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Ecoradio e quelle emittenti più uguali delle altre

da infodem.it

La storia e la pratica delle provvidenze (pubbliche) per l’editoria (privata) ha aspetti notoriamente osceni e in molti casi illegali. Ma quanto i tagli ai giornali di cooperative, no-profit, di partito e di “movimento” - inseriti nella manovra finanziaria già approvata dalla Camera – vadano in tutt’altra direzione rispetto ai provvedimenti effettivamente da assumere per cancellare questa autentica vergogna nazionale, lo ribadisce la vicenda di sei radio finanziate in quanto sedicenti “organi di partiti politici rappresentati in Parlamento”. Finanziate, come vedremo, con trucchi e sotterfugi grotteschi e scandalosi, ai danni – è bene ricordarlo – di tutte le altre radio. Con tanti saluti alla promozione del pluralismo e della libera concorrenza di mercato.

Anch’esse, beninteso, con la sola eccezione di Radio Radicale, dovrebbero essere coinvolte dai tagli conseguenti al decreto Brunetta del 25 giugno 2008 n.112: i 37 miliardi richiesti, in base alle norme vigenti, dall’universo delle emittenti sostenute con pubblico danaro (750 radio locali, 400 tv locali e appunto quelle cinque radio “di partito”) scenderebbero a 20, perlomeno sul piano contabile e immediato.

Ma la loro vicenda è veramente emblematica. E viene rilanciata in questi giorni da un settimanale come Panorama, proprietà di Berlusconi e da un senatore del partito di Berlusconi, Alessio Butti, capogruppo del Pdl nella Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai. Si potrebbe sospettare che da quel giornale e da questo partito giungano pur giuste e scandalizzate denunce dei finanziamenti a quelle sei radio, e non invece dei contributi ben più massicci ai grandi gruppi editoriali (a cominciare dalla Mondadori) e ben più indecenti a certe false cooperative e falsi “movimenti”, perché quelle emittenti operano prevalentemente in ambito di centrosinistra e grazie a coperture di centrosinistra.

Chi ritiene però che si debba finalmente arrivare al risanamento dei finanziamenti – distinguendo concretamente fra chi avrebbe diritto (anche morale) a continuare a prenderli e chi dovrebbe esserne senz’altro escluso – non può che accogliere con interesse, per esempio, la questione encomiabilmente riproposta e indagata, nel numero in edicola, dal settimanale mondadoriano. In soldoni, per sei solo testate radiofoniche lo Stato ha versato 8 milioni nel 2004, 10 milioni nel 2005 e, da ultimo, 12 milioni a valere sul 2006. Una cifra in costante aumento perché copre, a pie’ di lista e senza alcun controllo, l’80% dei costi. Vediamole una per una.

Radio Radicale (Roma), organo della “lista Marco Pannella”, prende 4 milioni 431 mila euro. Grazie alle firme dei parlamentari D’Elia e Beltrandi (Rosa nel Pugno).

Ecoradio (Roma), organo prima del “Movimento politico Italia e libertà” e poi del movimento “Comunicambiente” prende 3 milioni e 732 mila euro. Grazie alle firme prima dei deputati verdi Cento e Lion, e poi di Fundarò (verdi) e Dato (Ulivo).

Radio Città Futura (Roma), organo del movimento “Roma idee”, prende 2 milioni e 566 mila euro. Grazie alle firme alle firme di Bettini (Ulivo) e di Zingaretti (europarlamentare e presidente della Provincia di Roma).

Radio Veneto 1 (Treviso), organo prima del movimento “Liga veneta Repubblica –Veneti d’Europa” e poi del movimento “Liga fronte veneto Mord-est Europa”, prende 566 mila euro. Grazie alle firme prima del parlamentare leghista Serena e poi di Rubinato (deputata Margherita-Pd).

Radio Galileo (Terni), organo del movimento “Cittaperta”, prende 424 mila euro. Grazie alla firma di Di Girolamo (prima deputato dell’Ulivo e oggi senatore Pd).

Radiondaverde (Cremona), organo del movimento “A viva voce”, prende 201 mila euro. Grazie alle firme dei deputati Codurelli e Marantelli (Ulivo).

E’ da rilevare che le provvidenze per l’editoria prevedono, a parte, contributi perlopiù modesti per le altre 1.150 emittenti radiofoniche e televisive locali. Ma a queste sei si riserva un trattamento assolutamente particolare e più consistente. Perché “organi di movimenti”.

Ma, a parte la “lista Marco Pannella” e la sedicente “Liga veneta Repubblica”, chi ha mai sentito, chi ha mai rilevato una qualche attività politica, chi può giurare sulla stessa esistenza di movimenti quali Italia e libertà, Roma idee, Cittaperta, A viva voce? Spesso, come ha verificato e riporta Laura Maragnani su Panorama, i parlamentari che hanno firmato quelle dichiarazioni di appartenenza non sanno nulla di quei movimenti (“Mi coglie impreparato, così su due piedi”, “E io che ne so?”, “Me l’aveva chiesto il segretario regionale del partito”…).

E comunque sono parlamentari che notoriamente appartengono ad altri movimenti, a partiti veri e propri, dai quali il sistema truffaldino della legge non pretende che si dimettano nemmeno pro forma, nemmeno per un minuto.

Un caso a parte è Radio Radicale, finanziata dallo Stato dal 1994 anche attraverso l’affidamento di un servizio pubblico di altissima delicatezza costituito dalle “dirette” dal Parlamento. Una decina di milioni l’anno, di cui si è riparlato anche in occasione della recente manovra finanziaria. Perché non lo fa la Rai questo servizio pubblico? Il forzista Butti se lo è chiesto e ha riproposto il problema. E’ almeno dal 1998 – è la sua tesi, ragionevole e incontestabile - che questa regalìa di Stato a un’impresa privata, anzi ad un giocatore della partita politica, viene immotivatamente e impropriamente attribuita per una funzione che richiede, per definizione, un operatore neutrale. E pubblico.

"Ritengo che la spesa di 10 milioni di euro autorizzata dalla Legge Finanziaria 2007 a favore di Radio Radicale per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 sia inutile oltrechè anacronistica”, si legge in una interrogazione parlamentare presentata da Brutti. "Il finanziamento di una rete nazionale privata deputata a trasmettere le sedute del Parlamento poteva essere giustificato e tollerato soltanto in una fase transitoria”. In sostanza, secondo le stesse intenzioni del legislatore, “nel momento in cui la Rai, nel rispetto della Legge Mammì, e precisamente dal 2 febbraio 1998, ha iniziato a trasmettere le sedute parlamentari e i relativi approfondimenti attraverso GR Parlamento, Radio Radicale ha perso la sua peculiarità ed indispensabilità".

Brutti, come ha ribadito lui stesso in questi giorni a un cronista di Radio Radicale che lo intervistava, non ha "nulla di personale nei confronti dei professionisti di Radio Radicale, però è del tutto evidente come l'importante emittente radiofonica non si limiti alla riproduzione dei dibattiti parlamentari e infarcisca il proprio palinsesto anche con rubriche e commenti che definire a senso unico risulterebbe un eufemismo. Ragione per cui credo che oggi sia assolutamente fuori luogo oltrechè dispendioso tenere in essere la convenzione con Radio Radicale".

L’ha detto un forzista? L’ha denunciato Panorama? Ben vengano. Specie nel momento in cui il governo vuole tagliare i fondi anche per i pochi giornali che lo meritano e ne hanno bisogno (le vere cooperative editoriali e le iniziative no-profit). Si facciano pure i tagli dei fondi per l’editoria – anzi si debbono fare! – ma lo si faccia con un minimo di dignità e di logica, eliminando le costose, indebite rendite parassitarie e i numerosi e imbrogli e raggiri tuttora consentiti.

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Come costruire un’emittente web a casa

espresso.repubblica.it

Costruirsi una web radio in casa propria? Si può: lo insegna RadioLiberaFestival.
Il laboratorio-evento si svolgerà nel pomeriggio del prossimo 11 settembre nella biblioteca comunale, giorno pre-inaugurale della seconda edizione del festival. Esperti e tecnici spiegheranno in diretta come si realizza una web radio in casa avendo soltanto un computer e una linea telefonica.

La seconda edizione di “RadioLiberaFestival - tutta la musica possibile” passa dai tre giorni della prima edizione (settembre 2007) a quattro. Dopo l’iniziativa di giovedì 11, il clou della manifestazione si svilupperà nel fine settimana, dal 12 al 14 settembre. Il centro santacrocese si animerà, appunto, di ogni musica possibile, compresa quella di strumenti normalmente non musicali come la sega da legno. Ogni largo, piazzetta e incrocio del centro diventerà un grande auditorium, dove il pubblico potrà “viaggiare” fra tanti generi musicali.

I direttori artistici del festival - Alberto Masoni e Alessandro Gigli di Terzostudio - sottolineano l’importanza dell’incontro “Web radio in progress ovvero come fare una radio a casa propria”. «Quasi una scuola elementare di radiofonia, un laboratorio di comunicazione - spiegano -. Salvadore Riso, tecnico Rea (Radio Europee Associate) e presidente del circuito “Le 100 radio più belle d’Italia” e Paolo Lunghi, responsabile politiche culturali di Rea saranno a disposizione di quanti vogliono costruirsi una web radio in casa propria».
 
Il festival sarà anche l’occasione per il lancio del concorso nazionale “Numero Zero”: lo scopo è inventare un nuovo format radiofonico. Potranno parteciparvi tutti coloro che hanno in mente una trasmissione radiofonica originale e desiderano realizzarla. Il bando del concorso scadrà il 30 aprile 2009.

