Ciao Pa',
Marco ed io sappiamo cosa diresti adesso, vedendo tutta questa gente accorsa per te, con gli occhi lucidi e le facce di circostanza...
In uno dei tuoi celebri scatti di voce forte e squillante, con quel broncio da finto burbero, che sempre sapeva risolversi in un sorriso bonario, guarderesti tutti di sbieco e diresti:
“E a vu' mo chi cavol v'ha chiamat ?!”
Sappiamo anche cosa faresti un attimo dopo...Inviteresti tutta questa gente a cena da noi, mettendo in croce tua moglie Loredana e mostrandoti indeciso su un'unica questione: pizza o arrosticini?
Marco ed io sappiamo cosa diresti a chi ti guarda adesso, disteso, assopito, sereno...
<< Ma quale “addormentarsi per sempre”?!
È solo un pisolino!>>
Certo, di sonno arretrato ne avevi!
Ieri sera ho acceso per un istante la tua auto: i gatti sono accorsi in un baleno, sperando di trovarti, ma...
Vorremmo che la casa di nuovo si riempisse della tua voce e dei tuoi rumori: legni, ferraglie, trapani, martelli, con cui ogni giorno inventavi il nostro regno.
Sono rimasti tutti lì i tuoi attrezzi...fermi, impalati alla notizia che non c'è più una mano a prenderli e guidarli.
Un poeta una volta ha scritto:
Quante cose,
atlanti, lime, soglie, coppe, chiodi,
ci servono come taciti schiavi,
senza sguardo, stranamente segrete!
Dureranno piú in là del nostro oblio;
non sapranno mai che ce ne siamo andati.
Dicono che la morte sia solo la curva della strada e che morire significhi solo “non essere visti”.
Ecco, noi restiamo da questo lato e la nostra visuale è chiusa da una serie di curve che ognuno attraverserà a tempo debito.
Un giorno, spero presto, smetteremo di piangere e di rattristarci.
La mamma, Marco ed io capiremo che l'unico modo per ridarti la vita, in ogni istante, sarà “tornare a fare rumore”,
ridare un senso agli attrezzi e alle cose che hai lasciato...Prendere la vita con leggerezza e voglia di fare...ridere e far ridere...costruire...riparare.
Zio Giannino sistemerà la bianchina e Gianfranco la porterà in Sicilia.
Giuseppina raccoglierà le albicocche e diventerà la miglior “stoncatrice di fronne” del reame.
Ognuno di noi farà ogni giorno la sua parte, anzi “farà la TUA parte”...una briciola del grande e instancabile lavoro che facevi tu.
Certo, lo faremo peggio e a volte ci fermeremo con l'impressione di aver sentito la tua voce mentre imprechi perché abbiamo sbagliato qualcosa.
E tutti gli errori che faremo, sommati uno ad uno, disegneranno la perfezione.
Stamattina sono andato al cimitero per controllare il posto in cui riposerai.
Era tutto bellissimo: intorno il sole riempiva di vita ogni angolo e le cicale e gli uccelli intonavano la loro piacevole melodia.
Ho pensato che no, che nessuno muore il primo giorno d'estate se non c'è un posto migliore dove andare.
Di colpo le tombe mi sono sembrate porte, non tristi e macabri contenitori di spoglie ma varchi e passaggi verso ALTRO.
Le foto, i nomi, le date...di colpo diventavano storie...storie che continuavano, come un fresco soffio di vento sulla soglia tra l'uno e l'altro mondo.
Mamma, non disperare.
Un giorno con papà ci rivedremo.
E ci sarà un sacco di gente là, quella che ci manca e che ci sembra persa per sempre.
E tu, Vince', inizia a costruire un forno pure lì dove sei adesso.
Faremo così tanto casino che i vivi smetteranno di piangere.
Ciao Pa'...