domenica 9 dicembre 2007
istanti - fenomenologia di un faretto alogeno
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Lester sorseggia la sua solita e mi dice che gli hanno acceso un faretto del cazzo tra l'aorta e l'intezione. Faccio una faccia da punto interrogativo. Lester si spiega meglio. "E' che davanti casa mia, c'è un cantiere. Lavori in corso. La Ditta ha piazzato un bel faretto sull'impalcatura...mi hanno acceso un faretto del cazzo che punta dritto dritto alla mia finestra, capisci. Getta una luce ibrida, che sa di plastica e chimica. "Minchia compare, mi sta pigghiando male..." dice Lester "è come se avessi una specie di monito sotto forma di faretto alogeno piazzato nel cervello...non lo so...è una sensazione strana...mi sveglio di notte, vado in cucina a cercare del latte in frigo e mi trovo in una specie di scena finale di "The Cube". Fuori, nel bianco, solo un'immensa distesa di stupidità umana. Quel cazzo di faretto mi sembra Dio. Dio che mi dice che dovrei smetterla di mangiare patate la sera.
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Fumare più di 4 sigarette al giorno. Sprecare acqua. Dissipare semenza".Già.Lester e le sue solite fisime da esteta. Quest'uomo è capace di cacciarti fuori Dio da un faretto alogeno.Lo adoro.E mi viene in mente una delle poesie che Borges scrisse nei suoi ultimi anni di vita.
ISTANTI
Se potessi vivere di nuovo la mia vita. Nella prossima cercherei di commettere più errori. Non cercherei di essere così perfetto, mi rilasserei di più. Sarei più sciocco di quanto non lo sia già stato, di fatto prenderei ben poche cose sul serio. Sarei meno igenico. Correrei più rischi, farei più viaggi, contemplerei più tramonti, salirei più montagne, nuoterei in più fiumi. Andrei in più luoghi dove mai sono stato, mangerei più gelati e meno fave, avrei più problemi reali, e meno problemi immaginari. Io fui uno di quelli che vissero ogni minuto della loro vita sensati e con profitto; certo che mi sono preso qualche momento di allegria. Ma se potessi tornare indietro, cercherei di avere soltanto momenti buoni. Chè, se non lo sapete, di questo è fatta la vita, di momenti: non perdere l'adesso. Io ero uno di quelli che mai andavano da nessuna parte senza un termometro, una borsa dell'acqua calda, un ombrello e un paracadute; se potessi tornare a vivere, vivrei più leggero. Se potessi tornare a vivere comincerei ad andare scalzo all'inizio della primavera e resterei scalzo fino alla fine dell'autunno. Farei più giri in calesse, guarderei più albe, e giocherei con più bambini, se mi trovassi di nuovo la vita davanti. Ma vedete, ho 85 anni e so che sto morendo. Mi sta che stanotte me ne andrò a dormire dal vecchio Lester. Mi va di sentire - piantata tra pixel e vetiver, lo sguardo di un Dio alogeno. Magari, anche solo a ricordarmi che è decisamente ora di pulire i vetri della sala(!).
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