Un programma ricco di artisti per il festival dedicato alla radio. Tra questi il trio Radiomarelli & Friends con il proprio “Omaggio a Gorni Kramer”, Lullo Mosso con il suo Mototrabbasso, il duo Lazy Step. E ci sarà anche Felice Pantone, suonatore di sega romantica, secondo classificato nel 2007 alla Maison Alfort di Parigi al concorso musicale internazionale di lame sonore.

 «La seconda edizione del festival sarà ancora migliore della prima», è sicuro il sindaco Osvaldo Ciaponi.
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Come farne senza: Le star anni 80 tornano alla radio

da affaritaliani.it

Ritorno sulle scene in grande stile per i più celebri protagonisti della musica degli anni '80, una stagione "cult" che ancora oggi trova nutrite schiere di estimatori. Alcuni dei personaggi simbolo di quell'epoca saranno infatti guest star di Estate 101, la nuova trasmissione estiva di Radio R101 in programma dal 4 al 31 agosto, dalle 16.00 alle 18.00 dal lunedì al venerdì e dalle 10.00 alle 13.00 ogni domenica.

Ad affiancare il conduttore Alberto Davoli, quattro personaggi la cui fama ha superato i confini generazionali: Sabrina Salerno (dal 4 al 10 agosto), Den Harrow (dall'11 al 17 agosto), Tracy Spencer (dal 18 al 24 agosto) e Sandy Marton (dal 25 al 31 agosto). La musica, le mode, i protagonisti degli anni '80 ma non solo: le quattro icone del pop porteranno gli ascoltatori in un viaggio tra ricordi e musica degli ultimi trent'anni.

Dopo la celebrità raggiunta nella seconda metà degli anni '80 come cantante e showgirl, Sabrina Salerno ha riscosso nell'ultimo periodo un grande successo in Francia con il tour RFM Party 80. Per la seconda metà del 2008 è prevista la pubblicazione della prima raccolta ufficiale dei successi della cantante. Den Harrow (all'anagrafe Stefano Zandri) è uno dei maggiori esponenti della discomusic italiana e ha partecipato di recente al reality L'Isola dei Famosi così come Sandy Marton, celebre per aver lanciato il brano People from Ibiza.

La cantante inglese Tracy Spencer infine dominò la hit parade del 1986 con Run To Me, superando in classifica persino Madonna.
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RADIO LOCALI INFURIATE: "TAGLI SCELLERATI"

da Avvenire del 25 luglio 2008

Le radio e le tv locali «so­no sul piede di guerra contro questo piano scel­lerato di tagli ai contributi » . Luigi Bardelli, storico presi­dente dell’associazione delle emittenti locali di area cattoli­ca non usa mezzi termini nel criticare i tagli all’editoria pro­posti dal ministro Tremonti, nonostante le recenti generi­che rassicurazioni del sottose­gretario alla Presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti.
Severo, in particolare, il giudi­zio sulla disparità di tratta­mento fra Radio radicale e le altre emittenti. La manovra triennale, infatti, garantisce prima di ogni altra cosa l’at­tuale contributo di 30 milioni di euro ( la quasi totalità dei contributi a radio e tv) elargi­to all’emittente radicale come contropartita per le sue fun­zioni di servizio pubblico poi­ché trasmette le sedute parla­mentari. Ebbene, secondo Bar­delli, le emittenti locali svol­gono per loro natura servizio pubblico sul territorio anzi, da questo punto di vista « siamo di servizio pubblico più di Ra­dio Radicale. In particolare le emittenti che aderiscono al Corallo, tutte nate con una missione di servizio che è sta­ta specificata nel loro statuto». Proprio per questi motivi, an­nota il presidente del Corallo, « confidiamo che i contributi, già immiseriti dai tagli del pre­cedente governo, non venga­no ulteriormente falcidiati » . Del resto, «noi, così come le e­mittenti dell’associazione Ae­ranti, abbiamo ragione di rite­nere che il sottosegretario Bo­naiuti e il responsabile del Di­partimento Editoria di Palaz­zo Chigi, Mauro Masi, non vo­gliano tradire la linea politica federalista che si va afferman­do, sottraendo sostegno all’e­mittenza libera locale, stru­mento indispensabile di svi­luppo democratico del Paese». Bardelli chiede l’apertura di un tavolo «per affrontare nei giu­sti termini questa delicata pro­blematica », ricordando che nel recente forum annuale di Ae­ranti- Corallo, il sottosegreta­rio alle Comunicazioni Paolo Romani e tutti i politici inter­venuti hanno sottolineato l’es­senziale funzione di radio e tv per la valorizzazione delle i­dentità locali».
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Cani e padroni di cani... Doppia colpa: abbandonare i cani causa anche incidenti

da rainews24

Subito dopo l'ubriachezza ed i colpi di sonno, tra le cause potenziali di incidenti stradali gravi vengono gli animali abbandonati e selvatici che ogni anno causano almeno 4.000 eventi, di cui almeno un migliaio con feriti gravi, mentre in una trentina di casi nel 2007 c'e' scappato il morto. E in estate il fenomeno e' maggiore a causa dell'abbandono di animali in autostrada da parte di chi partendo per le vacanze non sa chi a affidare il proprio cane.
A lanciare l'allarme e' l'Associazione italiana difesa animali ed ambiente (AIDAA) che ricorda questi dati nel corso della campagna di prevenzione degli abbandoni "IO L'HO VISTO" che si apre domani in collaborazione con Radio Montecarlo e che vedra' diverse centinaia di volontari presidiare i punti nevralgici di strade ed autostrade nel tentativo di prevenire gli abbandoni e salvare gli animali abbandonati dai vacanzieri.

L'AIDAA chiede che il proprietario di un cane abbandonato che si rende responsabile suo malgrado di un incidente stradale che causi la morte di uno o piu' viaggiatori sia accusato di omicidio colposo e venga giudicato con la stessa severita' con la quale ultimamente vengono colpiti gli investitori o i responsabili di incidenti trovati in stato di ebbrezza. "Siano chiamati a pagare con il carcere i delinquenti che abbandonano nelle strade i loro animali che poi loro malgrado provocano incidenti stradali con feriti e morti e che sempre in caso di incidente stradale che vede coinvolto un cane si faccia l'autopsia dell'animale per scoprire attraverso il microchip il nome del proprietario e se questo e' responsabile dell'abbandono del medesimo scattino le manette - dice Lorenzo Croce, presidente nazionale AIDAA -. Occorre che la gente capisca che cani, gatti e gli altri animali non sono oggetti che possano essere presi e lasciati quando non servono più e inasprire senza mezzi termini le pene detentive e applicarle per chi abbandona animali". Le regioni in cui nel corso del 2007 sono avvenuti i maggiori incidenti provocati da animali abbandonati o randagi sono la Puglia, la Toscana, il Piemonte (randagi), la Lombardia e la Sardegna.

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Nasce il colosso americano della radio satellitare

da talkmedia

La Commissione federale per le comunicazioni degli Stati Uniti ha dato il via libera alla fusione dei due maggiori gruppi che getsiscono la radio satellitare, Sirius e Xm, che potranno costituire un unico organismo dotato di 20 milioni di abbonati e 200 canali. La fusione ha lo scopo di ridurre gli elevati costi di gestione.
Le radio si sono impegnate a riservare l’8% dei canali alle minoranze e ai programmi educativi oltre che a congelare il costo dell’abbonamento per almeno tre anni.

Link correlati:
www.sirius.com
www.xmradio.com
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Radio di partito: Scilipoto (Idv), si facciano i controlli e si cambi regime

da imgpress.it

In questi giorni si sta lungamente dibattendo delle sorti delle radio e delle TV che godono di ingenti rimborsi statali per trasmettere. In alcuni casi si tratta di piccole eccellenze dell'informazione su temi poco trattati dai media main stream, in altri si tratta di vere e proprie aziende dai bilanci dopati, che in pochi anni hanno potuto effettuare investimenti impensabili per una qualsiasi impresa editoriale, compiere enormi sprechi e riempire le tasche (private) di editori senza scrupoli.
In questi ultimi tre anni ho avuto modo di conoscere in modo diretto entrambe queste tipologie editoriali, e il mio pensiero in merito è più che trasparente: MORIRANNO TUTTI!

Esce oggi questa riflessione ad alta voce dell'On Domenico Scilipoti. L'articolo pubblicato non ha per me un valore politico in senso stretto. E' solo una riflessione ad alta voce, anche per me.


Come neoparlamentare, inizio ora a comprendere alcuni meccanismi del Palazzo come quello, inquietante, di farsi garanti di movimenti politici, sconosciuti sul territorio e ai più, ma che vedono così ben finanziate, a spese dello Stato, le loro emittenti radiofoniche o televisive" dichiara l'on. Domenico Scilipoti in riferimento all'articolo pubblicato oggi su il settimanale Panorama dal titolo "Prendi i soldi e trasmetti" e si chiede "Ma è davvero legittima questa possibilità? È davvero possibile che basti la dichiarazione di un solo parlamentare per legittimare un movimento politico e far si che questi abbia un sacco di soldi per una radio o una tv che nessuno conose e che forse, come ebbe a segnalare sempre Panorama alcune settimane or sono circa l'emittente Libera TV, neppure trasmette? Ora - prosegue Scilipoti - va da se che Radio Radicale, citata da Panorama, assolve da quando è nata un indubbio compito di informazione sui lavori parlamentari e ha una diffusione nazionale con ascolti certificati, ma le altre emittenti? In più il settimanale sembrerebbe ora sostenere la tesi per cui su tali finanziamenti non ci sono controlli e che neppure i deputati interpellati sembrano ricordare l'esistenza dei movimenti politici che hanno dichirato di rappresentare alla Presidenza della Camera. E' per questo che mi chiedo se tutta la faccenda non vada ripensata nell'ottica di una maggiore trasparenza che permetta, a chi ne ha la facolta' ed il potere, di effettuare le dovute verifiche al fine di non dissipare ingenti risorse economiche che - conclude Scilipoti - potrebbero essere destinate ad altre e ben più meritevoli iniziative che non a mezzi di informazione che, di fatto, sono sconosciuti o non hanno mai iniziato a trasmettere".
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In Svizzera ci si interroga sul trasferimento della RTSI a Comano
da ticinonews.ch

A Roma se ne parla da anni. Un mega centro dedicato alla Radio e forse alla TV dove riunire tutti quanti... in un maestoso mediacenter in zona Bufalotta... a me verrebbe un po' da piangere solo al pensiero di abbandonare il palazzone di Viasiàgo, il ministero della radio, il palazzo datato 1924...


