sabato 26 dicembre 2009
La messa via radio inguaia un altro prete
da corriere.it
ASOLO — Un po’ come Socrate. Dopo una vita passata ad insegnare
la filosofia, monsignor Giacomo Lorenzon adesso deve bere la sua
cicuta. Tutta colpa di quella radio, che per trasmettere la messa
andava ad interferire con le linee di trasmissione degli aerei,
persino quelli militari: è stato denunciato. Un amaro destino che però
non lo vede solo. La polizia postale ha deferito all’autorità
giudiziaria anche don Leo Alberton, in pensione da anni, colpevole di
aver installato, per primo, più di vent’anni fa, quell’antenna. E così,
nell’attesa che l’indagine faccia il suo corso - al momento i due
preti non sarebbero formalmente indagati l’unica certezza è che, da
questo Natale, ad Asolo nessuno potrà più ascoltare la messa via
etere. «
Ottenere nuove frequenze è difficilissimo», ha detto ieri monsignor
Lorenzon. Una vicenda a metà tra il romanticismo e il cinico
pragmatismo militare che nasce sul campanile del duomo di Asolo, in
pieno centro storico. Qui dal 1986 sono installate una antenna ed un
ripetitore, inizialmente di Radio Asolo, poi lasciati ai sacerdoti per
la trasmissione di liturgie e messe. Sulle frequenze dei 108 Fm gli
asolani hanno preso così l’abitudine di ascoltare omelie e avemarie. Da
qualche tempo, però, particolarmente di mattina, i piloti intenti a
comunicare con la torre di Treviso dovevano confrontarsi con un
segnale disturbato. La polizia postale di Venezia ha a poco a poco
individuato la fonte: il duomo. Appunto. E così venerdì scorso cinque
agenti si sono presentanti per sequestrare tutto: la trasmittente e
ogni apparecchio. Il sacerdote - che per anni è stato rettore allo
storico istituto Pio X di Treviso - è caduto dalle nuvole. «Sono qui
ad Asolo da due anni. Io accendevo la trasmittente quando c’era la
messa. Non ne so di più».
Il pm di turno, Francesca Torri, ha convalidato il sequestro. E
adesso sta indagando per l’articolo 635 del codice penale, quello che
punisce chi danneggia i sistemi informatici e telematici. Al prete,
d’altro canto, è già stata notificata pure una sanzione
amministrativa da 1.700 euro per la violazione degli articoli 97 e 98
della legge 259 del 2003. A difenderlo, c’è l’avvocato Piero Pignata.
«Non c’era assolutamente volontà di dolo. E in ogni caso, se il reato
è quello di danneggiamenti, ci deve pur essere qualche danno. Che al
momento non vediamo ». Linea difensiva a parte - la sensazione è che
gli inquirenti stiano guardando di buon occhio al sacerdote, vittima
di una situazione paradossale la vera notizia per gli asolani è che
per la prima volta in vent’anni a Natale non potranno ascoltare la
messa in casa. Gli anziani del paese sono ancora convinti che la loro
«Radio Asolo» funzioni e che non ci sia nulla di male a sentire le
parole del prete. «Dovranno forse spiegarlo a quei cattivoni dei top
gun sui nostri cieli», sorride l’avvocato Pignata. «Forse, faceva bene
pure a loro sentire qualche buona parola cristiana». Tant’è. Neve o
non neve, Natale o non Natale, alla legge non si comanda.
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