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e state altrove
 roma d'estate
la città può a fare a meno di te.
Qualsiasi città.
Chiunque tu sia.

La guardi, prima di serrare le persiane e assicurarti che il gas sia chiuso bene.
La città può fare  a meno di te.
Perchè la città ad agosto è asfalto rovente, silenzio, ticchettare di alluminio infuocato dalle pensiline dei bus.

è solo un sogno di rumeni e serrande abbassate. è panchine orfane, erbacce e vie consolari vuote come la testa dopo una sbronza.
è cortili e parchi dove impazzano le cicale e i cani si accoppiano nudi, dietro al vaticano.
Ad agosto, la città esiste senza di te. 
Senza di alcuno.
Ha gli occhi serrati di verde e marrone stinto dal sole, nei condomini dove restano solo tarli e portieri.
Non ricorda il nome dei palazzinari che l'hanno tirata su.
è come una quattordicenne che i genitori lasciano sola a ferragosto.
Non ha memoria. Non ha colpa, nè scrupoli.

Vive altrove la sua estate, come un gatto che ha quanto basta.
Quando tornerai, se tornerai, non pensare di conoscerla o di ritrovarla, perchè lei ti sorriderà mignotta dietro la sua cappa responsabile di Settembre, la sua aria più fresca.
E allora tu l'amerai ancora un po', per un'altra stagione, senza conoscerla, quando - felice - è sola. 

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