Ma diamo un'occhiata oltrefrontiera dagli amici sfizzeri... Lorenzo Quadri, deputato in Gran Consiglio per la Lega dei Ticinesi (un partitello un po' razzistello per certi aspetti... ;-(  ha a cuore che il trasferimento della RTSI non avvenga.. e per questo ha scritto un'interrogazione al Cran Consiglen di Staten.

"La RTSI ha già commissionato e messo in cantiere i lavori per il trasferimento della radio presso la sede TSI a Comano. In considerazione delle tecnologie attuali, mal si comprende la necessità di un simile trasloco. Altrettanto male si comprende, in fatto di radio, l’apparentemente supina accettazione, da parte dei vertici RTSI, della sparizione del segnale RSI dall’Italia. Sparizione che comporta un rilevante danno – economico, istituzionale, turistico - per tutto il Cantone. Il trasloco pone inoltre la domanda di cosa accadrà allo stabile RSI di Besso, dal momento che nessun ente pubblico sembra interessato ad acquistarlo.

Chiedo pertanto al Consiglio di Stato:

- Le delibere dei lavori per il trasloco radio verso Comano sono state effettuate tramite regolare concorso pubblico?
- Se no, in base a quali modalità sono state eseguite, e perché?
- Poiché a quanto risulta tra i firmatari della petizione anti-trasloco figurano anche dei Consiglieri di Stato: come intende il CdS dare valore effettivo a tali sottoscrizioni?
- Tali sottoscrizioni sono da intendersi unicamente come iniziativa personale del (o dei) Consiglieri di Stato interessati, o sono condivise da tutto il governo?
- Non teme il CdS che il trasloco possa avere conseguenze negative sotto il profilo occupazionale?
- Non teme il CdS che la conseguenza dell’”ammucchiata” a Comano e probabile relativa riduzione del personale, possa essere la progressiva esternalizzazione – magari anche a ditte estere - da parte della RTSI, di compiti che fanno parte del mandato costituzionale? E’ intenzione del CdS vegliare affinché ciò non accada?
- Pur nel rispetto dell’autonomia dell’azienda RTSI, non ritiene il CdS di far notare l’inopportunità del trasloco che potrebbe provocare sgraditi fenomeni di speculazione edilizia sullo stabile di Besso?
- Poiché la RTSI è finanziata con mezzi pubblici e svolge un servizio pubblico, anche delicato, è intenzione del CdS chiedere di venire tenuto al corrente sull’evoluzione dell’operazione trasloco, anche sotto il profilo dei costi?
- E’ intenzione del CdS chiedere garanzie circa le future destinazioni dello stabile radio? Ritiene il CdS plausibile e percorribile l’ipotesi di trasformazione dello stabile radio in sede del Conservatorio della Svizzera italiana? "
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Internet fa bene alla radio

da Quomedia

Secondo un’indagine Rajar l’ascolto di radio su internet e le attività di podcasting sarebbero aumentati rispetto allo scorso novembre. La ricerca online, condotta  da Ipsos Mori, conferma questa tendenza e attesta gli ascoltatori a 14,5 milioni, rispetto ai 2,5 del novembre scorso. Altri sondaggi registrano la presenza di 9,4 milioni di utenti che si sintonizzano su radio online con frequenza settimanale. La rete è un ottimo canale anche per coloro che svolgono attività di podcasting che ha visto un aumento dei download da 4,3 a 6 milioni. L’ascolto di contenuti radiofonici ha ricevuto una forte spinta dai podcast: il 15% dell’audience ha ammesso di fruire di più della radio da quando ha la possibilità di scaricare podcast. ITunes è in assoluto il distributore di file più popolare: tre quarti degli utenti utilizza il software di Apple per trovare materiale audio. Secondo alcuni dati anche i contenuti pubblicitari sarebbero ben accetti: più della metà degli intervistati, il 53%, sarebbe interessata a scaricare file con messaggi pubblicitari qualora i podacst fossero gratuiti.
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Coby lancia le radio HDR-650 e HDR-700

Coby HDR-650, HDR-700

Continua la campagna di diffusione delle radio HD da parte di Coby, una società che ha lanciato due nuovi modelli: il HDR-650 e il HDR-700. Il protocollo HD per le radio, sviluppato dalla iBiquity Digital, permette di ricevere l’audio cristallino e senza distorsioni del segnale, ma attualmente è presente in parte negli Stati Uniti e si sta diffondendo nel resto del mondo progressivamente.

Ritornando alle radio, il modello HDR-650 ha un case in alluminio e l’audio stereo. Possiede anche uno schermo LCD su cui scorrono le informazioni sui brani in onda con titolo e autore. Il prezzo è di 99 $, circa 62 €. Il modello HDR-700, invece, ha anche una batteria ricaricabile, la memoria SD e il supporto agli Mp3. Il prezzo è di 149 $, circa 94 €.

Per adesso esistono nel mondo 1.700 stazioni in formato HD.

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Linus: "In radio il più bravo sono io ma invidio Volo che fa i film"


da ilgiornale.it

Milano
- È quasi un format vivente di se stesso, Linus. Perfetto per impersonare la parte del cattivo. Che poi, tanto cattivo non è mai. Quasi una traduzione valida tutto l’anno dello Scrooge dickensiano che interpretava in Natale in casa Deejay.

Certo, non si può dire che sia modesto. Che si nasconda. Che non sappia di essere bravo. Che sia buono o anche più semplicemente buonista. Anzi, ne ha per tutti. Ma è un antidoto vivente alla banalità. Una gioia per chi lo intervista. Eclettico e capace di svariare su mille temi e settori, ma sempre con una certa ruvidezza programmatica che è un po’ la sua cifra stilistica. In una parola, Linus.

Linus, potrei chiederle quale sarà il successo dell’estate.
«Ma è da qualche anno che non rispondo più a questa domanda».

Oppure, potrei chiederle qualcosa sullo sport e sulla maratona.
«Ed è il tipo di intervista che negli ultimi anni faccio più spesso e che mi appassiona. Parlo molto più di corsa che di musica».

Invece, guardo il suo curriculum e le chiedo come mai lei non ha sfondato in televisione. Il suo compagno di colazioni Nicola Savino, ad esempio, ce l’ha fatta. Lei no.
«Con tutto il rispetto e l’amicizia per Nicola, con cui lavoriamo benissimo insieme, io non ho mai pensato di andare in televisione a fare trasmissioni di nicchia o la spalla di qualcuno. Anzi, se lui mi invita, vado volentieri perché mi diverto. Ma, visto che in radio gioco in serie A, anzi senza false modestie sono in Champions, non credo proprio di dover scendere in B pur di andare in televisione».

Non è il discorso della volpe e l’uva? Non è che ha perso qualche occasione e se ne è pentito? O magari quelle occasioni non le ha mai avute?
«No, guardi, nel mio piccolo, in Rai ho condotto la trasmissione di commento agli scorsi campionati europei...».

Un capolavoro, se lo lasci dire, rispetto a quella di quest’anno.
«... grazie. E ho ottenuto riscontri positivi di pubblico e critica. Certo, non c’è la controprova e non vorrei sembrare capitan Fracassa, ma mi sento parte della generazione dei Fazio, dei Bonolis».

E allora perché ha fatto così poca televisione?
«Perché la tivù si fa nei corridoi delle tivù, a farsi vedere e a ricordare che esisti. Non fa per me».

Funziona così anche nelle case editrici? I libri di Fabio Volo sono andati benissimo. E i suoi?
«I primi due erano giochi, il terzo - il romanzo - è qualcosa di cui vado molto, ma molto orgoglioso. Ne sono fiero perché ha la dignità di un libro vero. Lei pensi che le case editrici ci pubblicano qualsiasi cosa vogliamo solo per il nostro nome».

Quindi non invidia Volo, che lavora da lei?
«Lo invidio perché fa film. Io per farne uno me lo sono dovuto produrre e farmelo su misura in casa: Natale in casa Deejay, per l’appunto».

Da eclettico, c’è qualcosa che le manca?
«Da ragazzo mi piaceva disegnare. Ora mia moglie mi ha regalato un cavalletto e i colori, ma con i bimbi, nonostante viviamo in una casa grande, l’unico spazio mio è di 80 centimetri per 40».

E i dischi? Quando fece Accetta il consiglio scalò le hit parade.
«Ora hanno regalato una chitarra a mio figlio Filippo che ha dodici anni e mi piacerebbe studiarla con lui. Ma non è detto che ce la faccia. A volte, le passioni restano passioni».

Forse non ce la fa perché è molto impegnato. Lei è anche direttore artistico di Deejay che è la prima radio privata italiana. Cosa fa nella vita un direttore artistico?
«Lavora alle variazioni sui quattro format radiofonici, eternamente uguali a se stessi: la coppia pettegola, il tecnico di musica, il programma giornalistico e il radiodramma. Poi, si può variare un ingrediente o l’altro, ma sta tutto qui».

