
da
Agendadelgiornalista.it
Ultimo round a Europa 7. E Francesco di
Stefano, patron del canale televisivo, ora vuole danni e frequenze. La
Corte di Giustizia dell’Unione Europea infatti, interpellata dal
Consiglio di Stato, ha affermato il diritto di Europa 7 a trasmettere
in chiaro e boccia il sistema italiano di assegnazione delle frequenze
televisive analogiche. Per la Corte di Giustizia il regime italiano
“non rispetta il principio della libera prestazione dei servizi e non
segue criteri di selezione obiettivi, trasparenti, non discriminatori e
proporzionati”.
Gli interventi normativi “hanno perpetuato un regime transitorio, con
l’effetto di non liberare le frequenze destinate ad essere assegnate ai
titolari di concessioni in tecnica analogica”. È stato così di fatto
impedito “l’accesso al mercato degli operatori privi di
radiofrequenze”, un effetto “consolidato dall’autorizzazione generale,
a favore delle sole reti esistenti”. Pertanto, per la Corte
“l’assegnazione in esclusiva e senza limiti di tempo delle frequenze ad
un numero limitato di operatori esistenti, senza tener conto dei
criteri citati, è contraria ai principi del Trattato sulla libera
prestazione dei servizi”.
Gli effetti della recente sentenza sono molto più ampi del singolo
“caso Europa 7”, che pure si vede finalmente riconosciuti i diritti
acquisiti solo in linea teorica nel 1999. Ma ricapitoliamo gli
avvenimenti più importanti di questa storia. Nove anni fa, infatti,
l’emittente, neonata televisione di Francesco di Stefano, aveva
ottenuto dallo Stato la concessione per una rete nazionale, ma da
allora non le sono mai state assegnate le frequenze su cui trasmettere.
In quello stesso anno, in effetti, il Ministero delle
Telecomunicazioni, con governo presieduto da Massimo D’Alema, autorizza
non senza polemiche Rete 4 a proseguire le trasmissioni analogiche.
Seguono anni di battaglie legali fino al novembre del 2002, quando la
Corte Costituzionale stabilisce che nessun privato possa avere più di
due frequenze (sentenza 466/2002). Il termine ultimo viene fissato al
31 dicembre del 2003. Intanto, però, è in cantiere la legge Gasparri
per il passaggio al digitale, che di fatto annullerebbe il problema
delle frequenze. Il Parlamento approva la legge nel dicembre del 2003,
ma il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi la rinvia alle
Camere, facendo appello proprio alla sentenza della Corte
Costituzionale. Interviene quindi il governo Berlusconi con un decreto
legge del 24 dicembre 2003 grazie al quale la terza rete Mediaset può
continuare a trasmettere e Rai Tre può proseguire nella raccolta
pubblicitaria. La Gasparri viene definitivamente approvata nell’aprile
del 2004. Sarebbe stata modificata dal disegno di legge di Paolo
Gentiloni, ma la caduta del governo ha bloccato la riforma. Il disegno
di legge prevedeva entro il 2009 il passaggio da rete analogica a
digitale per un canale Mediaset e uno della Rai. Tra gli impegni del
nuovo governo, chiunque lo presieda, certamente ci sarà quello di
riordinare il sistema televisivo italiano.
Intanto, il “caso Europa 7” torna nelle mani del
Consiglio di Stato che dovrà pronunciarsi sulla richiesta
dell’emittente “volta ad ottenere – come si legge in un comunicato
stampa della rete – l’assegnazione delle frequenze per potere
finalmente trasmettere a livello nazionale, nonché il risarcimento dei
danni finora subiti da Europa 7”. I pareri naturalmente sono
discordanti. Per Mediaset la sentenza “non può comportare alcuna
conseguenza sull’utilizzo delle frequenze nella disponibilità delle
nostre reti, inclusa ovviamente Rete 4. Il giudizio cui la sentenza si
riferisce riguarda infatti esclusivamente una domanda di risarcimento
danni proposta da Europa 7 contro lo Stato italiano e non può
concludersi in alcun modo con pronunce relative al futuro uso delle
frequenze”. L’azienda ribadisce infatti di essere pienamente
legittimata all’utilizzo delle frequenze su cui opera. “La sentenza si
riferisce alle frequenze – sostiene invece Francesco di Stefano, patron
di Europa 7 – ora la palla passa al Consiglio di Stato ma, è ormai
chiaro, ci devono dare le frequenze come era lampante sin dal primo
momento ed è francamente allucinante e grottesco tutto quello che è
accaduto”.