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Kant e Mary Jane F.R.

 

Nello stesso preciso istante in una discoteca di Edimburgo Lester Galloway in preda ad una “spirale viola” corretta al cointreau confida ad una mary-jane-fica-rotta qualsiasi che noi non moriamo mai nel passato.
Il baldo è pienamente consapevole che mary-jane non possa arrivare al concetto.
Ma la snocciola comunque, pressappoco così:
pensaci bene, mary jane, noi siamo una somma di istanti uno-dietro-l-altro-uno-dietro-l-altro.
Io Lester Galloway sono il prodotto di singoli infinitesimali attimi di riproduzione molecolare delle mie cellule.
È un casino, mary-jane, è un divenire continuo.


Qual è l’unica cosa che sappiamo di certo?
Che sapremo sempre, anche nel più infame tugurio della Corea?
Mary-jane sorseggia una brodaglia simil alexander.

Di essere vivi.
Di essere vivi, finchè non percepirlo significherà semplicemente non essere più.
Noi moriremo nel futuro, mary-jane - te lo posso assicurare!
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