Be’, quest’anno su Deejay avete portato Carlo Lucarelli, con i gialli legati al mondo della musica, quasi una versione radiofonica di Blu notte. Per la radio è stata una rivoluzione.
«Niente affatto. Lucarelli ha fatto un radiodramma in chiave moderna. Ma un radiodramma, la più antica delle trasmissioni radiofoniche».

Lo vuole sminuire?
«Nient’affatto. Carlo è un amico con cui abbiamo già lavorato insieme, persino in un programma di Celentano. Ed è stato bravissimo nel costruire i racconti. A volte arrivava in redazione con la puntata ancora da scrivere e si metteva a un tavolino come se fosse solo, mentre intorno a lui giravano centinaia di persone, spesso rumorose. Una scena da film».

Questo significa che è una sciocchezza pensare a una radio non scritta, non preparata, di «cazzeggio» puro? Come vi regolate lei e Nicola Savino in Deejay chiama Italia che è la trasmissione più ascoltata dell’etere?
«Ci troviamo bene insieme e spesso gli spunti che prepariamo poi si sviluppano in automatico. Ma oggi, per esempio, sono depresso per la povertà e la banalità di un paio di miei interventi. Io credo che nella nostra professione occorra non sedersi mai. Soprattutto, spostare il limite sempre un po’ più in là, per crescere. E penso che io e Nicola stiamo crescendo, soprattutto senza bisogno di venti autori».

Sta pensando a qualche programma in particolare?
«Sto dicendo che fare un programma alle due del pomeriggio, dopo che una serie di autori ha lavorato tutta la mattina per te è più facile che arrivare in radio, prepararsi il programma in due e dire sempre cose che possono divertire gli ascoltatori, ma senza essere banali».

Sta pensando a un programma in particolare!
«... Poi, Fiorello è bravissimo ed è un fuoriclasse».

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Radio accesa per zittire il gallo

mattinopadova.repubblica.it

Maserà (PADOVA) - Zucchero è arrivato a dedicargli una canzone, loro si sono spinti ben oltre, con una radio solo ed esclusivamente per lui. Una radio vera, con grossi altoparlanti, che spara musica a tutto volume dalle 4 alle 7 del mattino. La famiglia Ranghetto ha deciso di combattere in questo modo l'aitante gallo dei vicini, colpevole di trasformare ogni alba in un incubo con i suoi chicchirichì prolungati. Occhio per occhio, canto per canto, quindi. Se Lucia Melato schiera il proprio gallo, Lorenzo Ranghetto e la moglie Silvia rispondono con Radio Birikina. Più che robe da matti, sono robe da carabinieri. Perché l'altra notte, alle 5.30, i carabinieri di Piove di Sacco hanno telefonato alla famiglia Ranghetto invitandola a spegnere lo stereo. La storia però va avanti da circa 5 anni e non si risolverà con una telefonata.

Siamo a Maserà, in via Terradura, una laterale della Provinciale che porta a Due Carrare. Lucia Melato, 60 anni, ha deciso di venire ad abitare nell'abitazione al civico 68 perché ama la vita di campagna. E probabilmente la adorano pure Lorenzo Ranghetto e la moglie Silvia, che però non sono più disposti a trascorrere le notti insonni. «Ogni mattina alle 4 il gallo comincia a cantare e il suo recinto è a pochi metri dalle finestre della nostra camera - riferisce Silvia - Da cinque anni per noi è una vera tortura. Abbiamo provato in tutti i modi a chiedere alla vicina di casa di risolvere il problema, ma ci ha sempre risposto che a lei il gallo non dà fastidio. Allora abbiamo trovato una soluzione. Abbiamo scoperto che accendendo la radio e mettendola a tutto volume sul davanzale della finestra, il gallo non canta più». La famiglia Ranghetto è proprietaria anche di una casa disabitata al civico 70 di via Terradura, nel terreno adiacente la proprietà di Luciana Melato.

La radio viene posizionata sul davanzale di una finestra di quell'edificio e programmata col timer. «Così il gallo smette di cantare e noi non sentiamo il rumore della radio», specifica soddisfatta Silvia. «Abitavo in appartamento e sono venuta in campagna proprio per avere galli e galline - ribatte Luciana - e questi si sono messi in testa di farmi la guerra con la radio. Da quasi un mese, ogni mattina alle 4 si accende e schiamazza fino alle 7. Per questo l'altra notte ho chiamato i carabinieri. Ma non serve a nulla, perché loro continuano. E sapete allora cosa faccio? Accendo una radio pure io! Vediamo chi si stanca prima». Sicuramente il povero gallo.
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Non c'entra con la Radio, ma a Via D'Amelio si costruisce il futuro

10.00: appuntamento in strada con i bambini della città (tra cui quelli di UBUNTU), momenti di animazione a curadell’associazione V.I.P. onlus e degli scout Agesciore

12.00 Rita incontra i giovani presenti in via D’Amelio Dalla memoria all’impegno

16:30 Inizio manifestazione (fase di raduno) Ore 16:45 Il teatro della Vergogna apre il sipario

16:58 Si ricorda l’Esplosione d’Amore di Paolo e la Scorta

17:00 Il Teatro della Vergogna Ricorda Racconta e Riflette

18:00 E TU oggi dove sei? Adesso tocca a TE: il CITTADINO pone le domande, ilCITTADINO vuole conoscere…


19.00 S.S.Messa di commemorazione di Paolo Borsellino e gli agenti della scorta presso la Chiesa di San Francesco Saverio all’Albergheria

21:00 Legami di memoria: Bibliotea Comunale - La coerenza dell’impegno per una Sicilia libera, Biblioteca Comunale, piazzaCasa Professa. Intervengono: Ilda Boccassini, Claudia Cincotta, Corradino Mineo, MarilenaMonti, Anna Puglisi, Massimo Sigillò, Pamela Villoresi, Lucina Zangara. Conclude RitaBorsellino
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Radio 105 come la Rai: in rete l'archivio storico dal 1976 ad oggi

format.blogosfere.it

Gli archivi storici delle emittenti rivelano l'evoluzione dei format dell'intrattenimento nel corso degli anni. Su internet ha esordito in questi giorni il database cronologico di una grande radio commerciale. Contiene i reperti e le registrazioni originali dei programmi diffusi dal lontano 1976 ad oggi.

Dopo le Teche Rai, memoria storica del nostro Paese, e dopo la videoteca delle più giovane reti Mediaset, internet accoglie dunque il primo archivio storico di una Radio commerciale italiana. Lo ha messo on line il network nazionale del Gruppo Finelco, Radio 105 , all'interno del portale UnitedMusic .

La nuova web emittenti si chiama "105 Story" (scorrere menù a sinistra dell'home page di UnitedMusic). Il database si affianca agli altri 27 canali digitale tematici del Gruppo. Propone tutto il materiale d'archivio di 105: immagini, rarità, pezzi storici.
Gli ascoltatori possono arricchirlo ed integrarlo inviando registrazioni originali dei programmi di Radio 105 in proprio possesso in Via Principe Amedeo, 2 - 20121 Milano.
Saranno on line - spiega una nota del network - ascoltabili gratuitamente da tutti, la storia della radio, dal 1976 ad oggi, raccontata da tutti i dj che si sono avvicendati ai microfoni dell'emittente milanese, i grandi successi lanciati da Radio 105, i mitici jingle, i Discolancio, e tutti i Numeri 1 delle classifiche Hit 105, Hit Italia e Discomania.
E in più il programma 105 Amarcord con le registrazioni originali delle trasmissioni che hanno reso leggendaria questa frequenza...
Si ascolteranno le voci, tra le altre di Federico l'Olandese volante, Gianni Riso , Piero Cozzi in arte P3, Paolo Cavallone, Marco Biondi, Marco Galli, Max Venegoni, Fernando Proce, Zap Mangusta.

http://www.unitedmusic.it/
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Quella voce che ti segue da trent'anni

da iltempo.it

Giaceva esanime nel cumulo dei suoi stracci, troppe bottiglie vuote attorno alle mani ormai stordite dal sonno. Ma nella notte avvolta in una bambagia di quiete, da quella incongrua nicchia che il barbone si era conquistato proveniva una voce, ad altissimo volume, che offriva poesia, riflessioni filosofiche, spunti per la resistenza dell'anima. Se ti avvicinavi diventava tutto chiaro: lì, nella stradina dietro al Pantheon, l'antenna di una vecchia radio a pile spuntava da quel giaciglio fatto di nulla, per dare conforto anche a un senzatetto ubriaco e addormentato. Un quadro assurdo, ma ricco di senso: questa è rimasta la forza della radio, anche nel secolo dei supermedia universali. Offre compagnia senza pretendere nulla in cambio, neppure la veglia o una risposta: si propone come inconscio monologante, buona amica, scatola magica onnipotente e discreta. Non chiede interazione: sta lì, basta nutrirla di batterie o di corrente e non tradisce. Puoi spegnerla e non si offende. E non ti fa mai sentire estraniato, come accade quando guardi la tv: tutti lì dentro, e tu confinato su un divano.

