da
Ticinonline
Lugano
- Un gruppo di dipendenti della RSI sta raccogliendo firme per opporsi
alla vendita dello stabile di Besso e trasferire l'intera radio a
Comano. Una petizione iniziata tra le mura dell'emittente radiofonica e
ora è uscita all'estreno coinvolgendo anche i cittadini. La possibilità
di mettere in vendita lo stabile che ospita gli studi della RSI a
Besso, in vista del trasferimento di tutti gli uffici a Comano, non
piace affatto ai dipendenti dell'emittente radiofonica. Tanto che nelle
scorse settimane un gruppo di giornalisti RSI vicini al Sindacato
Svizzero dei massmedia ha lanciato una petizione con la quale si oppone
alla vendita.
Una petizione che inizialmente era solo destinata a raccogliere firme
all'interno dell'emittente radiofonica, ma che ora è uscita dalle mura
della radio coinvolgendo anche tutti i cittadini di Lugano.
È Renato Minoli, Presidente di Sezione del Sindacato Svizzero dei
massmedia, a spiegarci il perchè di questa raccolta di firme. "La
petizione è nata su sollecitazone giunte da diversi settori e da
esponenti del mondo economico, culturale e politico, che giudicano
incomprensibile la modalità di questo progetto di vendita e del
successivo trasferimento. Non abbiamo lanciato la petizione perchè
vogliamo difendere il nostro cadreghino, come qualcuno vuol fare
intendere, bensì il nostro è una sorta di obbligato servizio da una
parte nei confronti dei nostri collaboratori che non sono stati
preventivamente consultati su questo spostamento - come prevede il
contratto collettivo di lavoro, dall'altra parte in quanto servizio
pubblico vogliamo rispondere alle sollecitazioni esterne che trovano
questo spostamento e questa vendita del tutto immotivata". (...)
In radio la chiamano già la "kleine Migration", quella che riguarderà
prossimamente l'informazione locale, a cui farà seguito la "Grosse
Migration" con il trasferimento di tutti gli uffici. Il gruppo
contrario a questa emigrazione che si è costituito in radio conta già
una settantna di dipendenti, ai quali si sono aggiunti anche diversi
coleghi della televisione. "Chiediamo uno stop al progetto - ci dice
Renato Minoli - in attesa che si risolvino tutta una serie di problemi
molto concreti in merito a questo trasferimento".