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Web TV e radio: tassa e richiesta autorizzazione per trasmettere. Nuova legge approvata
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Un provvedimento di Agcom impone alle web Radio e alle web TV di fornire una dichiarazione di inizio attività e di pagare un costo di autorizzazione di 750 e 1500 euro rispettivamente.
Quanto paventato pochi mesi fa dalla FEMI (Federazione Italiana Micro Web TV) potrebbe forse verificarsi entro breve tempo. Il discusso decreto Romani che ha recepito la Direttiva comunitaria 2007/65/CE in materia di AVMS (Audiovisual Media Service) ha prodotto una prima conseguenza sotto forma di un provvedimento approvato da Agcom, l’Authority chiamata a dare attuazione alle norme elaborate dall’allora viceministro dello Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni, ora titolare del ministero precedentemente guidato da Claudio Scajola e poi ad interim dal premier Silvio Berlusconi.

Un provvedimento il cui contenuto è stato reso noto da Alessandro Longo su Wired Italia: le web radio saranno obbligate a fornire una dichiarazione di inizio attività e a pagare un costo di autorizzazione pari a 750 euro. Per le web TV con palinsesto, invece, l’autorizzazione a trasmettere online costerà 1.500 euro.
Lo scorso luglio, la FEMI aveva pubblicato una lettera aperta indirizzata a Corrado Calabrò, presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. In sintesi, la missiva indicava nel decreto Romani, nelle sue «pastoie burocratiche», nell’elevato costo dell’autorizzazione (si parlava allora di 3.000 euro) e nei «controversi regolamenti attuativi», la possibile fine di tanti piccoli operatori video italiani che lavorano su Internet e delle cosiddette Micro Web TV. La lettera era stata firmata anche da Guido Scorza, presidente dell’Istituto per le Politiche dell’Innovazione.
Se è vero che i costi per l’autorizzazione sono sati ridotti, è altrettanto indubbio, si sostiene da più parti, che il provvedimento approvato da Agcom potrà avere pesanti conseguenze per i titolari e i gestori di web radio e web TV.
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