martedì 21 agosto 2007
Elettrosmog: Una ricerca sudcoreana inchioderebbe Radio Vaticana

Già solo a guardare dall’automobile, di passaggio a Cesano (una ventina di Km a nord di Roma), il panorama incute un po’ di timore: una fitta rete di antenne (una cinquantina in tutto) alte fino a 100 metri che trasmettono ad elevata potenza in mezzo alla campagna. Inutile provare a indugiare davanti ai cancelli per capirne di più. Sarete allontanati in malo modo con la giustificazione “Questo è un altro stato”. La extraterritorialità, infatti, è una delle tante motivazioni giuridiche formali che hanno permesso agli impianti di Radio Vaticana di continuare a trasmettere.
Sono anni ormai che, nella zona tra la Capitale e il Lago di Bracciano, si combatte la battaglia più aspra d’Italia in materia di elettrosmog. In quell’area, oltre alla Frazione de La Storta dove c’è una stazione radiotrasmittente del Comando della Marina Militare, il Vaticano, su un terreno molto ampio delimitato da due strade statali, a Santa Maria di Galeria, gestisce una fitta rete di antenne e impianti di trasmissione attivi dal 1957.
Inutile ricordare interferenze in apparecchi televisivi e radiofonici degli abitanti dei territori limitrofi, cellulari che saltano, citofoni impazziti. Doveroso ricordare i morti per tumori e leucemie, i tanti bambini malati, vittime, secondo ambientalisti, studiosi e comitati cittadini, di quel mostro invisibile che è l’inquinamento elettromagnetico.
Da novembre 2006, dopo vari andamenti giudiziari, è in corso un'indagine epidemiologica nel territorio istituita dal Tribunale di Roma nell'ambito di un procedimento per omicidio plurimo colposo. L’analisi sarebbe volta ad accertare l'effettivo nesso fra esposizioni al campo elettromagnetico e patologie emolinfatiche negli adulti e nei bambini residenti entro 6 km di distanza dagli impianti.
Ora i Comitati di Roma Nord ( www.comiromanord.it) ci informano di un’indagine epidemiologica, che potrebbe costituire un prova scientifica, condotta in Corea del Sud su bambini e ragazzi fino a 15 anni di età, residenti entro 2 km da emittenti a modulazione di ampiezza.
Lo studio, pubblicato l’1 agosto dal prestigioso “American Journal of Epidemiology”, ha accertato in questi soggetti un’incidenza della leucemia 2.15 volte maggiore rispetto a quelli residenti oltre 20 km dalle medesime emittenti.
I dati epidemiologici sono stati raccolti in 14 ospedali sudcoreani e confermati dal Registro Nazionale dei Tumori. Sono stati indagati i casi di leucemie riscontrati dal 1993 al 1999 intorno a 31 emittenti con potenza di trasmissione superiore a 20 kilowatt, per un totale di 47 antenne. A 2 km di distanza da quelle emittenti, il valore del campo elettromagnetico è compreso fra 1 e 3 volt/metro.
Se andiamo al confronto con la situazione di Cesano e degli altri paesi limitrofi, i valori di esposizione della popolazione misurati negli anni sono ben superiori a quelli sopra menzionati. Basti pensare che i valori sud coreani di esposizione stimati nella ricerca sono addirittura inferiori all’attuale limite di legge italiano, che è di 6 volt/metro per i luoghi con permanenza umana non inferiore alle quattro ore giornaliere.
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domenica 19 agosto 2007
Putin censura BBC Radio
Continuano le ingerenze di Vladimir Putin che sembrano riportare l'Europa sul baratro della guerra fredda. Dopo aver riarmato la Russia, aver ripreso i voli bombardieri a lungo raggio e non aver mai risolto i problemi interni sul piano della democrazia, ha appena bloccato le trasmissioni in lingua russa del BBC World Service captabili sul proprio territorio.
