giovedì 27 settembre 2007
kapusons per la Birmania
"In support of our incredibly brave friends in Burma: may all people around the world wear a red shirt on Friday, September 28. Please forward!" Pomeriggio di Design Sociale alla kapusons. Le immagini che posto sono: la prima il frutto di un dopopranzo a base di tramezzino con cipolla, la seconda una cartolina elettronica in occasione della manifestazione bipartisan organizzata stasera in Campidoglio.
Per approfondimenti sulla situazione birmana vi consiglio un sito ricco di informazioni e dossier: http://www.birmaniademocratica.org (anche qui kapusons c'ha messo lo zampino - in tempi non sospetti).
Per chi non sapesse chi è San Suu Kyi: non è una marca di birra e neanche un santo esotico.
::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Se poi non vi scoccia fare un clic in più scaricatevi questa cartolina elettronica e inviatela all'ambasciata birmana in Italia. Lo stanno facendo centinaia di persone. L'indirizzo è meroma@tiscali.it
ps: un'ambasciata che c'ha tiscali come provider di posta?! una bloggata vi seppellirà....
|
|
martedì 25 settembre 2007
quello che (non) vedi: doppia vita di un pittore mediocre.
|
Il quadro più brutto che avesse fatto. Indubbiamente. Roba accademica: un paesaggio di mare, appena intravisto dalla prospettiva di una collinetta con strani papaveri. Giallo, rosso, nero, verde, blu. Il bianco delle nuvole. Un tredicenne avrebbe concepito lo stesso soggetto. La realizzazione tecnica, poi, non aveva picchi di originalità. Il quadro più brutto che avesse fatto. Indubbiamente. Come per ogni sua realizzazione, però, era solito disporre la tavola in orizzontale, a una distanza di 6/7 metri. Scrutarlo, un occhio chiuso.
|
Era convinto che qualsiasi cosa dovesse essere contemplata da quella distanza. Non meno di 5 metri. Anche un culo, una tetta, non sarebbero più stati gli stessi a distanze inferiori. Le cose, come al solito, dovevi guardarle da lontano. Scordarti di farne parte. Solo così le avresti potute vedere “belle” o “brutte” o “così così”... Aveva deciso che lo avrebbe messo in cornice e appeso al muro in camera, accanto al letto. Nei giorni successivi si riproponeva di rimettere mano ai pennelli e così di sostituire nel giro di pochi giorni quell'obbrobrio. E così se lo era appeso in camera. Due o tre sciacquette di quelle che erano solite frequentare la Casa del Popolo in quel periodo, lo avevano trovato eccezionale. Lui, un genio.
Seguirono giorni di scarsa fantasia. La mano ferma, la testa pesante. Non riusciva più a concepire niente. E il quadro era rimasto lì. .....................................................................
Accadde una notte. Nel cuore più irraggiungibile del buio. Un botto secco di vetri, che lo lasciò qualche secondo inebetito, stordito dal sonno, ma abbastanza sveglio per rendersi conto che la cornice a giorno in cui aveva posto la tela aveva ceduto e la lastra di vetro era precipitata rasente al muro, sfiorandolo nel sonno. Un miracolo. Se solo il letto fosse stato appena qualche centimetro più vicino al muro sarebbe stato investito dalle schegge, che invece erano scivolate, senza far danno, lungo la parete e nell'interstizio tra la parete e il suo corpo. Si è tastato ben bene nel buio. Subito dopo il fracasso aveva capito che il quadro era caduto e già si immaginava trafitto da un lunga lastra appuntita, morire dissanguato nel suo letto. Lo avrebbe trovato la donna delle pulizie 3 giorni dopo. E invece, era ancora vivo, immune da una morte idiota per causa di un abominevole dipinto. Gli venne in mente quella frase di Baricco, in “Novecento”.
<<A me m’ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, Fran!, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, Fran!, cadono giù, come sassi. Non c’è una ragione. Perché proprio in quell’istante? Non si sa. Fran!. Cos’è che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più?>>
Il mattino dopo, si mise a raccogliere i cocci. Sempre più si riteneva un miracolato. E allora decise di ripigliare in mano la sua vita. Disdisse un appuntamento con la sciacquetta di turno e ne prenotò uno in un centro estetico. Si sarebbe ripulito come si deve. Svuotò quel che restava di un Jack Daniel's nel lavandino e si fece un'ultima canna. Mentre raccoglieva le schegge di vetro schizzate ovunque, sentì una fitta sotto il tallone e maledì di aver svolto l'operazione con le infradito. Una scheggia infame conficcata sotto il piede. Classico. Al diavolo! Sarebbe andata via anche la ferita, previa disinfettazione ossigenata. .......................................................................................
