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L’ultima radio al Piccolo Eliseo di Roma

da teatrionline.com

Il Piccolo Eliseo chiude la stagione teatrale di quest’anno con una storia dura, gracchiante come il solco di un vinile. Tullio Solinghi interpreta Edwin Howard Armstrong, l’inventore della modulazione di frequenza, la FM, derubato del brevetto dalla RCA, regina delle licenze della modulazione d’ampiezza (AM). Poi diventa il conduttore-factotum del programma Bastardi della notte. Deciso ad abbandonare la sua radio vecchio stile, che suona solo dischi 33 giri, e ormai incalzato da una holding portatrice di cd, si lascia andare in un bilancio amaro della sua vita, segnata indelebilmente dalla morte per overdose di eroina della sua amata Patty e dall’incomunicabilità con la figlia. È stato un Che Guevara radiofonico ma solo grazie ad un proiettile vagante. Non ha avuto lo spessore di Peppino Impastato. Ha dovuto prestare la voce a squallide pubblicità. Si è lasciato trascinare nella dipendenza dalla droga. L’anno e mezzo di carcere gli fa percepire la tragicità che sta dietro le dediche disperate dei parenti dei detenuti. In 25 anni di carriera non ha mai fatto una vacanza. È stato forse condannato da un Grande Fratello orwelliano? Solo una richiesta telefonica potrebbe cambiare tutto, riscattare anche la vita dell’inventore della FM e fargli capire che forse si può essere felici anche non essendo il numero 1. Sconcerta il testo a tinte forti scritto da Sabrina Negri, l’ex moglie del leghista Calderoli, tanto che diventano necessarie, per attenuare la tensione, sia le brevi intrusioni comiche apportate da Tullio Solenghi sia l’ampio repertorio musicale, scelto insieme al regista Marcello Cotugno. Il comico del famoso Trio torna al suo primo amore, la radio, che ha fatto da sfondo alla sua carriera artistica; spiega così questo suo ultimo impegno teatrale: «Devo confessare che generalmente non sono attratto dal “monologo”, ma qui a convincermi è stato il contesto del tutto diverso, il “solista” in questione qui è solo il tramite di una infinita catena di contatti, di rapporti, di evocazioni, egli rappresenta la preziosa sinapsi tra gli infiniti microcosmi di umanità che affollano l’esistenza di ognuno di noi».
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