venerdì 24 agosto 2007
la cura
Ci prendiamo un caffè dopopranzo, sui tavoli di uno stabilimento balneare della riviera sud. Su di noi il solito cielo espressivo come la faccia di Zdenek Zedman e una calotta di afa grigia modello Indesit. Mi passi "Caos calmo" di Sandro Veronesi. Mi dici che ci ha messo 4 anni a scriverlo, soppesando ogni parola, dal suo ritiro toscano. Parliamo di come e quanto dorme Martina. Di come un figlio sia qualcosa di totalizzante. Ogni sera le metti Ludovico Einaudi in sottofondo, a volte qualche ballata di De Andrè. Poi parliamo di Scampia, dei roghi, dei piromani, dei calabresi, delle faide. Parafrasando un vecchio poeta bulgaro, potrei dire che "parliamo di culi e di dio". Pare che Roberto Saviano sappia che i Casalesi non perdonano e che la loro vendetta avrà tempi lunghi, ma prima o poi un cucciolo del clan (non ancora nato) regolerà lo sgarro. Parliamo di altri figli, e indirettamente di altre madri. Di quelle volgari, ignoranti, sboccate, violente, capaci solo di sbraitare contro le forze dell'ordine, di incatenarsi, di giocare alle Erinni infuriate contro Stato e istituzioni (non sanno neanche chi sia il loro Presidente della Repubblica). In cosa sarebbero "madri", queste iene con le tette!? - penso. Io da un po' ho la mia ricetta post-atomica e destrorsa che contempla solo il totale abbattimento del Brutto in cui come muffa si insediano (di riflesso) camorra, 'ndrangheta, mafie e corone unite. L'estirpazione dei figli dal seno rancido delle madri, dal seme corrotto dell'ignoranza e della sopraffazione altrui. Perdere 1/2 generazioni di guappetti che a 8 anni fumano, spacciano e al massimo sognano di diventare Cannavaro. Perdere generazioni intere di padri e di madri che non hanno mai iniziato a esserlo. Chi dovrebbe fare tutto questo? Lo Stato e i suoi enti territoriali? No, sono gli stessi che hanno costruito (o assecondato per decenni) ecomostri e case popolari da cui scappano pure le pantegane. L'esercito? Gli Assistenti Sociali? Da buon ateo confido in Dio.
Vedetevi questo video di Ian Wharton e Edward Shires. C'entra qualcosa con la cura che ognuno dovrebbe mettere per meritarsi un po' di luce quotidiana.
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