Non fu così. Stranamente, dal taglio che si era procurato, non smise di uscire sangue. Usò persino una barretta coagulatrice che nonno buonanima usava per i tagli di rasoio. Niente. Sangue. Discreto, ma persistente. Andò avanti qualche giorno: almeno 10 paia di calzini macchiati di sangue e buttati via, prima di decidersi ad andare da un medico. Seguirono giorni di esami e controlli.
Il responso finale fu morbo di von Willebrand, una disfunzione di una proteina che regola i meccanismi di coagulazione del sangue. In alcuni casi limite può portare a forti emorragie di organi interni. Così, di punto in bianco.
Fran!
La prese in tempo e l'arte, quella con “a” minuscola, gli salvò la vita. Due volte.
|
|
sabato 22 settembre 2007
dove sono le cose che non sono, non so.
Un collezionista italiano ha trovato un LP in inglese di un album di Fabrizio De Andrè. Si tratta di "Tutti morimmo a stento", del '69. Si pensava non esistesse. Ora c'è. Eccone 55 secondi in anteprima.
|
|
venerdì 21 settembre 2007
chi ha squartato Roger Rabbit?!
 |
Si chiama "Eemotio" (credo la "t" si pronunci come una "z"). Chi chatta su Messenger forse lo conosce. E' un'icona molto utilizzata e scambiata tra gli Avatar. Gli occhiolini sbrilluccicano come nell'atto di commuoversi.
Ecco a me fa un po' tenerezza, ma al tempo stesso mi viene da pigliarlo a schiaffi, squartarlo... Un po' come quando da piccolo ti mettevano in mano un piccolo meraviglioso e adorabile pulcino. A me veniva di schiacciarlo. Sono io che sono malato? |
Lucke Chueh è un ragazzino americano con i tratti orientali. Credo non abbia neanche 26 anni e finora non ha fatto altro che disegnare minuscoli quadretti surreali. Dipinge per lo più con acrilico e inchiostro. I soggetti sono personaggi di fantasia: teneri orsetti, simpatici conigli, adorabili pulcini. Un tratto inquietante e commovente, venato di pulp.
Semplicemente geniale. Una di quelle cose per cui i creativi esclamano "Perchè non c'ho pensato io!?"
Una sua mostra sarà ospitata fino ad ottobre alla Gallery 1988 di Los Angeles. Si intitola "Paintings of Hope and Hopelessness".
Se non ce la fate a fare il biglietto, il suo sito personale è: http://www.lukechueh.com
PS: io impazzisco per il pulcino disperato per la caduta di un uovo a terra. |
 |
|
|
giovedì 20 settembre 2007
Grilli & grilletti. Alla fine mi venne il morbo di Le Bon.
|
Beppe Grillo ha fatto una stronzata.La cosa più automatica, nonchè peggiore, che potesse fare - dopo il successo di folla del V-Day.Paventare indirette discese in campo.Indirette, perchè il Beppe nazionale, nella sua logica, apporrebbe una sorta di bollino Ciquita alle liste civiche di incorrotti cittadini che vorranno presentarsi alle elezioni amministrative.Una stronzata.Come se all'ennesimo idraulico incompetente e farabutto che ha provato a sistemarci il lavandino gocciolante, decidessimo di "fare da noi".Proprio perchè la politica è una cosa seria e nobile - niente a che fare per carità con i Mastella e i Calderoli nostrani - non starei tranquillo se fosse nelle mani di un qualsiasi Mario Rossi.Credo di aver un morbo alla Le Bon.Credo che la Gente, quella con la G maiuscola, fondamentalmente sia stronza e incompetente.Siamo un paese di evasori e di furbetti del quartierino: perchè credere di essere migliori di un Visco o di un Bersani?!
|
Io non affiderei mai la riscossione dei tributi comunali al mio pizzicagnolo che (a Maggio!) mi fa pagare le ciliegie 8 euro al kilo.