A Roma, "la" radio funge da tessuto connettivo di una metropoli senza più un'identità diffusa: sommessamente, segue le multitudini indaffarate e l'individuo che sente il morso della solitudine. Sali su un taxi e riscopri quanto ci si intestardisca a parlare di calcio; vai dal ciabattino e lo invidi per il privilegio della compagnia soft di un apparecchio. Entri in una jeanseria e sei travolto dall'euforia di un deejay che spara dediche e amenità; cambi stazione poco prima dell'alba e lì c'è qualcuno che prega in vece altrui. Quando senti un idioma sconosciuto, pensi di essere finito sulla banda a onde corte, su un canale che trasmette da terre esotiche: e invece è la radio per nuovi romani, quelli che non masticano ancora l'italiano, e immaginano dentro a quegli altoparlanti la piazza e la casa perdute.
E con un po' di pazienza, fra i potenti network commerciali e le emittenti politicizzate, puoi rintanarti in qualche frequenza dove il tempo si è fermato all'era pioneristica di trent'anni fa, quando le radio "erano libere veramente", come cantava Finardi, o sceglievano più modestamente di "collegare" il quartiere, il vicolo, il condominio. Pochi watt, e il segnale spariva già al pianterreno. Chiamava sempre quella vecchietta paffuta ed entusiasta. La romanissima Sora Maria: prendeva la linea e non te la ridava più. Ancora adesso, se accendi la radio, la trovi collegata.
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Con l'invenzione della radio iniziò la fuga di cervelli dall'Italia
Nel 1896, Guglielmo Marconi, bolognese, classe 1874, volle donare all'allora governo italiano guidato da Francesco Crispi una radio, che aveva appena inventato. Di informare il governo dell'invenzione si occupò il dott. Giardini, un amico della famiglia Marconi, il quale così scriveva al generale Ferrero, ambasciatore d'Italia a Londra, in una lettera di «raccomandazione»: «Guglielmo Marconi ha ottenuto di telegrafare senza fili alla distanza di circa 1500 metri con apparecchi di sua invenzione. Egli è stato invitato a Londra, ma, prima di partire dall'Italia, desidererebbe offrire al Governo italiano la sua invenzione. Di conseguenza gradirebbe l'autorevole ed amichevole consiglio di Vostra Eccelenza».

La risposta del generale Ferrero fu: «Consigli il giovane Marconi di proteggere con regolari brevetti validi per tutto il mondo la sua invenzione e di riservarsi, in qualsiasi accordo per la cessione degli stessi, in piena libertà d'azione nei riguardi del Governo Italiano, recandosi liberamente in Inghilterra, dove potrà ottenere più facilmente i larghi mezzi finanziari occorenti per lanciare una invenzione così importante e che non potrà essere mantenuta segreta per lungo tempo».

Il 12 febbraio Marconi partì per Londra. Il 5 marzo riuscì ad ottenere il primo brevetto della sua invenzione.
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Radio per meridionali doc nell’emporio di Vito il barese


da cronacaqui.it

TORINO
12/07/2008 - Negli anni Sessanta, a Torino non era difficile vedere appesi cartelli con su scritto “Non si affitta ai meridionali”. Non sono passati neanche cinquant’anni, ma sembrano trascorsi secoli. Al giorno d’oggi infatti c’è addirittura chi vende i propri prodotti “Solo ai meridionali”. È il caso di Vito Glionna, originario di Spinazzola in provincia di Bari, conosciuto da tutti come Vito “Vilmar”, dal nome del suo negozio in via Exilles 50.

L’idea di riservare la vendita di alcuni prodotti esclusivamente ai meridionali risale alla scorsa settimana, quando Vito si è ricordato che alcuni tipi di radio esposte in vetrina erano uguali a quella che usava sua mamma tanto tempo fa a Spinazzola. «Sono prodotti eccellenti, ma non riuscivo a venderli dato che i piemontesi hanno altri gusti, amano i prodotti più piccoli e tecnologici, mentre quelle radio sono perfette per soddisfare le esigenze di noi meridionali, che prediligiamo prodotti più appariscenti e originali» spiega con orgoglio. Così il “signor Vilmar” ha deciso di appendere sulla radio un cartello con su scritto “Prodotto riservato ai meridionali”.

«E in meno di una settimana ne ho vendute più di dieci, è stata un’ottima idea e non ci vedo niente di male - continua -. Quando i clienti entrano nel mio negozio, dico sempre “i piemontesi si mettano a destra, i meridionali vadano a sinistra”. È giusto differenziare i prodotti in modo che ognuno possa scegliere in base ai propri gusti. Nel mio negozio si possono trovare eccellenze tipiche di Bari e del meridione: è anche un modo per mantenermi in contatto con la mia terra d’origine».

Ma gli antichi modelli di radio non sono l’unica offerta particolare per attirare i clienti del Meridione. «Vendo anche televisori a 50 pollici più 10. Quando i clienti mi chiedono spiegazioni, faccio vedere il televisione e lo tocco dieci volte con il pollice - continua -. È un modo per sdrammatizzare, molto apprezzato dai miei compaesani ma, devo dire, ultimamente anche dai piemontesi. Di solito i clienti scoppiano a ridere, comprano il prodotto e ovviamente si guadagnano un piccolo regalo». Sembra un personaggio uscito da una novella del Boccaccio. Invece è Vito Vilmar. Meridionale doc.
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Arriva la prima fiction per telefonini

da repubblica.it

ROMA - Il progetto è originale e completamente indipendente, è nato con l'obiettivo di creare un modo nuovo di pensare e fruire la fiction, e destinato a un pubblico giovane e appassionato di nuove tecnologie. Si intitola L'ospite perfetto - Room 4U la prima serie nata per il telefonino e il Web, prodotta da Fidia Film. Trenta appuntamenti - cinque a settimana - con ministorie di circa tre minuti dirette da Cosimo Alemà e Daniele Persic. La prima serie sarà visibile sul telefonino, mentre il sito della fiction ospiterà backstage, foto, interviste e curiosità. I navigatori potranno interagire con un forum, lasciando messaggi e immagini. In seguito le puntate si potranno rivedere su internet e, infine, in tv e in dvd.

La serie - che dal 4 agosto sarà offerta a pagamento in streaming o download agli utenti Tim e Vodafone - è scritta da Michele Rossi e Matteo Maffucci, componente del duo pop Zero Assoluto, che si concede anche qualche apparizione da attore. "E' stata un'esperienza divertente di scrittura e riscrittura continua per riuscire a stare nella velocità delle puntate - spiega Maffucci durante la presentazione al Roma Fiction Festival - abbiamo cercato di scrivere qualcosa che permettesse di appassionarsi ai personaggi e crescere attraverso le storie".

[...] Il progetto, costato mezzo milione di euro, dovrebbe raggiungere sui telefonini circa 50 mila - 100 mila utenti. "Come in tutte le cose, è una grande gioia essere i primi in qualcosa ma è anche difficile - commenta la produttrice, Lorraine de Selle Du Real - ma speriamo di aprire la strada in un mercato che all'estero sta già dando grandi frutti".
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Da domani parte Rai4
Saranno in onda da domani le trasmissioni di Rai 4, il nuovo canale Rai per il digitale terrestre indirizzato ad un pubblico giovane e navigatore abituale di internet. Lo riferisce una nota della Rai.

La nuova tv del digitale terrestre gratuito della Rai prenderà il via lunedì 14 luglio alle 21 con "Elephant", il film di Gus Van Sant già Palma d'oro al Festival di Cannes nel 2003.

Si tratta, spiega il presidente di Raisat Carlo Freccero, di "una rete per un pubblico giovane, che naviga su internet, sensibile alle suggestioni della moderna comunicazione".

Rai4 ci, dice il presidente nella nota, si propone di "intercettare questo pubblico nuovo", che ha come caratteristica principale l'utilizzo di internet, anche trasformando, in alcuni casi, "gli spettatori in autori, capaci di contribuire a creare alcuni dei programmi che andranno in onda con i materiali che propongono in Rete".

Nella fase di partenza, Rai4 trasmetterà soprattutto serie americane cult, film e telefilm, cartoni animati, programmi musicali, oltre ai `fuoricampo' di alcuni reality della generalista.

In seconda serata, il 14 luglio, "Day-Break", seguito da "Alias" e da "Last Days", sempre di Gus Van Sant, ispirato alla figura del leader dei Nirvana, Kurt Cobain. Si prosegue poi con "21 grammi" di Alejandro Gonzalez Inarritu, "Million dollar baby" di Clint Eastwood, "Final destination" di James Wong, e "I diari della motocicletta" di Walter Salles.

Peccato che la possano vedere in quattro.
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Radio digitale: 30 programmi anche a Roma

da Newsletter millecanali.it

Anche a Roma sta sviluppandosi il progetto di Radio digitale che vede collaborare i privati e Rai Way, sarà pienamente operativo entro luglio e irradierà 30 programmi. Come informa la Frt, «l’iniziativa si è sviluppata a seguito dall’accordo di cooperazione nell’area romana tra Rai Way e i tre consorzi storici EuroDab, C.R.Dab e Club Dab».

«Ha preso il via il progetto del C.R.DAB-Consorzio Radio Digitale, composto da emittenti associate alla FRT, con la messa in onda dai siti di Monte Cavo e Monte Mario di 18 programmi in tecnologia DAB+/DMB/Visual Radio, pienamente operativi entro la fine del mese di luglio. L’iniziativa si è sviluppata a seguito dall’accordo di cooperazione nell’area romana tra Rai Way e i tre consorzi storici EuroDab, C.R.Dab e Club Dab, gli unici soggetti, tra i privati, che sin dagli inizi degli anni 2000 hanno sperimentato la radiofonia digitale in Italia. Con questa operazione a Roma saranno irradiati circa 30 programmi in digitale che rappresentano un volano di notevole importanza per lo sviluppo della tecnologia numerica su tutto il territorio italiano.

