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do you know "mulinello"?


"La candidatura di Rutelli, al contrario, è il frutto dell'ennesima alchimia di laboratorio (o di loft). Una collocazione di "prestigioso ripiego", per un dirigente che è già stato sindaco due volte, che ha corso e perso un'elezione politica nel 2001, che è stato vicepremier nel 2006 e che ora, nel nuovo organigramma del Pd sconfitto il 13 aprile, rischiava di ritrovarsi senza un "posto di lavoro". L'opinione pubblica, di sinistra ma anche di centro e di destra, ne ha tratto la sgradevolissima impressione di una nomenklatura che usa le istituzioni come "sliding doors". Porte girevoli, dalle quali si entra e si esce secondo opportunità pratica personale, e non secondo utilità politica generale."
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via via vieni via con me

Aldo Balagutti si chiama Aldo Balagutti ma io lo chiamo Croce.

Anche lui mi chiama Croce.

Deve quel soprannome all'intercalare rabbioso di sua zia Gerina, al secolo Calogera Raisi, baffuta vedova, non certo brianzola, venuta dal sud a trovare compagnia, sostegno e salubrità adriatica nella famiglia del nipote. 

Zia Gerina, oltre ad avergli occupato la cameretta con statue di Padre Pio, immagini sacre di San Mastianuzzo e acque miracolose di madonnine di Pompei, aveva colonizzato il cortile di casa con una piantagione di delicatissimi gerani, perennemente minacciata dal nostro Super Santos.

Nei dopopranzo di maggio, quando giocavamo a pallone da lui, la baffuta gli sbraitava contro una sequenza irripetibile di suoni tronchi e aspirati.

"Vastaso, malarucato e facchino, nascisti pi' fare morere a mia...tu si' a me cruci...Cu stu pallune supra i sciure...Si na cruce, tu e macari iddu!”


Iddu. Anch'io. Croce della sua Croce. 

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(copia e incolla)

 Equilibrista su travocco

La nazionale taglia questa piana da nord a sud.

Se vieni da nord hai il mare a sinistra.

Se risali da Sud a destra.

Il travocco se ne sta come un ragno azzoppato in un'insenatura più a sud, verso Sambucito. Noi abitiamo sulla prima collina, a metà strada tra il mare - giù a strapiombo come una promessa - e il paese, bianco - chè d'estate lo confondi con le rocce del colle calvo su cui se ne sta spalmato.

Nei pomeriggi d'inverno, dall'aia della vecchia casa colonica posso controllare che nessuno salga sul pontile.

Nei mesi in cui siamo chiusi, Pa' impedisce con un cancelletto l'accesso al travocco, ma pare che sia stato eletto dalle coppiette quale posto più romantico dei dintorni. 

L'unico in cui Lisa non vada a pomiciare, visto che Pa' la controllerebbe a distanza comodamente sdraiato dalla panca sotto il salice.  

"Mi sono rotto poi di ritrovarmi a marzo a pulire schifezze e vomitate di tutti quelli che ci vanno quando stiamo chiusi”. dice a Ma' “e poi lo so che il Roscio ci si va a fare le canne con gli amici suoi! Non ha capito che io ho già parlato col maresciallo e un giorno di questi gli fa l'agguato...” 




Aldo dice che lui una volta si è fatto una canna e che sono come quelle dei campi, aguzze, che si conficcano sotto il gomito. Dice che è vero che il Roscio se le fa e pure Papponetti e Vitiello della terza D, che ha pure sfrantumato il booster una sera che stava sfatto. 


Da qui, da dove sto, d'inverno – quando piove - il cielo è bianco.

Subito sotto la linea dell'orizzonte si fa cobalto e il mare è una nebbia di spume verdognole cariche della terra raccattata dai fiumi.

In certi pomeriggi, prima che faccia buio, il travocco ondeggia stressando i tiranti e Pa' fuma nervosamente, seduto al primo scalino della veranda.

"Vado giù” dice.

Quando Pa' dice “vado giù” significa che entrerà nella rimessa, si infilerà l'incerata e tornerà al tramonto zuppo come un tonno.


Nonno diceva sempre che il travocco lo devi cavalcare. 

Non cade, un travocco. Non può. Sta lì da prima che tu imparassi a camminare. Perchè dovrebbe?

