Kant e l'apetta. Cronache da un tempo di casuale follia.
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Guardo quel che resta di due interi quartieri romani, il giorno dopo la stupida morte di Gabriele Sandri e la conseguente furia degli ultras per le vie della capitale. C'è una foto. Una soltanto, che mi colpisce. Un'Ape Car rovesciata per strada. |
Chi conosce un po' Roma sa che in quel lato lì della città (incastonato nel cuscino residenziale e benestante dei quartieri Prati, Trionfale, Cassia e Flaminia) sarebbe più facile trovarvi parcheggiata la jeep di Bin Laden che un commovente modello arrugginito del mitico Treruote. Eppure è lì, a terra, angustiato dalla “rivoluzione pret a porter” degli ultras contro tutti i celerini e i carramba del reame.
Se fossimo in un romanzo di Irvine Welsh, questo ennesimo capitolo si intitolerebbe “teppa della Corea”. Se fossimo in un film con Tomas Milian, quell'apetta apparterrebbe al commissario Giraldi, o al massimo a un tipo di nome Spartaco che l'indomani si sveglia alle 4 (di notte!) per andare a caricare frutta ai mercati generali.
Sto scrivendo questo articolo per un magazine a diffusione adriatica (si chiama Modus Operandi). Quando queste parole andranno in stampa, saranno passate alcune settimane dall'assurda morte di Gabbo Dj, uno che sonnecchiava tranquillamente in un'auto ferma all'autogrill e si è ritrovato un pallottola tra i sogni. Difficilmente i media staranno ancora parlando di quella inquietante domenica di San Martino, in cui il Caso si è divertito a generare un domino di stupidità e violenza.
Stupidità perché prima ancora che si conoscesse l'esatta dinamica dell'accaduto, i primi collegamenti televisivi dall'autogrill Badia al Pino già parlavano di “tafferugli tra tifosi e polizia: 1 morto”.
Violenza, perché è quella che attanaglia l'animo e le strade di chi resta. Un'incredibile cabala e carambola di errori ed equivoci, ben condita dalla solita “irresponsabilità diffusa” di molti attori (giornalisti, politici, dirigenti, tifosi).
Una combinazione dannata: un poliziotto che incoscientemente si lancia in un intervento che non avrebbe fatto neanche il più esaltato agente della CIA. Sparare ad altezza d'uomo, in una traiettoria che attraversa due carreggiate autostradali in una trafficata domenica mattina.
Guardo l'esatta geometria del foro del proiettile. Guardo il Caso in faccia, la simmetrica coincidenza a incastro di tempi e di spazi. E se Gabbo avesse ritardato di un quarto d'ora la partenza con gli amici, per fermarsi a prendere i cornetti al sorchettaro di via Cernaia?!
E se il poliziotto che ha sparato si fosse visto meno film di Bruce Willis?!
Sono cose che ti chiedi quando - a fine giornata - colleghi mentalmente l'apetta rovesciata a quel buco di nulla lasciato dal foro del proiettile. Potevi esserci anche tu lì, dietro quel buco di nulla, una domenica mattina, rincoglionito di sonno. I tuoi amici a prendere caffè e sigarette al bar, o forse a sfottersi e spaccarsi la faccia con qualche altro teppista della Corea. Di certo nulla di grave. Nulla per cui morire.

Perché dopo quell'autogrill c'è quello ce hai da fare. Perché c'è sempre qualcosa dopo un autogrill, che è solo un posto in cui transitare, per definizione. Magari stai andando a vedere il Motorshow, o un torneo di cricket a Orvieto. Magari, con i tuoi amici, stai andando a trovare una vecchia zia cardiopatica di Sassuolo. O andate a Cuneo, per un meeting tra collezionisti di francobolli mittleuropei.
Ecco cosa mi chiedo: se avessero ammazzato un socio dell'A.F.T. (Associazione Filatelici Trotzkisti) sarebbe successo lo stesso?! Cosa c'entra il calcio, la sicurezza negli stadi e la gestione delle violente tifoserie organizzate? A Badia Al Pino è morto un ragazzo.
E' morto per una stronzata (puntare una pistola ad altezza d'uomo) e per un'assurda fatalità: solo un cecchino di Sarajevo (un hezbollah o un marine) riuscirebbe a beccarti alla nuca da quella distanza. Guardi il foro e guardi la stupidità in faccia. E se quel giornalista avesse evitato di dare già la sua diagnosi con tanto di analisi sociologica e introspezione psicologica dell'accaduto?
E se nel tam tam di incertezze, le autorità predisposte avessero preso una posizione netta, evitando di creare qualsiasi collegamento tra l'omicidio e il calcio? Cosa (non) sarebbe successo?
Quando è stata presa e comunicata la decisione di sospendere Roma-Cagliari, come ogni domenica gli ultras più irriducibili erano già in zona Olimpico. Violenze. Devastazioni. La solita epifania di cori e teppismi. Tutta la mitologia e il sancta sanctorum del movimentismo organizzato di estrema destra. Lo sport è solo un pretesto. So che se chiedessi a uno di quei ragazzini col passamontagna chi sia stato Badoglio risponderebbe senza esitazioni “la mezzala destra del Real Madrid!”.
A Natale, molti di loro non ricorderanno neanche il nome del ragazzo morto all'autogrill.
Si chiamava Gabriele. Gabbo Dj. Uno che poteva amare la Lazio, come il fondente e la gnocca. Uno che non c'entrava niente con l'apetta di Spartaco. Spartaco che domani comunque si alzerà alle 4 di mattina, smadonnerà un po' sul suo mutuo a tasso variabile, rialzerà l'apetta cappottata sul selciato e andrà a caricarsi broccoletti e melanzane a Ostiense.
2 euri e 50 ar kilo, signo', pecchè oggi me gira così!