Di questi, come detto, 18 sono messi in onda dal C.R.Dab, con apparati di alta qualità, a costi ridottissimi, a bassa potenza e zero inquinamento elettromagnetico, con copertura totale del servizio su tutta l’area romana. Si tratta di un esperimento importante, dato che sono presenti sullo stesso blocco VHF-III 8C contemporaneamente cinque emittenti nazionali e tredici emittenti locali; una prima esperienza di pianificazione mista che, in prospettiva, potrebbe portare a un considerevole risparmio di frequenze e che presto potrebbe estendersi ad altre parti del territorio, iniziando dalla Sardegna la cui ipotesi di pianificazione è in discussione al Tavolo tecnico sulla radiofonia digitale istituito dall’Autorità.
Al progetto romano partecipano le radio nazionali Radio Kiss Kiss, Radio 105, Radio Montecarlo, Virgin Radio, Radio Italia Solo Musica Italiana e le radio locali Radio Subasio, Radio Suby, Radio Subasio Più, Radio Kiss Kiss Italia, Radio Dimensione Suono Due, Radio Dimensione Suono Roma, Ram Power, Radio Italia Anni 60, Rete Sport, Radio Studio 93, Teleradiostereo, Radio Montecarlo 2, a rappresentare (in analogico) complessivamente oltre 2 milioni e mezzo di ascoltatori nel giorno medio (dati Audiradio).
Un esperimento volto a dimostrare che per lo sviluppo del digitale radiofonico, oltre naturalmente alle regole e alla disponibilità di frequenze, allo stato assolutamente insufficienti, occorrono anche predisposizione all’investimento e grande professionalità».
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Radio, tv, cinema, contro l'esclusione sociale: IV edizione dell'"Anello Debole"

da confinionline.it

Tutta “la realtà” deve essere rappresentata. Ne vanno di mezzo la verità, la giustizia, la democrazia. Da questa convinzione, con l’obiettivo di dare spazio ai buoni esempi di comunicazione nella vasta tematica dell’impegno e del disagio sociale, nasce il premio “L’anello debole”, giunto quest’anno alla sua quarta edizione. Era, infatti, il 2005, quando la Comunità di Capodarco decise di assegnare un riconoscimento ai migliori esempi di trasmissioni radiofoniche, televisive, opere cinematografiche brevi che abbiano narrato fatti e vicende della popolazione italiana e straniera definibile “fragile”, perché “periferica” o “marginalizzata”. Per i promotori si trattava di una conseguenza “naturale” dell’impegno di Capodarco per un nuovo tipo di comunicazione sociale, sfociata, già da quattordici anni, nell’organizzazione del seminario per giornalisti “Redattore sociale” e, da sette, nella creazione dell’omonima agenzia giornalistica on line esclusivamente dedicata al sociale. Il bando, uscito in questi giorni, scade l’8 settembre 2008.

Lo scorso anno prevalsero i temi forti della tratta degli esseri umani, dell’immigrazione che porta all’estrema emarginazione, dello stigma sociale provocato dall’orientamento sessuale. Ad aggiudicarsi “L’anello debole” furono: per la categoria “Cortometraggi della realtà”, “Nera – Welcome to my world”, documentario di Andrea Deaglio, prodotto dall’Associazione Antiloco di Torino; per la sezione “Tv – documentari” , il servizio – inchiesta “I bambini delle fogne” di Massimo Postiglione trasmesso da SkyTg24; per la sezione “Radio”, “La donna che vive due volte”, opera realizzata appositamente per il Premio da Alessandro Falcone, Claudia Russo e Giuseppe Verdel, studenti del primo Master in Linguaggi comunicazione e marketing della radio istituito dalla Facoltà di Scienze della comunicazione della Sapienza in collaborazione con RadioRai nella “Radio”. A sorpresa invece, la giuria, all’unanimità, ha deciso di non assegnare alcun riconoscimento per la sezione “Corti di fiction”. Nessuna delle opere in concorso si è, infatti, distinta a tal punto da meritare la vittoria.
Tutte le opere vincitrici, menzionate e finaliste, delle diverse edizioni del premio, saranno presto visionabili in un sito dedicato: www.premioanellodebole.it 
Il portale, che raccoglierà tutta la storia del premio, è già on line in forma “ridotta”. Sarà completato ad ottobre 2008.

Un’altra novità della IV edizione è l’ingresso in giuria del giornalista Pino Corrias (Rai Fiction) che si va ad aggiungere a Giancarlo Santalmassi (Radio 24), Vinicio Albanesi (Comunità di Capodarco), Daniela De Robert (Tg2), Andrea Pellizzari (Le Iene), Daniele Segre (regista). Anche quest’anno “L’anello debole” è stato realizzato grazie al contributo della Cassa di risparmio di Fermo

Il bando.
Si concorre al Premio inviando almeno due copie di un’opera di durata compresa tra i 3 e i 25 minuti, per una o più delle quattro categorie (Radio, Servizi televisivi, Cortometraggi della Realtà e Fiction). I materiali audio o video potranno essere inediti o editi, purché realizzati e/o trasmessi non prima dell’1 gennaio 2007. Il lavori vanno inviati in plico raccomandato alla Segreteria del Premio “L’anello debole”: c/o Comunità di Capodarco, Via Vallescura n. 47 – 63010 Capodarco di Fermo (AP); e-mail: info@premioanellodebole.it 
Le opere dovranno riportare al loro interno i dati e i credits completi: data e luogo di realizzazione o trasmissione, titolo, autore/i, produzione, durata, abstract del soggetto compreso tra 1.000 e 2.000 battute (spazi inclusi). Alle opere dovrà essere allegata una domanda scritta di partecipazione, con indicati i dati completi (nome e cognome, indirizzo, numero di telefono, e-mail e data di nascita), la categoria per cui si intende partecipare, la copia del versamento di 12 euro sul conto corrente postale n. 52395126, intestato a Redattore Sociale s.r.l., indicando la causale "Anello Debole 2007" e la seguente dicitura firmata: “Autorizzo l’uso dei miei dati personali ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003”. Devono essere spedite entro l’8 settembre 2008 (fa fede la data del timbro postale) e non verranno restituite.
La premiazione avverrà entro il mese di ottobre 2008 a Fermo. Alle 4 opere vincitrici verrà assegnato un premio in denaro di 1.000 (mille) euro e un bracciale con un anello debole, disegnato da un artigiano locale, simbolo del premio.
I vincitori saranno ospiti della Comunità

Per maggiori informazioni si può visitare il sito del premio (www.premioanellodebole.it) o telefonare allo 0734681001.

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Spettro radio: più risorse ai servizi wireless.

da key4biz.it

“L’uso dello spettro radio deve essere coordinato e armonizzato nella Ue per consentire ai cittadini di beneficiare di nuovi servizi quali l’accesso a internet in banda larga mobile”.
Lo dice la Commissione industria in una relazione approvata lunedì sera, nella quale gli europarlamentari esprimono anche il loro sostegno alla creazione di un nuovo organismo europeo, composto dalle autorità di regolamentazione nazionali, che assicuri l’applicazione coerente delle misure in tutta la Ue.

I deputati Ue chiedono inoltre incentivi per gli investimenti nelle nuove infrastrutture, tra cui le reti di accesso di prossima generazione.
Lo spettro radio di proprietà da parte degli Stati membri è una risorsa essenziale per molti servizi wireless, dalla radiodiffusione alla mobile Tv, dalle comunicazioni mobili a internet a banda larga, fino ai nuovi servizi elettronici quali l’ehealth o l’egovernment.

Secondo la relazione dell’eurodeputata francese Catherine Trautmann (PSE), “…al fine di ottimizzare l’uso delle frequenze e di evitare interferenze dannose tra i servizi, gli Stati membri devono cooperare tra loro e con la Commissione nella pianificazione strategica, nel coordinamento e nell'armonizzazione dell'uso dello spettro radio”.

La direttiva quadro sulle comunicazioni elettroniche, così come modificata dalla commissione per l'industria, chiede pertanto alla Commissione di presentare una proposta legislativa volta a stabilire un ‘piano d’azione sullo spettro radio’, nonché di mettere a punto un approccio più coerente e integrato nella ripartizione del ‘dividendo digitale’, ossia le frequenze che si libereranno al momento del passaggio dall'analogico al digitale, da completare entro il 2012.

In base alle modifiche attuate al progetto di direttiva, gli Stati membri sono tenuti a garantire che qualsiasi tecnologia o qualsiasi servizio possa usare qualsiasi frequenza disponibile per servizi di comunicazione elettronica, in linea con i piani assegnazione delle frequenze stabiliti a livello nazionale e con i regolamenti ITU.
Eventuali misure che richiedano l’allocazione di una specifica banda di frequenza per un determinato servizio, sostengono ancora gli eurodeputati, “dovranno essere giustificate da finalità di interesse generale come ad esempio garantire la sicurezza, la promozione della coesione sociale, regionale o territoriale, o di obiettivi culturali quali la diversità culturale e linguistica e il pluralismo dei media”.
La Commissione industria ha anche approvato un documento presentato da Pilar del Castillo (EPP-ED, ES), nel quale viene proposta la creazione di un organismo di regolazione europeo (Body of European Regulators in Telecommunications - BERT), composto dalle 27 Autorità di regolazione nazionali.

BERT sarebbe un’alternativa alla realizzazione della European Electronic Communications Market Authority (EECMA), nuova ‘Super Authority’ sostenuta dal commissario Viviane Reding. Il Parlamento Ue propone quindi una “procedura di co-regolamentazione” che richiederebbe alle Autorità nazionali di consultare la Commissione e BERT prima di prendere decisioni normative.
La Commissione potrebbe chiedere ai regolatori nazionali di modificare la decisione se l'organismo europeo ritenesse la misura inadeguata o inefficace.
Nel progetto di direttiva approvato dal Parlamento, si parla anche di separazione della rete tlc.
Secondo i deputati, un regolatore nazionale potrebbe, come ‘misura eccezionale’, richiedere a un operatore tlc la separazione funzionale della rete telefonica dai servizi, creando una divisione business separata.  
Questa unità dovrebbe quindi fornire a tutte le altre società un accesso a prodotti e servizi a parità di condizioni.
Tuttavia, il regolatore nazionale potrà applicare questo rimedio soltanto nel caso in cui sia la Commissione che BERT ritengano che non ci siano altre misure atte a raggiungere una situazione realmente competitiva o che, senza la separazione, non ci siano che poche prospettive di una futura competizione basata sulle infrastrutture.