Non
darei mai le Pari Opportunità al mio vicino di pianerottolo che ogni
sera urla come un ossesso contro la moglie, se la cena non è pronta.
E
non vedrei bene neanche me ad un assessorato alla Pianificazione Economica, visto che l'algebra (per il sottoscritto) è una sorta di alchimia astrusa,
dai risultati incerti.
I politici servono. Non sanno fare una ceppa, al di là di giocare tra protocolli e piani di zona, ma la politica serve.
Ed è tanto più affidabile quanto più essa è trasparente e controllata.
C'è
un dato, uno soltanto, nelle incredibili trasformazioni di questi anni,
a cavallo dell'Internet 2.0 e delle rivoluzioni poste in essere dai
network sociali (quello di Grillo è solo il più evidente). Il dato è la comparsa di una nuova Sfera Pubblica (chi ha fatto studi sociologici può capirmi). Un Open Public che costringe la sfera della Politica a dover rendere conto delle proprie azioni. Mastella non si può permettere di andare a fare il Vip al Gran Premio, perchè ci sarà sempre qualche stronzo col videofonino a immortalarlo. L'onorevole Mele, per quanto potente possa essere (a Ostuni), se una sera dovesse decidere di sfonnarsi di Coca&Mignotte , l'indomani si dimetterebbe. Insomma, il re è sempre nudo.
Vedi Beppe, esiste una cosa sacrosanta che si chiama "potere di delega" e che permette a noi di decidere chi debba amministrarci. Attenzione, però: è un diritto, ma è anche un dovere. Se il politico si comporta male, prima o poi si torna alla roulette delle elezioni, in cui a decidere è il cittadino - salvo ingabbianti leggi elettorali e mattarellum, per i quali esistono le proteste di piazze e l'attivismo civile (leggi referendum).. Credo sia scritto nella Costituzione (di cui butterei il 90%, ma non questo concetto).Un cittadino che diventa politico, per quanto possa avere il tuo bollino, altro non sarebbe che un "politico": cioè un animale che amministra la Polis a nome tuo. Non avresti risolto niente, nonostante il tuo bollino. Come dice il più grande Belzebù politico esistente (Giulio Andreotti): "il potere logora...solo chi non ce l'ha".
Nel frattempo c'è la Piazza (sorrido, perchè la mia tesi di laurea si intitolava "La Piazza e la Rete" e parlava proprio di queste cose). E non solo: c'è un Grande Fratello ormai universale che si chiama Rete e che permette di creare in poco tempo e a costo zero una forza mobilitante unica, che a volte farebbe invidia anche al Signor Ulianov Lenin. Si chiama One Shot Activism: lo usano gli ambientalisti di Green Peace, le resistenze avanguardiste della Società Civile et cetera et cetera. Lo usava l'ormai agonizzante network di Indymedia Italia, figlio del cyberpunk gibsoniano anni '70 e del cyberattivismo post Seattle. Andatevi poi a vedere che dicono gli organizzatori del Festival di Destra Atreju 2007 (lo slogan è: "Aggredire il declino").
Il giorno dopo il V-Day, Beppe pubblica un post che dice fondamentalmente: "E adesso? Dopo il V-day? La parola è ai cittadini. Ogni Meetup, ogni gruppo
può, se vuole, trasformarsi in lista civica per le amministrazioni comunali". La novità è il bollino Ciquita, non il fatto che la politica possa essere fatta dai comuni cittadini (più omeno incazzati con lo schifo che c'è intorno). Anche questo è scritto nella Costituzione, come gli alti compensi dei parlamentari, istituiti proprio perchè chi si trova ad essere "dipendente" degli altri (da cui è delegato) possa ricevere sostentamento ed essere immune dalla pecunia che deve amministrare. Se così non fosse la politica se la potrebbero permettere solo i duchi e i conti dell'800: Cavour non era impiegato in un call center, prima di unire Scampia e Cogne.
Penso che se avessi 20 anni oggi, sarei dalla parte del comico e dei suoi grillini, ma 10 anni in più mi portano su posizioni ulteriormente anarchiche, disilluse, reazionarie e destrorse a volte. Credo seriamente di avere il morbo Le Bon, signori (odio atavico per le folle, più che per i nostri pingui politici).
Fortunatamente non ci sono farmacie di turno, nel mio quartiere.
Buona visione!
|
|
mercoledì 19 settembre 2007
Kiwi & Tecnocasa. La realtà è una sinapsi obesa, il suicidio orizzontale.

