da
quotidiano.net
I programmi e le catechesi di padre Livio Fanzaga, trasmessi
da 'Radio Maria', tengono compagnia a Gianni Morandi quando è in
automobile. Lo rivela il popolare cantante in un'intervista al sito
'papanews.it'.
"In particolar modo - spiega - quando viaggio in autostrada, non
cambio frequenza neanche per un istante". E c'è una ragione se uno dei
cantanti italiani più conosciuti e apprezzati nel mondo preferisce i
programmi religiosi di Radio Maria e le prediche spirituali di padre
Livio alla musica moderna trasmessa h 24 da moltissimi altri canali:
"Oggi - osserva Morandi - viviamo freneticamente, tra suoni, rumori,
luci, ricerca della ricchezza e del potere. Si straparla eccessivamente
di cose fatue e viene messo da parte il Trascendente. Credo seriamente
- afferma - che si debba recuperare la cultura del silenzio, il dolce
suono del silenzio, e saper ascoltare se stessi, gli altri e ciò che ha
da dirci il Signore". Ma quando mai - si domanda - ascoltiamo il
silenzio e ammiriamo la bellezza del creato che solo Dio ci sa donare?".
Al quotidiano on line 'Petrus', l'eterno ragazzo di Monghidoro,
parla della sua fede cattolica che rappresenta, dice, "quanto di più
intimo possa esistere". Non usa il termine conversione, ma descrive il
suo cammino come "una piacevole riscoperta". "Mio padre - racconta -
era ateo, mia madre profondamente credente. Sino all'età di
quarant'anni sono cresciuto come se Dio non esistesse, poi tutto è
cambiato. Mi ha molto aiutato il Parroco di Monghidoro, il mio paese
natale. È stato anche grazie a lui che ho incontrato Dio e mi sono
avvicinato al creato. Diciamo che mi sono reso conto che sino a quel
momento avevo vissuto una vita di successi artistici, di danaro, ma
anche intimamente ed estremamente vuota. Ho avvertito un terribile
senso di sazietà interiore, di frivolezza, ed ho deciso di voltare
pagina. È così - assicura Morandi - che mi sono intimamente convinto
che solo in Cristo esiste vera concretezza, vera gioia e serenità".
Da qui la scoperta che "il cristianesimo è la religione del sì e della gioia". E
che "la preghiera è importante, decisiva. Ma anche il mettere in
pratica il comandamento dell'Amore. 'Ama il prossimo tuo come te
stesso'. Se tutti noi lo facessimo davvero, saremmo - ritiene il
cantante - più liberi e felici". A Benedetto XVI Morandi vorrebbe
dedicare non una canzone del suo repertorio ma 'Che cosa resterà di me'
di Franco Battiato: una canzone "bellissima e intensa. Quando la
ascolto, mi chiedo sempre: sarò capace di lasciare qualcosa di
tangibile e di bello agli altri? Confesso la mia debolezza: ho paura
della morte, diciamo - conclude - che non mi sento ancora pronto".