HomeSkip Navigation LinksHOME PAGE » fino a qui tutto bene
perchè abbiamo preso un cane.
borges650

Ciao Pa'...
Abbiamo preso un cane. E questo lo sai...
(la tua ciabatta gli è piaciuta subito...diciamo che fin da cucciolo ha annusato un odore "impossibile").
Quello che non sai, forse, è che lo abbiamo scelto perché nella sua cucciolata, era l'unico che se ne stava sornione e malinconico, in disparte, mentre i fratelli ci saltavano alle ginocchia, convinti che a volte basti fare i simpatici per conquistare un cuore.
Il suo primo fortuito padrone ci ha detto che era un incrocio tra un Labrador, uno Sharpei e un segugio: il frutto di un'orgia praticamente. Oggi, siamo sempre più convinti che sia un misto tra Jerry Lewis, uno scugnizzo napoletano, e una serie di atomi bislacchi che lo rendono unico.

borges300 

pallina

Pallina, la gatta che nelle fredde serate d'inverno si stendeva sulla tua pancia, al caldo di un plaid, ha preso abbastanza bene la comparsa di quel cosetto che non ce la faceva neanche a saltare i venti centimetri del muretto in giardino. Non lo ha mai graffiato, nonostante lui cercasse di avvicinarsi, convinto forse che i colori simili del loro pelo significassero “madre”, o “sorella”.

Lo abbiamo chiamato Borges. Come Jorge Luis, poeta argentino.
Lo abbiamo preso perché come diceva il suo omonimo: “Gli specchi, e la copula, sono abominevoli, possono solo moltiplicare il numero degli uomini”.
[Quelli che se gli nomini "Borges" pensano a un ballerino di tango, o a una mezzala del Botafogo...]

Abbiamo preso un cane, perché portasse un po' di rumore e imprevisti (comprese le imprecazioni di Ma') nel silenzio piombato sulla casa. 
                          
Nei primi mesi ha distrutto un bel po' delle fioriere che avevi costruito, ha mangiato la sella del mio motorino, sbranato tovaglie e calzini, sradicato cavi elettrici e rosicchiato i pali del recinto.

Abbiamo preso un cane, perché tutto ciò che rompe dobbiamo provare a ripararlo.

Abbiamo preso un cane, perché Giuseppina vincesse le sue paure e ricordasse quel cucciolo che non aveva potuto tenere da piccola.

Abbiamo preso un cane, perché nessuno gli chiederà mai di scegliere tra Bersani, Berlusconi o Grillo.

Abbiamo preso un cane, perché rischiava di finire su un rotocalco tra le autoreggenti della Brambilla.

Abbiamo preso un cane perchè i cani non aprono porte e cancelli. Ma ci sbagliavamo.


Abbiamo preso un cane, perché ci insegnasse a difendere il nostro territorio.
Lo abbiamo preso perché un cane ti aspetta ed è felice se ti vede tornare.

Abbiamo preso un cane, perché non sai mai cosa diavolo pensa quando fissa il fuoco, per ore, mentre fuori nevica.
             
Lo abbiamo preso, perché sapevamo che lo avresti fatto anche tu.

Lo avresti portato in campagna e avresti riso a vedere che paraculo che è, quando insegue farfalle o è pronto a salire sulla bianchina.


Abbiamo preso un cane, perché è l'unica cosa al mondo che se fischi ritorna.

..........................................................................

A proposito, la gatta Pallina ha aspettato qualche mese.
Ogni volta che qualcuno armeggiava in garage, lei accorreva speranzosa di vederti, e poi tornava a miagolare delusa e annoiata.
Un giorno è sparita.
Non c'era più.
Dicono che i gatti, quando stanno per morire, si allontanino dalla casa dove sono stati bene.
Ma Pallina non era malata, non era vecchia e nelle strade intorno nessuna auto ha investito nessun gatto.
È sparita, così.
Un giorno non c'era più.

Chissà se almeno lei, quel plaid (caldo d'inverno) l'ha poi trovato...


 
Link permanente | commenta questo post | leggi tutti i Commenti (0)