I deputati hanno anche richiesto "adeguati incentivi per gli investimenti in nuove reti ad alta velocità per sostenere l'innovazione nell’ambito dei servizi Internet content-rich e per rafforzare la competitività internazionale".
Le reti NGN, attraverso la fibra ottica, garantiscono l’ubiquità e la convergenza delle infrastrutture per i servizi di comunicazione elettronica, l'informatica e i media.
Per queste infrastrutture, dicono i deputati, c’è bisogno “di promuovere gli investimenti spinti dal mercato e l’innovazione in infrastrutture nuove e migliori, incoraggiando per esempio la condivisione degli investimenti e assicurando un’adeguata condivisione dei rischi tra gli investitori e le imprese che vogliono accedere a nuovi impianti”.

Riguardo infine il finanziamento di BERT, in base alle proposte degli europarlamentari, i soldi arriverebbero per un terzo dalla Ue e per i due terzi da contributi diretti dei regolatori.
Si tratta comunque ancora di una proposta che sarà rivista prima della votazione in seduta plenaria.
BERT, infine, non dovrà assumere compiti relativi alla sicurezza delle reti e dell'informazione, come proposto originariamente dalla Commissione, che voleva accorpare il nuovo organismo all’ENISA.
Il Parlamento europeo, del resto, ha già prolungato il mandato ENISA fino al marzo 2012.
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Seminario: Crea la tua radio in internet: col podcast si può

da gomarche.it

Per il terzo incontro di "I sabati di Blu Mouse", sabato prossimo 12 luglio si parlerà di come avviare la propria radio su Internet senza spendere denaro, alla presenza dei maggiori esperti italiani del settore.

ANCONA - Che cos'è un podcast? Come si diventa podcaster? Come si può avviare la propria radio su Internet? Quali sono gli obblighi di legge? Come cambia il mondo della radiofonia con l'avvento del podcasting?
Se ne parlerà sabato prossimo 12 luglio dalle 9.30 presso Blu Mouse Computer di Ancona coi maggiori esperti italiani del settore.

Interverranno, di persona o in videoconferenza: Marco Traferri, esperto di tecnologia e comunicazione Web, autore di Podcasting che funziona (Ed. Apogeo), il primo libro italiano dedicato al podcasting, co-fondatore di Da Capo al Fine, il primo podcast italiano dedicato alla musica classica; Giuseppe Mazziotti, avvocato, esperto di proprietà intellettuale, diritto delle nuove tecnologie, diritto della concorrenza, diritto delle telecomunicazioni, autore del volume EU Digital Copyright Law and the End-User (Ed. Springer); Antonio Pavolini, pioniere del podcasting italiano, autore e produttore di podcast molto seguiti, esperto di comunicazione web e radio; Ilaria Picardi, dottore di ricerca in fisica, giornalista, docente del corso La Scienza in Podcast al Master in Comunicazione della Scienza di Trieste, redattrice e conduttrice di podcast molto seguiti.

Per iscriversi inviare una mail a isabatidiblumouse@gmail.com
Ingresso gratuito. Connessione Wi-Fi disponibile gratuitamente.
Per informazioni telefonare allo 071/2806856 o consultare il sito internet di Blu Mouse, www.blumouse.com.
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Negli USA una radio interamente dedicata ai Coldplay

da rockol.it

Forse sull’onda della moda dei cosiddetti temporary shops, i negozi monomarca che rimangono aperti per poche settimane prima di lasciare i locali ad altro marchio, i Coldplay hanno deciso di mettere in piedi, per un solo mese, un’emittente radiofonica dedicata esclusivamente a loro.
Accadrà negli USA dove, per meglio supportare il tour che Chris Martin e soci intraprenderanno (ovviamente) proprio in quel periodo, Radio 30 Days Of Coldplay trasmetterà sul canale 51 dell’emittente XM. On air andranno registrazioni live del gruppo, interviste, brani rari ed una selezione dal catalogo della formazione britannica.
I Coldplay promuoveranno il loro nuovo album “Viva la vida”, peraltro ottimamente accolto dal mercato statunitense, con un tour che si estenderà dal 15 luglio al 15 agosto. La band, come noto, si esibirà il 29 settembre a Casalecchio di Reno (BO) ed il giorno successivo al DatchForum di Assago (MI).
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Radio Quattro zampe, musica «da cani»

da iltempo.it

Per mettere un po' di zucchero sull'amara estate dei nostri amici a quattro zampe, basta davvero poco. Chi ama incondizionatamente l'uomo merita rispetto e tanto affetto. Perché, dunque, andare in vancanza «separati»?
Se la coppia uomo-animale funziona, perché farla «scoppiare» proprio d'estate? Basta il minimo sforzo, andando magari in posti dove è possibile portare il proprio cane, oppure perché non lasciarlo da un amico o in una pensione «pet-friendly»? È solo uno dei tanti consigli che si possono ascoltare su Radio Quattro Zampe, «la musica che scodinzola», la prima frequenza radio su web per animali, ventiquattrore su ventiquattro ore su 24, promossa dal mensile omonimo «Quattro Zampe».
Basta collegarsi via internet sul sito www.qzlife.it e cliccare sul link «Ascolta la Radio» per entrare in una dimensione tutta particolare, fatta di musica scelta «ad hoc», da ascoltare con gli amici a quattro zampe nei vari momenti della giornata, a casa o al lavoro, durante il relax o lo sport. Il tutto alternato a curiosità, notizie, interviste, consigli del veterinaro e dell'esperto in comportamento, segnalazioni di strutture, come hotel o agriturismi, a misura di pet, di eventi ed iniziative, rigorosamente canine e feline. Chi si registra al sito, inoltre, potrà ricevere la newsletter con dati e pet-informazioni aggiornate.
Nell'attuale palinsesto, a cura della redazione di «Quattro Zampe», tra Tg-notizie, Buone abitudini, Pet Food, Zampe Utili ed Sos Pet, non mancano preziosi consigli estivi, sul trasporto del cane in auto, magari fermandosi ad un Fido-Park, alla dieta con cibi light soprattutto nei giorni più caldi e su come far viaggire al meglio il proprio animale anche nei viaggi più lunghi e meno agevoli.
«Non credevamo di ottenere un tale successo - commenta Giovanni Morelli, direttore del mensile «Quattro Zampe» e promotore della webradio - la gente ci ascolta, si registra al portale, partecipa ai forum, suggerisce e chiede consigli. E noi ci rinnoviamo di continuo: di recente, ad esempio, abbiamo anche inserito dei brani di musica classica, che piacciono molto agli animali, come ci confermano i loro proprietari».
Cani e gatti di tutta Italia, dunque, aguzzate le orecchie e ascoltate la Radio Qz, fatela anche sentire ai vostri genitori adottivi.magari cosi' aiuterete un vostro amico a quattro zampe a non passare un'estate."da cani».
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Solar Energy Radio

...e concludiamo la settimana con un consiglio per gli acquisti quantomeno... domenicale! ;-)

da i-dome.com

Se siete amanti del camping o siete soliti andare in vacanza in luoghi dove sia difficile trovare una presa di corrente, ma volete avere con voi una radio per rimanere in contatto con il mondo, allora questa ennesima proposta di Self Energy Radio potrebbe essere di vostro interesse. Il look non è neanche male: vanta un certo stile retrò ed un colore simil-militare-rambo-survive.

Due i sistemi di alimentazione: a manovella o a energia solare.

Quello a manovella è decisamente molto efficiente, quello a energia solare lascia un pochino perplessi. Questi i valori di ricarica:

  • Se girate la manovella per oltre 1 minuto, avrete la radio accesa per oltre 20 minuti.
  • Se caricate al massimo la batteria, questa avrà un autonomia di 7 ore.
  • Se mettete la radio al sole per 5 ore, avrete una ricarica pari a 30 minuti di accensione.
  • Per caricare l'intera batteria con la sola energia solare, saranno necessarie ben 35 ore di sole.... un po' tanto.
Link: China Sunway
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Tetes du Tour, alla testa del gruppo

con grande piacere diffondo dalla Newsletter dei Tetes de Bois

In questo mese di luglio ritroviamo un nostro grande amore: la bicicletta.
Nel 2004, infatti, avevamo inciso "La canzone del ciclista", che e' nel disco doppio "Pace e Male", un brano dedicato a Fabio Casartelli, indimenticato giovane campione scomparso proprio su una curva dei Pirenei nel Tour del '95.
 
Così partiamo per il Tour de France! Abbiamo, hanno preso un camper... e ci portiamo le bici.
 
Ecco la spedizione:
Andrea Satta, il cantante dei Tetes de Bois,
una giornalista musicale: Timisoara Pinto,
una ricercatrice di storia: Elisabetta Malantrucco,
un fotografo-regista-cameraman esperto di animazione: Licio Esposito,
una pittrice: Marta Dal Prato,
e un analista ambientale: Gianni Abbruzzese,
sulle tracce del Tour de France...
 
