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Stronzaggine e pregiudizio: non ci sono più i vecchi di una volta!
Sabato ho aiutato Lester Galloway a traslocare.
Neanche George W. Bush, dopo 8 anni alla Casa Bianca avrebbe avuto così tanta roba da sgomberare: scatoloni di cincaglieria imprecisata, dal peso specifico di una bastimento di uranio impoverito. A condire il tutto, la solita pioggerellina stronza di Roma, mentre l'ausiliario del traffico fissa il nostro furgoncino in seconda fila con lo sguardo meno compassionevole di quello di un gerarca nazista.
Prima di avviare le grandi manovre, notiamo che vicino alle cose che abbiamo lasciato lungo il cortiletto interno, si aggirano due loschi figuri dalla carnagione extracomunitaria.
"Occhio che non ci fottano qualcosa" dice Lester.
L'appartamento è al 4° piano e per quanto sull'ascensore ci sia un perentorio cartello che diffida dall'usarlo come montacarichi, pensiamo che almeno qualche scatolone di libri e pentolame si possa caricare. D'altronde, notiamo che la scala è dotata di due ascensori, ragion per cui ci sentiamo anche magnanimi nel lasciarne uno libero per gli altri condomini. Purtroppo la libreria monoblocco di Ikea, peso specifico pari ad un arcipelago indonesiano, va salita a mano. 
scena dal film "la comunidad" 
Così ci capita di fare subito conoscenza con la signora del 3° piano: non appena la base della libreria sbatte con sopportabile stridio contro un gradino di marmo, ecco la porta che amichevolmente si apre. "Così rompete le scale!" sentenzia la vecchia senza neanche sputare un minimo cenno di convenevole saluto.
Da "bravi ragazzi" ci scusiamo: bisogna avere rispetto delle persone anziane,se non fosse per loro tutti i marmi dei decrepiti condomini del quartiere africano subirebbero le inique vessazioni di traslocatori senza scrupoli.
La signora richiude immediatamente la porta, mentre noi continuiamo il calvario per un'altra rampa di scala.
Quando scendiamo in cortile, diamo un'occhiata a valigie e scatoloni, scongiurando la paranoia che i due "abbronzati" ci abbiano alleggerito di qualcosa.
Dopo varie quintalate di scatoloni, valigie, stendini, ferri da stiro, mensole, vini, pentole, spezie et cetera et cetera, proprio quando iniziamo a intravedere la fine di tutto quel supplizio, mentre siamo intenti a sistemare l'ultimo carico in ascensore, ecco la solita vocettina fastidiosa alle nostre spalle.
"A me serve l'ascensore!" frigna la vecchia del 3° piano.
"Signora, abbiamo lasciato libero l'altro. Se ci può fare il favore, tanto abbiamo quasi finito..."
"L'ascensore non va usato come montacarichi!" sentenzia la tipa. Ha dei capelli giallini stinti dalla pioggia e una mappa di rughe che suggeriscono costrizione e antipatia.
"Signora, ma cosa le cambia?!"
Tra un ascensore e l'altro ci saranno 3 metri: se prende l'altro dovrà fare cinque passi, anzichè mezzo, prima di girare la chiave nella sua serratura.


scena dal film "la comunidad"  
"Questione di principio!" dice lei "E poi, voi, proprio di sabato pomeriggio dovete fare queste cose!"
Ceeeerto, cara la nostra mummia misantropa: non ci ho pensato a prendermi le ferie. Magari lo faccio di mercoledì alle sei di mattina, così hai un motivo in più per venirmi a scampanellare!
Lester la fissa. So cosa sta pensando: anche lui, come me, si chiede da quanto tempo questo essere poco umano non scopi, non sorrida, non si pigli un tè con un'amica.
Sostanzialmente è quello che le diciamo. 
Suona pressappoco così: signora, ma lei non ha proprio un benemerito nulla da fare oggi pomeriggio!?
L'amabile signora del 3° piano, alla fine, la vince: sale sul primo ascensore, mentre Lester si accolla una sedia a dondolo e si fa le scale imprecando.
Dopo un po', mentre ansimiamo in cortile, si apre il portone ed escono i due extracomunitari di prima. Sorridono. Si presentano. Devono essere indiani, o cingalesi e abitano al 5° o 6° piano. Hanno sentito le urla tra noi e la vecchia e ci confortano dicendo di non farci caso, tanto nel condominio sono tutti così (stronzi).
Dicono pure che loro a queste cose non ci badano, tant'è che sono scesi a piedi, anche se gli ascensori erano occupati. 
"Ma noi ne abbiamo lasciato libero uno" esclamiamo.
Poi mi viene un dubbio.
Salgo al 3° piano e noto che entrambi gli ascensori hanno le porte (subdolamente) aperte.
(Vecchia smemorata bagascia)
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