L'ho notato ieri sera. Non saprei dire se prende spesso l'autobus a quella fermata. Io sono sempre di passaggio, lì. Per me "gli altri" a una cert'ora diventano gente che aspetta l'autobus, idealtipi weberiani di casalinghe, pensionati, studentesse e impiegatizi vari. Anch'io, che cammino, per loro dovrei essere qualcosa del genere. Uno che cammina. Dovrei dare l'idea di uno che torna a casa, a quell'ora.
Il ragazzo se ne sta seduto sul marciapiede sudicio del benzinaio di via Nizza. Lo noto perchè ha un vestito impeccabile da agente Tecnocasa, la faccia ben rasata, una calvizie precoce che non tradisce però i suoi ventott'anni andanti. Si vede, quando hai ventott'anni. La faccia è quella di uno fermo all'autogrill, esattamente a metà strada tra qualcosa e qualcos'altro. Lo noto perchè, oltre a essere vestito bene (roba da far inorgoglire qualsiasi nonna basso adriatica), è seduto come un punkabbestia in un Centro sociale e ha intorno a sè un bel po' di bottiglie vuote di birra. In più, gesticola e parla da solo. Un fantastico ritratto postmoderno. Un account junior che sbrocca alla fermata del 38 e si cala 6 peroncini in un quarto d'ora, per poi parlare con il suo amichetto invisibile. Penso che sia stato licenziato. Penso che abbia avuto una giornata di merda, oggi. Di nuovo mi torna in mente quel film di Michael Douglas, "Un giorno di ordinaria follia". Non mi stupirei se Tecnocasa cacciasse dalla 24ore una mannaia e facesse a pezzi Capellirossi a 3 metri da lui.
lo so cosa penso, lo so. Quando fai il mio mestiere, la realtà ti appare per immagini e tu sei lì che vorresti immortalare quella foto, dargli un taglio orizzontale stretto e inizi a pensare per quale campagna pubblicitaria potrebbe andar bene. Me la venderei all'AMD (Associazione Manager Depressi), o alla Fondazione Vittime Call Center. Ma fin qui sarebbe troppo facile, troppo D-I-D-A-S-C-A-L-I-C-O... E' questa la parola più corrente, nelle agenzie di comunicazione, quando le sinapsi non riescono a "vedere oltre". Troppo D-I-D-A-S-C-A-L-I-C-O A far slittare i visual e i pay off verso attribuzioni di senso, condivise e comprensibili. Alla fine sono sicuro che Lester troverebbe il bandolo e riuscirebbe a dare un senso all'immagine del tipo in giacca e cravatta circondato da un cimitero di bottiglie, alla fermata del 38.
Ma poi penso che sarebbe altrettanto legittimo pensare a quell'uomo come a uno fuori di testa che oggi si è vestito da Tecnocasa e domani magari sarà Super Mario Bros. Vedo un ragazzo ben vestito che ha deciso di alzare il gomito in un luogo pubblico. Mi sembra solo e disperato. E io noto solo che ad essere insolito è il fatto che indossa la divisa di ordinanza di chi "sta bene". Una giacca. Una cravatta. Non vedo il resto: l'amichetto invisibile con cui parla. Deduco che voglia "dimenticare"qualcosa: un licenziamento. Lo storyboard più banale che potessi immaginare. Ucci ucci credo stiano arrivando (i miei famosi 3 mesi di aridità).
Sorrido. Non saprò mai niente di lui.
|
|
Qui accanto il saggio finale di Dony Permedi per il suo master in ComputerArt. Mi fa pensare al famoso omino che cade dal suo palazzo di 50 piani. Un modo davvero originale di ripetersi "fino a qui tutto bene...fino a qui tutto bene...".
|
Alla fine di questo post sbilenco mi viene da pensare che ha ragione Dony...e mi verrebbe da andare dal Dott. Tecnocasa (se è ancora lì in fermata ad aspettare il 38). Vorrei dirgli che non comprerei mai niente da uno vestito come lui, ma gli direi anche che, a volte (quando tutto precipita in verticale), puoi guardare il mondo in "orizzontale" e accorgerti che i suicidi stanno volando.
|
|
martedì 18 settembre 2007
piove sul selciato
|
|
venerdì 14 settembre 2007
Tovarich Calderoli
Il Ministro della Giustizia Mastella vola con un aereo privato presidenziale a farsi i c...i suoi in un evento mondano. L'ex Ministro Calderoli invece indice una giornata di mobilitazione contro l'Islam, magari mangiando costolette di maiale dentro una moschea. Per capire la portata dell'affermazione leghista immaginate se a un Giordano si fermasse la 500 in via della Conciliazione (pieno Stato Vaticano) e si mettesse a utilizzare un crocefisso come cric per sollevare l'utilitaria. Perchè non andarci a fare il bidet nelle acquasantiere di San Pietro, allora?!