Le trasmissioni radio Fm in lingua russa della Bbc non potranno più essere ascoltate in Russia, la cui autorità ha intimato al partner russo dell'emittente britannica, Bolshoye Radio, di rimuoverne i contenuti, pena la chiusura forzata. Lo annuncia la stessa Bbc sul sito online, dove si precisa che già altre due radio russe sono state costrette a eliminare i programmi Bbc, che potranno ancora essere ascoltati sulle frequenze in onda media e lunga. La Bbc ha annunciato un ricorso in appello. Un articolo del Guardian del 18 agosto spiega come non si tratti di un fatto isolato né casuale: “ Bolshoye Radio era l’ultima stazione radio russa associata alla BBC. Lo scorso Novembre è stato colpito un altro partner, Radio Leningrado (…) e una seconda stazione, Radio Arsenal, ha terminato le trasmissioni a gennaio del 2007.” Si tratta dunque da parte del Cremlino dell’ennesima violazione dei diritti civili, dell’ennesimo bavaglio alla stampa libera, dell’ennesimo colpo all’opposizione democratica russa per isolarla dal mondo occidentale. Prosegue il Guardian: “ La principale stazione radio liberale russa, Ekho Moskvy, uno degli ultimi media in Russia che critica regolarmente il Cremlino, ha affrontato problemi simili con le sue licenze di trasmissione”. Un diplomatico italiano ha così sarcasticamente commentato la simultaneità del volo dei Tupolev e del divieto per la BBC: “ La Russia si sta avvicinando agli standard occidentali: per inquadrarli meglio nel mirino”. Fonti: L'Occidentale e The Guardian
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giovedì 16 agosto 2007
Chiude MilanInterFM
Radio MilanInter ha chiuso i battenti dopo appena due anni di vita. Lo ha fatto senza alcun preavviso, senza nemmeno che tutta la redazione venisse avvisata. La chiusura è avvenuta con una certa mancanza di stile, caratterizzata da un fuggi fuggi generale dei vertici dalla sede di Cascina Gobba, con il trasloco di apparecchiature ed effetti personali nella notte tra il 13 e il 14 agosto, facendo trovare gli uffici "svaligiati" agli attoniti collaboratori che la mattina del 16 si sono recati in radio. La decisione ha lasciato di stucco gli ascoltatori, ma soprattutto i collaboratori e redattori dell'emittente trovatisi disoccupati da un giorno all'altro. Il forum del sito dove si stava discutendo animatamente è stato chiuso, e in queste ore è stato aperto un blog ( http://radiomilaninter.blogspot.com) dove i collaboratori stanno ancora vagliando il da farsi. Un certo nervosismo nei toni è più che comprensibile... Milaninter Fm, promossa da gruppi radiofonici veneti Company e Radio Padova e sostenuta dalla concessionaria pubblicitaria Arcus si era proposta di diventare il punto di riferimento quotidiano delle tifoserie milanesi, partendo dal famoso modello delle ‘radio specializzate romane’ e capace di attingere anche da altri media, come la tv. Il palinsesto di dodici ore in diretta e dodici in replica, era diffuso attraverso il satellite, sulle province di Milano, Como e Bergamo e naturalmente via web. In questi due anni buoni erano stati i riscontri in termini di ascolti, ma che non avevano trovato numeri altrettanto soddisfacenti nel campo della raccolta pubblicitaria. Il risultato è stato che l’editore ha deciso di cedere le frequenze al Gruppo Elemedia e di chiudere l’attività da un giorno all'altro. Tra gli addetti ai lavori pochi erano stati quelli a non dare credito al progetto di MilanInter, che in base agli importanti risultati raggiunti a Roma dalle radio che si occupano di calcio, sembrava andare a colmare un vuoto di contenuto nell'etere milanese. Col senno di poi si è giunti alla conclusione che MilanInter era un progetto molto dispendioso dal punto di vista dei collaboratori, orfano del sostegno diretto delle delle società di calcio interessate, che ha avuto la sfortuna di vivere la propria parabola durante quel periodo che avrebbe dovuto veder cambiare i vertici dell'intero panorama calcistico italiano, e che invece ha lasciato tutto inalterato, facendo perdere ulteriormente credibilità e sponsor ad un sistema calcio (e al suo indotto) che appare ormai logoro. Il risultato è che questa nuova voce del panorama radiofonico italiano viene meno, e questa è sempre una sconfitta in termini democratici. Già da oggi le frequenze di MilanInter sono state occupate da Radio Capital, già presente a Milano sui 90MHz e sui 93.100MHz, reiterando un sistema che sta prendendo sempre più piede nelle nostre città: crescono i doppioni delle emittenti dei grandi gruppi e spariscono piccole voci, spesso independenti dal punto di vista politico, dei grandi capitali e degli interessi di chi li gestisce. Senza parlare dei posti di lavoro nel campo dei media che rimangono quanto di più aleatorio in materia occupazionale.
