HomeSkip Navigation LinksHOME PAGE » fino a qui tutto bene » Cocktail Society: i media siamo noi.
Cocktail Society: i media siamo noi.
i media propongono modelli distorti

Lo ha detto Papa Benedetto Decimo Sesto, nel tradizionale messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (24 gennaio 2008).
"I media impongono violenza e modelli distorti."

Vero.
Lo dice proprio nel giorno in cui la tv trasmette le immagini della spazzatura napoletana, delle dimissioni di Mastella, della caduta del governo Prodi, dello spettacolo indecente della solita Banana Repubblic.
I media impongono le urla e i gesti volgari dei Senatori (che al tempo dell'Antica Roma erano i saggi, gli assennati e i rispettabili depositari della Cosa Pubblica).
I media impongono che si definiscano "telegiornali" il TG4 o Studio Aperto (l'uno - che non dovrebbe neanche più esistere via etere -  in collegamento stabile con il focolare di Arcore -; l'altro intento a raccontarci di efferati e lacrimevoli fatti di cronaca, miracoli e gattini salvati da pompieri che non arrivano alla fine del mese).

[l'Udeur ha raccolto circa mezzo milione di voti, nel 2006. L'1,4% dei voti validi, ottenuti perlopiù in Campania. Determinanti, dato l'equilibrio delle forze in campo. Non solo fra gli elettori, ma anche in Parlamento. E soprattutto in Senato. Dove, infatti, numerosi "soggetti politici" sono in grado di condizionare le scelte della "maggioranza". Partiti individuali - o quasi - e individui senza partito. Pallaro, Di Gregorio, i Liberal-Democratici (LD: come Lamberto Dini), Turigliatto. E altri ancora, la cui visibilità dipende dal momento. Ovvio che ogni partito con basi elettorali limitate e tanto più i partiti individuali, presenti solo in Senato, temano ogni legge che ne metta a rischio l'esistenza. Ma anche l'influenza. Leggi maggioritarie veramente maggioritarie? No grazie. Proporzionali? A condizione che non pongano vincoli troppo esigenti. L'ideale: un proporzionale con soglia di sbarramento allo 0,5%. Oppure, in alternativa: una legge elettorale che "costringa" tutti a indicare le alleanze "prima" del voto. Così che, in un clima di incertezza tanto elevata, nessuno possa rinunciare a nessuno, se vuol vincere le elezioni. Leghe locali, pensionati, casalinghe, consumatori; e domani, immaginiamo, tassisti, professionisti e nimby di ogni genere, tipo e latitudine]
Ilvio Diamanti


Cocktail society.
La Franzoni, la Mmonnezza, il delitto di Perugia, Sanremo, il bollettino quotidiano dei morti in Medio Oriente, la crisi delle Borse, lo spettro della Recessione et cetera et cetera.
I media impongono che i partiti si fondino a tavolino e che la rappresentanza sia solo gioco delle parti.
Impongono anche che uno dei massimi organi di un'autorità religiosa (la CEI di Monsignor Bagnasco) parli di un "Paese spaesato e in crisi morale".
Che detti sentenze sulle leggi e sui principi (discutibili o meno) di uno stato sovrano, per di più laico (a parole).
Salvo farlo nello stesso giorno in cui l'Eurispes presenta i dati della sua indagine sulla fiducia che gli italiani riservano alle istituzioni (per la cronaca: la Chiesa è al di sotto del 50%).
I media impongono la processione dei politici (di ogni razza e derivazione) che ossequiano alla "ricentratura" di cui parla la conferenza dei Vescovi.
Impongono uomini che non sanno neanche decidere che cravatta mettersi la mattina e vorrebbero guidare un paese.
Impongono la dissoluzione di 2 delle più importanti tradizioni sociali della nazione (il Socialismo Riformista e il Cristianesimo Democratico) scioltisi in un partito ibrido (il PD) che è sicuramente "democratico" ma che ancora non è un "partito" (inteso come "fazione" o soggetto pubblico associativo in grado di esprimere issues univoche).
I media impongono la Mafia, i Cuffaro, i mutui, le Banche, i maghi, le cartomanti, i neomelodici, gli opinionisti.
Il Bene, il Male, il Giusto, l'Errato.
Modelli. Distorti, come qualsiasi tentativo di convincere l'altro della "condivisibilità" delle nostre idee e dei nostri idealtipi.
Siano essi proposti dalla Chiesa o da un venditore di Aspirapolveri.

No, Decimo Sesto, i media non impongono proprio nulla.
Sono solo canali.
Tubi, cavi, antenne, onde: meccanica attraverso la quale vivere le nostre epifanie (parola che viene dal greco e che significa "apparizione, manifestazione").
Essi sono come uno di quegli abitanti di Pianura che prima chiede le dimissioni di Bassolino (che comunque dovrebbe accettare il consiglio) e poi butta la mmonnezza dal finestrino dell'automobile in corsa.
I media sono solo lo specchio e il sintetizzatore fedele dell'anima dei tempi.
I media siamo noi, che chiediamo una raccomandazione al politico di turno.
Siamo noi, che votiamo gente che ci somiglia.
Noi, che evadiamo le tasse. noi che crediamo che i mali atavici di questo paese si possano risolvere in 18 mesi. Noi che in 18 mesi non proviamo a risolvere questi mali atavici.
Noi che voteremo Berlusconi e poi Prodi e poi Berlusconi e poi Prodi.
Noi, che possiamo credere autorevoli e rispettabili opinioni di porporati intrisi di temporalità.
Gente che scruta nelle coscienze di chi abortisce e dimentica quegli aborti di coscienza che popolano le proprie anime.
E' tutto molto più semplice.
I media siamo noi.

(Amen)

PS: a volte i media sono anche "parole sacrosante":

Link permanente | commenta questo post | leggi tutti i Commenti (0)