Mi viene in mente una storiella... Nel 1980, a Mosca, c'erano le Olimpiadi. Mancava ancora quasi un decennio alla caduta del Muro di Berlino e alla fine del Socialismo reale. Gli atleti sfilavano al ritmo dell'Armata Rossa, la folla festante (o non) era in delirio.
Il Compagno Presidente Leonid Il'ič Brežnev sta per prendere la parola. La massa si zittisce. Silenzio. Nient'altro. Solo Compagno Silenzio e Compagno Breznev che deve leggere il discorso inaugurale ai Giochi Olimpici.
OOOOOO – esclama Compagno Breznev. Tutti pensano in quel momento che gli strateghi dell'Ufficio Propaganda abbiano escogitato un discorso di estrema verve occidentale. (APPLAUSI!) Il compagno Breznev si dedica ad un discorso emotivamente partecipato – pensano tutti. Poi il Compagno continua – OOOOOO.............oooooo...o......o.... (APPLAUSI!) ooooooooooooooooooOOooooooooooo (APPLAUSI!)
La folla inizia a perplimersi, ma nessuno lo dice. Annuiscono, tutti. Compagno Breznev dice OOOOOO e la folla annuisce.
Discretamente, invisibile come un'ombra inopportuna, si avvicina al Compagno Presidente un membro del Comitato Centrale. Cerca di attirare l'attenzione del Segretario con discretissimi colpetti di gomito. "Tovarich Breznev – dice - Tovarich Breznev...- “...” Il politico ha una faccia idiota mentre si discosta dai fogli, come se il tipo lo avesse distolto dalla pisciata più appagante della sua vita. “Che c'è?! Non vedi che sto tenendo un discorso!?”
(Da leggere con marcato accento russo) “Tovarich Breznev...Perdoni mia insolenza...ma Lei nuon sta leggendo discuorso di Olimpiade.
“...”
“Lei sta leggendo cerchi di Olimpiade”.
|
|
lunedì 10 settembre 2007
un post per mio figlio
Vedi, Palmiro (ah, è Lei che ti vorrebbe chiamare così, se fossi maschio - e non credo c'entri con Togliatti)... Vedi, Palmiro, dicono che la mia generazione sia sfigata perchè è fatta di gente che si ritrova ad aver 30 anni a cavallo tra il Medioevo e Domani. "Generazione di sconfitti che non ha più santi, nè eroi" cantava qualcuno. Generazione che si è seduta dalla parte del torto, perchè tutti gli altri posti erano occupati. E come averne, di Santi, di Eroi? Siamo cresciuti a Pane & Cirinopomicino. Il nostro è il tempo dei Berlusconi e dei Prodi. Troppo poco Santo il primo, impossibilmente Eroe il secondo. E il nostro Papa è uno che ha la faccia di Hannibal Lecter e la limpidezza d'animo di un Telefunken. Chi comandava, al nostro tempo, erano i Mastella, i Bossi, i Mauriziocostanzo, i D'Alema... Gli Emiliofede erano direttori di Tg e gli "Studio Aperto" venivano comunemente considerati Telegiornali. I Pasolini di una volta da noi si chiamavano "Lucignolo". I Buzzati, Federicomoccia.
Vedi, Palmiro, dicono che i Beppegrillo abbiano offeso i Marcobiagi. Che sia stato criminale e terroristico proiettare in pubblica piazza un video in cui al nome dello studioso Marco Biagi venisse associata una dinamica nefasta per un'intera generazione di giovani. Ma è solo una questione di parole e di etichetta. Perchè io questi giovani li vedo dappertutto. Sono i miei amici, i miei colleghi, i miei simili. Sono un'infinità. Sono io.