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martedì 14 agosto 2007
Quel silenzio di Radio Caroline
Ricorre oggi il 40° anniversario dell'emendamento repressivo del parlamento inglese per spegnere la voce di Radio Caroline, irradiata da una nave battente bandiera panamense al largo delle coste della Gran Bretagna. E’ da Radio Caroline ma anche Radio Veronica e Radio Nord See che vengono lanciati i primi dischi dei Beatles e di tutti quei gruppi che la BBC non passa perché hanno i capelli lunghi. Nel giro di tre settimane sono già sette milioni di persone che ascoltano incuriositi quel nuovo modo di porsi agli ascoltatori, e nel giro di un anno sono almeno dieci le radio pirata captabili nel Regno Unito. Quella stessa musica riusciva a valicare le Alpi irradiata ogni notte da Radio Luxembourg che diffondeva le stessa musica proibita che inondava le coste della Gran Bretagna e dell’Olanda. In mare si rischiava anche la vita! Una volta a Radio Nord See attaccarono una bomba al plastico sotto lo scafo. Ci fu l'esplosione e tutto andò in onda. Questo modello - non quello delle bombe al plastico - influenzerà il modo di intendere Radio Montecarlo che poteva trasmettere da uno stato con una legislazione meno restrittiva ma anche la nascita delle radio libere nel nostro Paese In quell'estate del 1967 nell’etere tornò il silenzio, ma Caroline, sopravvissuta ai naufragi e ai rigori della legge chiuderà i battenti solo nel 1990 dopo aver festeggiato il suo venticinquesimo compleanno, sconfitta dalla concorrenza delle radio private, ormai libere di trasmettere. Oggi Radio Caroline è una godibilissima rock web radio raggiungibile all'indirizzo www.radiocaroline.co.uk.
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venerdì 3 agosto 2007
Il futuro della radio
 E' stato pubblicato in questi giorni SHAPING COMMERCIAL RADIO'S FUTURE, il documento di eccezionale interesse su l'organizzazione delle radio commerciali britanniche. E' un articolato studio sul presente della radio per delinearne il futuro - ancora in crescita - stando almeno al parere dei 10.000 ascoltatori intervistati durante la ricerca: • 91% considera la radio "parte importante della mia vita" • 90% riconosce "la radio mi tiene compagnia" • 86% dice che la radio è qualcosa di cui non si potrebbe far senza • 64% pensa che passerà più tempo ascoltandola nel prossimo futuro • 88% sa che la radio può viaggiare su dispositivi diversi • 85% mette la radio al 1°posto come fonte di nuove conoscenze musicali • 73% descrive la radio come medium credibile, con più del doppio delle preferenze rispetto alla televisione, al secondo posto con il 36% * A fronte della "necessità" che la radio continui ad esistere - stando almeno alla ricerca - il sistema industriale spinge affinché si prema il piede sull'acceleratore del totale passaggio al digitale. Questo significherebbe più banda libera per nuovi canali, ma anche apparecchi nuovi per tutti con relativa sostituzione coatta delle nostre radiolone a manopole anni70. Ne farei francamente a meno. Come di un televisore al plasma. A quando una giornata di 48 ore per far fronte all'offerta multimediale che verrà? * RadioCentre – “The Big Listen Phase III” Base: 10,376 Commercial Radio Listeners Source: YouGov
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giovedì 2 agosto 2007
POLONIA: I fratelli Kaczynski chiedono aiuto a Radio Maryja
 da ANSA VARSAVIA - Nello scenario di confusione politica generale in Polonia, con la prospettiva realistica di elezioni politiche anticipate, i gemelli Kaczynski pensano alle prossime presidenziali e contano per la loro rielezione sul voto degli ultraconservatori cattolici di Radio Maryja, anche se ancora non hanno deciso se in corsa per la massima carica dello stato sarà l'attuale presidente Lech o il gemello premier Jaroslaw. A caccia di consensi nel paese e di voti alle urne, i Kaczynski
hanno di nuovo chiesto aiuto come nei giorni passati all'emittente dei
cattolici ultraconservatori polacchi, Radio Maryja, del controverso
direttore, padre Tadeusz Rydzyk.
La notizia intera qui
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