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pazienti in prima linea
Sottotitolo: DIO FULMINI PICCIONI!
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Il tipo ansima sulla mia spalla sinistra.
Lo percepisco ai margini del mio campo visivo, sta chiedendo alla seconda signora in fila di farlo passare, si tiene il petto, è quasi piegato in due dal dolore.
Bestemmio un po'...

Presagendo che il prossimo a cui rivolgerà fiato sarò io: mi chiedo come diavolo sia possibile che ogni volta che arriva il mio turno (alle poste, in banca, in ogni sacrosanta fila) sia sempre il turno di qualcun altro...
Sono arrivato in questo pronto soccorso da mezz'ora e ancora non riesco neppure a dire all'infermiera del desk che mylady è caduta e ha una caviglia come una zampogna. Sono le 9 e 30 del mattino: inspiegabilmente c'è più gente qui che ad un "inchino" della Costa Crociere. Eppure sto tipo ansimante ansima e a me non resta che rispolverare un po' di umanità, mi volto verso di lui.
Ha tutti i sintomi di un aspirante infartuato.
"Prego, faccia prima lei" gli dico mentre l'altro cerca di giustificare il suo malanno.
"Shcusa" sussurra sibilante in chiara cadenza pescarese
"Ch'è successo?"
"Nu drugat...m'ha tirat nu cazzot"
Lo guardo in faccia e il tossico sembra lui: un misto tra uno sturmtruppen malriuscito e un salablacco allevato a pagnotte e ventricina.
Quando si accosta al microfono del desk lo sento giustificarsi con l'infermiera affetta da alopecia: "Sono stato malmenato...n'ariesc arfiata'*"

*Non riesco a respirare

"Quando è successo?"
"Sabato"
"Oggi è lunedì"
"Eh, lo so, ma mo m'abbbiat a dule'*"

*Ora ha cominciato a farmi male


Scandisce il suo nome...
PICCIONI - si chiama PICCIONI.

Passa avanti. Aspetterà un'oretta, tra triage e qualche lastra.
Io sono rimasto lì, insieme a mylady fino alle 17 e 30 - 8 ore - dico OTTOORRE - per una distorsione alla caviglia (sormontato da una casistica di codici rossi che neanche a Kabul, sotto bombardamenti).
Lo vedrò andar via, tutto soddisfatto, col suo bel referto in mano, mentre io sono fuori a fumarmi l'ennesima stoppa dello stressato.
Neanche mi riconosce. Appena fuori dal Pronto Soccorso, con incredibile agilità il suo braccio da quasi infartuato afferra un iPhone e lo sento parlare con voce vispa e invitta con una qualche Vanessa.
"Amo' tutt'appost...Mo pass all'assicurazion e videm s'arscem a ji a Sciarmelscec p'pasq*"

* Amore, tutto a posto, ora passo all'assicurazione e vediamo se riusciamo a farci un viaggio a Sharm El Sheik per Pasqua

Piccio', ti puzza pija' na paralis
che ti diano il codice bianco
e che in fila tu possa trovare una marea di terremotati sordi e asociali
dallo sputo facile.
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