Non ha sbagliato Beppegrillo. Il vero criminale è chi ha dato la paternità di quella legge a una persona che la aveva intesa in tutt'altro senso. Vedi, Palm, quando un giuslavorista muore ammazzato da mano terrorista è facile per tutti saltare sul Carro Funebre, specie quando si è al Governo e si paga il Defunto come Consulente. Si chiama Pubblicità e fa moooolto comodo se capita quando il Martire sta dalla tua parte. Basta mettere a tacere le voci - come quella del resuscitato Scajola (ricordate il dimissionario Scajola - Ministro dell'Interno- del G8 di Genova?) - che etichettavano i Marcobiagi come Rompicoglioni.
Noi siamo il Paese delle Partite Iva Zanicchi, Dei Fabriziocorona, degli Infami Fischi all'Inno Francese. Il Paese in cui i Morti all'Inferno servono ai Vivi in Paradiso (fiscale) per restare in Purgatorio. L' Infame Nazione Estesa che crede a Babbo Bin Laden per avere in dono Guerra & Pace (americana).
E' così che va il mondo, Palmiro. Oggi è l'11 settembre. Babbo Bin farà il suo discorso alla nazione e tutti crederanno che esista davvero. Amen.
PS: tu, a nascere, aspetta un po'...
|
|
sabato 8 settembre 2007
Kant e Mary Jane F.R.
Nello stesso preciso istante in una discoteca di Edimburgo Lester Galloway in preda ad una “spirale viola” corretta al cointreau confida ad una mary-jane-fica-rotta qualsiasi che noi non moriamo mai nel passato. Il baldo è pienamente consapevole che mary-jane non possa arrivare al concetto. Ma la snocciola comunque, pressappoco così: pensaci bene, mary jane, noi siamo una somma di istanti uno-dietro-l-altro-uno-dietro-l-altro. Io Lester Galloway sono il prodotto di singoli infinitesimali attimi di riproduzione molecolare delle mie cellule. È un casino, mary-jane, è un divenire continuo.
Qual è l’unica cosa che sappiamo di certo?
Che sapremo sempre, anche nel più infame tugurio della Corea?
Mary-jane sorseggia una brodaglia simil alexander.
Di essere vivi. Di essere vivi, finchè non percepirlo significherà semplicemente non essere più.
Noi moriremo nel futuro, mary-jane -
te lo posso assicurare!
|
|
venerdì 7 settembre 2007
il futuro uccide
 |
Il futuro uccide. Stava scritto in uno dei cessi della vecchia stazione ferroviaria di Pescara. L’ha scritta un tale Primo detto "il Duca" il giorno in cui è sceso dal suo ultimo treno. Il giorno in cui ha abbassato la manopola dell’aria, distrattamente. Si infilato la giacca di servizio, distrattamente. È sceso dal locomotore, distrattamente. Ha scambiato due stronzate calcistiche col capobinario, distrattamente. E si è concesso, distrattamente, un’ultima pisciata nella peggior cloaca del centro sud.
|
È stato quello il giorno in cui ha cacciato di tasca il pennarello indelebile.
Ha scelto la ghisa catramata dello sciacquone.
E ci è andato giù pesante, signori:
il futuro uccide.
Frase impegnativa, quasi top dell’aforisma internazionale.
14 lettere…..i-l-f-u-t-u-r-o-u-c-c-i-de….se le si pronunciano distrattamente, senza badare al contenuto, la natura chiusa delle vocali in questione conferisce blasone al concetto.
E’ il 3 settembre del 1985.
C’è un’arietta del cazzo in città, perché non c’è altro al di là della vecchia stazione.
C'è solo il mare e la brezza dei balcani arriva mista ad un po’ di chimica marina.
Succede nelle città di mare.
Nostos algia, dal greco “dolore, sofferenza per il ritorno”.
Ci sono serie possibilità che ti pigli una cosa genere se nasci da certe parti.
Primo detto "il Duca" ha una sua teoria al riguardo.
Ci sta riflettendo su mentre si sta recando ad orinare.
E’ una questione di chimica.
Il porto, le reti del molo, il gasolio, l’odore dello sterco dei gabbiani, l’odore dell’acqua del largo sull’ultimo fiato dei pesci.
E’ questo il concetto che ribadirebbe davanti al più spietato dei plotoni d’esecuzione: l’odore dell’acqua del largo sull’ultimo fiato dei pesci.
