mercoledì 13 maggio 2009
2008, alle case discografiche 42 milioni di euro da radio, tv, bar e negozi
da rockol.it
La musica “d’ambiente”
(diffusa in negozi, alberghi, bar, oltre che attraverso le radio e le
televisioni) porta alle casse delle imprese discografiche italiane, e
di riflesso agli artisti, quasi un quarto di quanto ricavato dallo
smercio di prodotti discografici nei punti vendita tradizionali e sulle
piattaforme digitali: 42,6 milioni di euro nel 2008 a fronte dei 178
milioni incassati vendendo cd e download a pagamento. E mentre il
fatturato discografico (fonte FIMI/Deloitte) cala del 21 %, quello dei
“diritti” discografici cresce del 23 %: lo rivela SCF, il consorzio che
per conto delle società discografiche raccoglie royalties da
chi utilizza musica registrata in pubblico.
Il bilancio appena
approvato dall’assemblea del Consorzio rende conto dell'origine degli
incassi: il 37 %, 15,7 milioni di euro (+ 26 % rispetto al 2007),
proviene dalle emittenti radiofoniche e televisive che trasmettono
musica, con un deciso incremento nell’ambito dei canali satellitari; il
33 %, 14 milioni di euro (quasi il 60 % in più che nel 2007) arriva da
esercizi commerciali e utenti pubblici, con alberghi, bar e ristoranti
nel ruolo di maggiori “contribuenti” davanti a discoteche e palestre
(che tuttavia registrano un incremento esponenziale: + 280 %),
parrocchie ed enti organizzatori di mostre, fiere e manifestazioni
varie; più ridotto, infine, il gettito proveniente dalle tv e radio che
trasmettono via Internet o reti mobili, comunque triplicato nell’arco
di un anno.
“In controtendenza con lo scenario economico generale e nonostante la
crisi in cui versa il mercato discografico tradizionale, nel 2008 la
raccolta di diritti discografici ha conseguito ottimi risultati”,
spiega il presidente di SCF Gianluigi Chiodaroli. “Le buone
performance”, aggiunge, “sono frutto di una strategia matura che trova
attuazione nello sviluppo di solide relazioni con primarie associazioni
di categoria, come nel caso dell’accordo recentemente siglato con FIPE
(Federazione Italiana Pubblici Esercizi), e nel presidio territoriale
ad opera della nostra rete, attiva nel Centro-Nord Italia”. Nell’arco
di tre anni, spiega ancora Chiodaroli, SCF mira alla copertura di tutte
le aree di business nel Centro-Nord Italia e ad espandere la sua
presenza nel Sud del Paese. L’obiettivo è di far crescere gli incassi
di un altro 15 % all’anno.
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