lunedì 20 aprile 2009
«Radio Oggi», la radio de «l’Unità»
da L'Unità
Era una piccola radio
illegale, ma diede in anteprima mondiale la notizia dei fatti
d'Ungheria del 1956. Trasmetteva da una villa nascosta nella periferia
di Praga, ma raccontava l'Italia come nessun altro poteva permettersi
di fare, sfidando il monopolio Rai e l'imperante verbo democristiano.
Ci lavoravano esuli politici in fuga dai processi del periodo Scelba,
non giornalisti professionisti, ma superava i 4 milioni di ascoltatori, si sentiva nei bar e nelle sezioni di tutto il paese. Era Radio Oggi in Italia, la prima radio clandestina italiana e comunista, a lungo considerata la radio
de L'Unità per gli stretti legami allacciati con la redazione del
giornale, che ad esclusivo uso dell'emittente organizzò una sorta di
agenzia di stampa per passare le notizie di giornata in Cecoslovacchia.
Eppure si tratta di una storia sconosciuta, conclusa quasi senza
lasciar traccia negli archivi dell'informazione e della politica
nazionale. La guerra delle onde. Storia di una radio
che non c'era s'intitola il documentario di Claudia Cipriani e Niccolò
Volpati, che vuole sottrarre all'oblio del tempo un'esperienza
radiofonica unica, per molti versi antesignana della stagione delle radio
libere degli anni Settanta. Il filmato - proiettato ieri a Pordenone
nell'ambito del festival Le voci dell'inchiesta, promosso da Cinemazero
con l'Università di Udine - segue il viaggio nella memoria di Stella,
storica speaker dell'emittente, che decide di tornare a Praga per
ripercorrere le tappe del proprio vissuto politico e personale. Stella
iniziò a lavorare a Radio Oggi in
Italia fin dall'apertura nel 1950, quando poco più che ventenne fu
costretta a lasciare l'Italia per sfuggire a un'incriminazione politica
in seguito alla repressione delle lotte operaie alle Fonderie di
Modena. Nel 1963 caddero tutte le accuse nei suoi confronti, ma lei
decise di restare alla radio fino alla sua chiusura nel 1970, imposta dalla normalizzazione dell'Unione Sovietica a causa delle sue posizioni pro-Dubcek
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