arbore è la radio. Quelli della mia generazione sono cresciuti a pane e compagnia di Arbore. Con Bandiera Gialla noi, giovani di quell’epoca, ricevevamo i consigli seri per acquistare il ’45 giri’ giusto, ascoltando in anticipo le canzoni che…era meglio non comprare! Ho ancora nelle orecchie, e ricordo con emozione la scaletta della trasmissione del 23 aprile 1966, che Coccoluto cita nel testo!”.

“Il libro di Salvatore Coccoluto ripercorre la storia della radio italiana attraverso questo personaggio ‘anomalo’ che, insieme ad un manipolo di guastatori, ha smosso le acque per arrivare alla radio di oggi”, sostiene il prof. Daniele Vecchio, puntando l’attenzione al linguaggio del mattatore, all’“uso del tormentone e il suo inserimento dove non entrava per niente”, pura invenzione di un Arbore che ha esportato la lingua e la cultura italiane in Europa e nel mondo.
Del resto, puntualizza Napolitano, “con le parole, con i titoli Arbore ha sempre giocato, anche se seriamente, mostrando un’improvvisazione solo apparente. Una ‘serietà giocosa’”.

“Ironico, intelligente, dotato di grande professionalità, mai banale, mai volgare”, scrive Franco Chiarenza nella bella prefazione al libro,“Renzo Arbore non ha in nessuna occasione lisciato il pelo al cattivo gusto, alla maleducazione, ai luoghi comuni che spesso sono forieri di grandi successi di ‘audience’. Ci ha fatto ridere, ma soprattutto ci ha fatto sorridere”. Nel testo di Salvatore Coccoluto “il personaggio”, prosegue Chiarenza, “è esaminato con intelligenza, senza piaggeria, approfondendone la figura in modo serio come oggi avviene sempre più raramente”. E poi conclude: “Un libro da proporre non soltanto agli studiosi della comunicazione ma soprattutto ai giovani della sua generazione”.

Per il trentenne autore del testo - che scrive di musica per diverse testate giornalistiche e svolge l’attività di copywriter per la società Grandi Stazioni - “Arbore ha fatto scuola nella radio e nella tv. Tracce di Arbore ci sono ovunque nei programmi dei palinsesti radiofonici e televisivi. E’ stato in grado di calamitare l’attenzione dove non erano riusciti i disk-jockey e quando la radio cominciava a perdere interesse. Intellettuale finissimo che ha sempre ironizzato sui massimi sistemi, circondandosi di persone come lui, gestendo la sua carriera in maniera coerente”.

“Arbore ci fa o ci è?!?”, si chiedono in molti.
“Arbore ‘ci fa’ perché nella vita un po’ bisogna farci - spiega Coccoluto - Ma lui ‘ci è’ anche, perché nessuno avrebbe realizzato di meglio in quegli anni. Ha guardato oltre, non è rimasto chiuso nel suo ufficio, è stato trainato dalla sua curiosità.
Grande comunicatore e innovatore, ha creato dal nulla la categoria dei giovani. Con Alto Gradimento ha dato una scossa. Mi emoziono ancora a sentire Bracardi e Marenco nella trasmissione: per loro, questo non è mai stato un lavoro.
La radio di Arbore - conclude Salvatore Coccoluto - è stata pedagogica, mai scontata. L’altra radio: e nessuno è ancora riuscito a farla”.
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