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voti disgiunti
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L'immaginazione non va al potere: il voto ai tempi del grigiore.

In una campagna elettorale piatta e noiosa, fatta di claim già sentiti e dei soliti faccioni di politici entusiasti, ammiccanti e sorridenti che se ne stanno spalmati lungo le vie delle nostre città, la prima cosa che ti viene in mente quando Sinistra Arcobaleno ti chiama a "inventarti qualcosa per il web" è il grigio.

sinistra arcobaleno
Il grigiore.
A giudicare dall'appiattimento e dal conformismo imperante delle proposte politiche nostrane e dei visual (da essi evocati) si potrebbe quasi coniare un un termine da sociologismo pret a porter: desaturazione degli scenari
Un grigiore che investe sia il livello della proposta politica (non a caso PD e PDL hanno deciso di sgombrare il campo dalle questioni etiche e dalla capacità di immaginare sistemi alternativi), sia l'apporto della creatività e del design alla politica. Parliamoci chiaro, scindiamo i ruoli: in questo caso nasce prima la gallina e poi l'uovo. Viene prima il politico e poi il suo "comunicatore" (la categoria va difesa).
La cosa più sconvolgente è che - per un creativo - la politica dovrebbe essere (sottolineo il condizionale) il terreno simbolico e semiotico più invitante.
Di certo meglio che inventarsi una filosofia per pubblicizzare un frigorifero o un assorbente. Insomma, si parla di Polis, di temi come aborto, guerra, economia, diritti. E', per eccellenza, l'arte di immaginare mondi possibili.

Berlusconi ha smesso di fare e prospettare miracoli, non è più l'unto dal Signore, non ha tempestato le vie delle nostre città con i tanti manifesti e i tanti slogan delle scorse elezioni. Si è limitato a proporre un unico visual: un bannerone con sù scritto "Italia, rialzati!". Una matita che traccia una croce sul simbolo. Quanto di più vecchio (o forse immediato) potesse pensare il gotha dei pubblicitari mobilitati.

Il PD è partito in anticipo e l'immagine generale della campagna veltroniana poteva pure starci: grafica pulita, alla "tedesca" (come faceva notare un nostro cliente qualche giorno fa). Veltroni ha scelto la "via obamiana all'evento", ha iniziato a comunicare da leader mediatico, ha cancellato Prodi e creato una scenografia cinematografica al suo tour. Ha cercato di recuperare quel distacco di 7/8 punti percentuali che lo divideva dai Popolani della Libertà, giocando sullo stesso tasto con cui Berlusconi prospettava il miracolo italiano. Un miracolo che "si può fare". 
Sensazione non molto diversa dal "meno male che SIlvio c'è"

L'idea bertinottiana e dei suoi creativi di insistere sulla mobilitazione "di parte" è stata - a mio avviso - il meglio che si sia visto in giro (insieme al logo dell'UDC resturato in chiave moderna). Sia chiaro che non è una dichiarazione di voto: rientro fortunatamente nella categoria degli "indecisi decisivi".  
Il visual suddiviso a metà mi è piaciuto. Un po' meno la scelta del nero che troppo banalmente evoca tutto ciò che è cattivo (anche per gli antagonisti cattolici).
Ci sarebbe stato bene il grigio, insomma.
Quello che attanaglia le vite di chi non sa se/quando e quanto avrà di pensione, se arriverà a fine mese, se gli conviene accollarsi un mutuo di 30 anni a tassi da usura per andare a vivere con una madama altrettanto precaria o cercare di sedurre il gioielliere sotto casa.
Il grigiore delle tangenziali e di certi quartieri metropolitani espressivi come lavatrice bulgara.
E' quello che abbiamo provato a rendere in tempi record con le clip ispirate ai personaggi dei kartoon. Un grazie particolare va a Davide Colella (Coleeeera) che - tra una birra Ichnusa e una pizza diavola senza capperi - si è occupato, con commovente zelo, del sound design.

Il "ma anche" veltroniano (ormai entrato nel vocabolario nazionale) è nostra inevitabile citazione del Supremo Disegnator Disegni.

PS: tra tutte le cose viste on line in questi mesi, questo video merita.

 
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