L’idea che quella cosa che ti sta morendo davanti ha ingurgitato acqua di alto mare e che ci sia un po’ di quell’acqua anche nel suo ultimo scuotersi.
E’ questo quello che pensa, mentre sono le 19 e 02 di un abulico venerdì 30 settembre dell’85.
Ha appena diretto il suo ultimo interregionale Roma Termini-Pescara. La mogliettina avrà deciso di fare follie e di brindare al suo pensionamento con frittata di rape e zucchine e non appena uscirà da questo cesso ci saranno sicuramente Vanni e Pazzella a pretendere un doppio cognac di requiem alle ferrovie.
E’ questo quello che pensa mentre piscia. Doppio cognac di requiem alle ferrovie. Pesciolini che esalano ultimi umidi respiri. Pensa a De Renzo del reparto pulizie che smadonna sempre come un turco contro gli stronzi che imbrattano le sue adorate fogne.
Si caccia di tasca il pennarello e scrive. Il futuro uccide.
|
|
giovedì 6 settembre 2007
simpsonizzati!
Manca una settimana all'uscita del film sui Simpson (in Italia, il 14 settembre) e la rete come al solito "sta avanti". Simpsonizzarsi è una delle tante possibilità a disposizione degli utenti del fenomenale SimpsonMovie.com. Puoi creare con pochi clic un Avatar che ti somigli davvero, scaricarlo, stamparlo, mandarlo a un amico e un'infinità di altre cose in cui francamente non ho avuto il tempo di perdermi. Non si può vivere perennemente on line, che diamine! A volte esco pure di casa. E poi Springfield è bellissima a settembre (sembra una via consolare di Roma il 15 agosto)!
|
|
mercoledì 5 settembre 2007
Xanax il debole
Ho già le chiavi in mano e sto per infilarle nel pesante portone di casa. Sento che qualcuno, dall'interno, si è lasciato alle spalle il portoncino di vetro e sta per aprire (lui) il Sempregracchiante. Aspetto. Dopo qualche secondo l'omone che mi si para davanti ha l'aspetto di un ex avvocato, di un ex agente immobiliare, di un ex palazzinaro, o comunque di un ex qualcosa. Alto, brizzolato, pizzetto, occhiali dalla montatura seriosa Già so cosa mi chiederà. Non accenna a lasciarmi il passo, resta sulla soglia. Dai, avanti, sputa la fatidica frase da medio bourgeois attento all'orticello. “Scusi, lei dove va?” Ecco, ce l'hai fatta e non ti è venuta neanche male. Giusta intonazione.
“A casa mia?”
Sì, ci metto il punto interrogativo finale, cosìcchè si senta invitato a rispondermi se è la risposta giusta.
L'accendiamo, mio ex democristiano con almeno 2 divorzi alle spalle? “E lei dove va?” gli chiedo. Mi guarda con una faccia sarcastica, di chi sa che da questo momento in poi iniziamo a giocare un po'. “E dov'è che abiterebbe?” “Primo piano, da cinque anni, lei?” “Al terzo, da cinquanta” L'ex professore di Economia Aziendale è evidentemente infastidito dall'avermi risposto. “Bene, e ci incontriamo davanti al nostro portone” dico io. E' una constatazione ma fondamentalmente quello che voglio dire è: coglione, a me non me ne frega niente di chi sta sulla mia testa, al terzo piano, ma per te dev'essere insopportabile non riuscire a capire chi abita a pochi passi dal tuo pianerottolo. Evidentemente stasera il tuo Xanax quotidiano non deve aver attecchito molto. E' questo quello che penso mentre gli allungo la mano e mi presento “Mohammed, piacere” dico. Lui risponde di scatto lisciandomi il palmo: “Fernando”. Poi se ne va.
Io sono quello che stupra le sue figlie, borseggia la moglie e ruba il lavoro al figlio (cocainomane). So che mentre si allontana scuote la testa, dentro di sé. Ho una faccia da occidentale buono, io. Impossibile che mi chiami Mohammed. Penserà che l'ho preso per il culo con leggerezza e la colpa è sua: è stato lui ad attaccare bottone con quella frase da usciere dell'Ufficio Catasto.
Poco male, il giorno in cui - oppresso dai debiti - inscenerà il suo falso sequestro, sarà facile dire che è stato un Mohammed qualsiasi a rapirlo.
|