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capitava a volte che ci fermassimo...
La musica, è sigur ros.

Capitava, a volte, che ci fermassimo a fissare la neve in cortile.
Una volta ogni 2/3 anni, il tempo necessario perchè una qualche corrente dall'Est riorganizzasse le proprie forze e sbiancasse il litorale.
E la neve scende su popoli di pescatori e collinari, gente della "bassa".
 neve dai balcani

Scende su una domenica prima del natale, quando puoi restare al caldo sotto le coperte, o alzarti di buonora per farti un bagno caldo, ritirare un po' di ceppi bitorsoluti dalla legnaia, chiedere a "ma'" che si magna e sentire già lo scricchiolare del truciolato nel forno.
Polletti e patate, zucche, salsicce di fegato, pane, pizza bianca e rosmarino.

Capitava a volte che il tempo scorresse così.
Potevo versarmi un bicchiere di Lagavulin e scommetterci che il buon vecchio Lester per il 25 si sarebbe concesso il suo solito pacchetto di Davidoff Magnum e una cravatta di lana alla Bertinotti.

Capitava, a volte, che ci fermassimo a fissare la neve in cortile.
Qui da noi, quando accade, accade per poco. Uno squarcio. 10 minuti di follia e tutto si imbianca. Se sei bambino devi guardarla bene, la neve. Stai sicuro che stanotte non gela, poi pioviggina, poi si scioglie.
Legge fisica e insondabile, la neve, da noi.
Devi correre, devi fare presto. Ripescare lo slittino rosso con l'adesivo Ferrari che zio Fausto ci ha attaccato nell'83. Correre, correre, verso il colle. Dosso sbilengo con la sinuosità del fondoschiena di un'ottuagenaria.
E scendere a valle, schivando olivi e canneti.

E poi, la neve sul mare.
Miracolo. Acqua su acqua.
Al massimo sabbia, che neppure la vedi più.
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