HomeSkip Navigation LinksHOME PAGE » K - Radio » «Radio Oggi», la radio de «l’Unità»
«Radio Oggi», la radio de «l’Unità»

da L'Unità

Era una piccola radio illegale, ma diede in anteprima mondiale la notizia dei fatti d'Ungheria del 1956. Trasmetteva da una villa nascosta nella periferia di Praga, ma raccontava l'Italia come nessun altro poteva permettersi di fare, sfidando il monopolio Rai e l'imperante verbo democristiano. Ci lavoravano esuli politici in fuga dai processi del periodo Scelba, non giornalisti professionisti, ma superava i 4 milioni di ascoltatori, si sentiva nei bar e nelle sezioni di tutto il paese. Era Radio Oggi in Italia, la prima radio clandestina italiana e comunista, a lungo considerata la radio de L'Unità per gli stretti legami allacciati con la redazione del giornale, che ad esclusivo uso dell'emittente organizzò una sorta di agenzia di stampa per passare le notizie di giornata in Cecoslovacchia. Eppure si tratta di una storia sconosciuta, conclusa quasi senza lasciar traccia negli archivi dell'informazione e della politica nazionale. La guerra delle onde. Storia di una radio che non c'era s'intitola il documentario di Claudia Cipriani e Niccolò Volpati, che vuole sottrarre all'oblio del tempo un'esperienza radiofonica unica, per molti versi antesignana della stagione delle radio libere degli anni Settanta. Il filmato - proiettato ieri a Pordenone nell'ambito del festival Le voci dell'inchiesta, promosso da Cinemazero con l'Università di Udine - segue il viaggio nella memoria di Stella, storica speaker dell'emittente, che decide di tornare a Praga per ripercorrere le tappe del proprio vissuto politico e personale. Stella iniziò a lavorare a Radio Oggi in Italia fin dall'apertura nel 1950, quando poco più che ventenne fu costretta a lasciare l'Italia per sfuggire a un'incriminazione politica in seguito alla repressione delle lotte operaie alle Fonderie di Modena. Nel 1963 caddero tutte le accuse nei suoi confronti, ma lei decise di restare alla radio fino alla sua chiusura nel 1970, imposta dalla normalizzazione dell'Unione Sovietica a causa delle sue posizioni pro-Dubcek
Link permanente | commenta questo post | leggi tutti i Commenti (0)