Vivremo il Tour attraverso il lavoro e la fatica dei transennisti; col popolo della bici che sale di notte l'Alpe d'Huez; aspettando l'arrivo con sacco a pelo e tenda. Una lettura inconsueta attraverso uno strumento affascinante...  la corsa in bici piu' prestigiosa al mondo!
Tra il massiccio centrale, i pirenei, le alpi... italiani all'estero si potrebbe dire.
 
Alla fine scriveremo, disegneremo, cattureremo immagini. Ci ospitera' un giornale, Il Manifesto, la nostra rubrica si chiamera' "Tetes du Tour". Vi invitiamo a seguirla gia' dal 5 luglio con la prima puntata nelle pagine sportive. Poi dal 9 tutti i giorni e forse ci incrocerete anche sulle onde della vostra radio.
 
Magari da questo nascera' il prossimo lavoro dei Tetes....
Il titolo e qualche tappa esistono gia': "I Riciclisti", uno spettacolo dedicato al mondo della bicicletta, vissuta nei suoni e nella poesia tra Caproni, Gozzano, e un compagno di viaggio meraviglioso Gianni Mura...
 
Buon viaggio
Tetes de Bois
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Piccole web radio crescono. Al microfono c´è futuro??

da L'Espresso

Negli Stati Uniti fanno gola al mercato pubblicitario e volano sulle ali dello sport. In Italia, per ora, o sono uno strumento didattico, o sono poco più di un passatempo intelligente. Nelle web radio universitarie si incontrano realtà ed esigenze diverse tra loro: intrattenimento, vita studentesca, pubblicità, didattica, musica, informazione, comunicazione istituzionale. A Milano gli atenei hanno mosso i primi passi in questa direzione grazie soprattutto all´intraprendenza degli studenti di Bicocca, Politecnico e Bocconi.
«Il futuro delle web radio è nelle università - afferma convinto David Marelli, studente in Bicocca - perché le radio studentesche hanno il vantaggio di un identità forte e un target preciso». Nata nel 2005, B-radio è la web radio degli studenti della Bicocca ed è la prima esperienza di questo tipo nelle università milanesi oltre che una delle prime in Italia. «Siamo partiti autofinanziandoci con gli sponsor - spiega David - , poi abbiamo attinto dai fondi "Mille lire" per le attività studentesche». Poche migliaia di euro che lasciano aperti diversi problemi. «Siamo partiti senza sapere nulla di radio e abbiamo un po´ ricalcato lo stile delle radio libere anni 70. Purtroppo non abbiamo ancora una sede e trasmettiamo dalla casa di uno studente. Le riunioni di redazione le facciamo in un centro commerciale».
In Bocconi invece i mezzi non mancano. «Il 50 per cento dei nostri fondi - spiega Girolamo Di Cresce della redazione cultura e intrattenimento di Radio Bocconi - sono fondi universitari mentre i restanti vengono da uno sponsor esterno, una società di comunicazione. In tutto circa 20mila euro che sono costi di start up». Radio Bocconi, che non è nata solo dalla volontà degli studenti ma ha avuto uno stimolo istituzionale, ha addirittura una voce dedicata nel bilancio dell´ateneo. Verrà ufficialmente inaugurata a settembre e ha un palinsesto per fasce: la mattina programmi culturali, gr e economia; al pomeriggio intrattenimento, hit parade, parodie di stereotipi bocconiani.
Poliradio invece non è una voce istituzionale dell´Università. Nata per iniziativa di 50 studenti, va in onda 24 ore su 24 con dirette dal lunedì al venerdì, facendo intrattenimento, servizio e approfondimento. «Cerchiamo di fare una radio in stile radio Deejay (muhuahauhauhauhau ;-)- spiega Michele, tra gli ideatori-. Per i fondi ci appoggiamo all´Università partecipando ai bandi per le attività culturali. Approviamo bilanci semestrali e abbiamo convenzioni con Universal e Sony che ci passano musica gratis. (complimenti!) Le spese principali sono per strumentazione, studio e promozione».
Allo Iulm il progetto di una web radio è ancora in fase sperimentale ed è legato a doppio filo con la didattica. «Radio Polifemo - spiega Gaia Varon, conduttrice per radio Rai 3 e docente allo Iulm - non è autogestita. Il nostro progetto prevede la creazione di un master in radiofonia che dovrebbe partire in autunno, il nostro palinsesto sarà 1/3 sperimentazione, 1/3 giornalismo e 1/3 intrattenimento».

E' un vero peccato che articoli come questo finiscano a ricicciare sempre la notizia delle tre webradio universitarie milanesi. Le università, dopo un periodo in cui hanno preferito osteggiare i progetti radiofonici in nome dei tagli alla ricerca adesso hanno capito di avere un business vero e proprio per le  mani. Business che si chiama MASTER IN RADIOFONIA, visto che sono sempre più gli studenti che vorrebbero cimentarsi al microfono (altro che calo delle vocazioni).
Sono sempre stato e rimarrò ancora scettico di fronte alle reali conoscenze che si possono trasmettere a questi studenti che (magari!) mai hanno frequentato gli studi di una radio e che dopo aver pagato 5/6.000 Euro e ricevuto il profumatamente acquistato attestato vanno ad occupare posti nelle redazioni di  svariati programmi nazionali.
Basta leggere cosa blaterano: "Una radio in stile deejay". Madààài????? Giura!!!!!  E cosa fanno la Universal e la SonyBMG??? "Vi passano la musica gratis" Ahsìììììììì????
Non ci creeeedo!!!!
Andate a ripassarvi un manuale di Teoria e Tecniche dei Nuovi Media. E se vi sento dire "midia" vi cionco la lingua!

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Shabab Radio, una radio comunitaria in Palestina

da amisnet.org

Nell’ ultima puntata di Scirocco 2007/08 si è parlato di Radio Shabab, emittente comunitaria palestinese nata dagli sforzi del Cospe, dell'agenzia Amisnet e del Palestinian Youth Union, di cui il nostro programma è il focus in lingua italiana,

Grazie al sostegno dell’UE, questa nuova emittente radiofonica trasmette i suoi programmi dal gennaio del 2008 in tutta l’area di Birzeit, citta` universitaria alle porte di Ramallah.

Per capire meglio cos’è radio shabab partiamo dal nome: shabab in arabo vuol dire giovani ed è proprio alle giovani generazioni che è dedicata l’emittente che ha sede in una città studentesca come Birzeit. Un altro elemento chiave è il fatto che si tratta di una radio comunitaria, cioè di una radio non commerciale che ha l’aspirazione di essere fortemente legata al territorio ed alla comunità che la circonda, un legame garantito dalle 12 organizzazioni locali indipendenti che prendono parte alle attività della radio, che quindi è della comunità.

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Accadde il 2 luglio...

2 luglio 1897. A Londra Guglielmo Marconi brevetta la radio.

mentre da rockol.it

Ricerca inglese: per scoprire nuova musica, la radio ancora meglio del Web


Vanno bene MySpace, Last.fm e YouTube. Vanno bene i negozi on-line come Amazon e i siti degli artisti che oggi permettono di ascoltare in streaming frammenti di canzoni e persino album interi. Ma anche in piena era digitale, quando si tratta di scoprire nuova musica, farsi un’opinione e decidere eventualmente l’acquisto di un disco (o di un file digitale) il pubblico continua a fare affidamento sulla vecchia e cara radio. Persino nella trendy Inghilterra, stando a una ricerca sul tema appena pubblicata da RadioCentre, associazione di categoria delle emittenti commerciali: il 56 % degli intervistati la preferisce ancora, come strumento di informazione musicale, a Internet (17 %) e alla televisione /(13 %).
Il Web viene spesso utilizzato, semmai, come mezzo di approfondimento (il 45 % ricorre a siti come MySpace per acquisire informazioni sugli artisti scoperti di recente), mentre neanche la sovraesposizione via etere di una canzone provocherebbe gli effetti controproducenti in termini di vendite di cui spesso si parla: al contrario, il 57 % del campione di RadioCentre sostiene di aver comprato un disco proprio dopo averlo ripetutamente ascoltato in radio. Secondo l’amministratore delegato di Radio Centre Andrew Harrison “la radio offre ogni giorno una ampia offerta di programmazione musicale a costo zero per l’ascoltatore ma con grandi benefici per i musicisti e l’industria discografica”.
Non sarà un po’ di parte?
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UK, nel 2020 la radio sarà solo digitale

da punto-informatico.it

Roma - Secondo il Digital Radio Working Group, entro il 2020 in Gran Bretagna dovrà completarsi il passaggio al digitale dell'intera offerta delle emittenti radiofoniche.

Il gruppo, che ha pubblicato un rapporto sull'iniziativa, è l'organo creato dall'OFCOM e dal Governo proprio per coordinare il passaggio al digitale. Il suo suggerimento è l'impiego di una scaletta cronologica seguendo la quale, nell'arco del periodo compreso tra il 2015 e il 2020, ogni emittente dovrà spontaneamente obbligatoriamente spegnere i trasmettitori analogici e cedere il passo al Digital Audio Broadcasting (DAB).

Andrew Harrison, CEO di RadioCentre (il "braccio industriale" delle emittenti commerciali britanniche), ha spiegato al Guardian che "Il DRWG ha fatto un ottimo lavoro negli ultimi sei mesi ed è un'ottima cosa disporre di questo rapporto che ci spinge al cambiamento. Il rapporto delinea una mappa chiara e delle precise collocazioni temporali per lo switchover".
A sospingere questa rivoluzione tecnologica ci sarebbero le vendite dei radioricevitori DAB: secondo il quotidiano, alla fine di maggio 2008 in Gran Bretagna avrebbero superato i 7 milioni, e il passaggio al digitale sarebbe visto come un benefit, sia per l'industria che per i radioascoltatori.

Non solo: "Se tali obbiettivi debbono essere raggiunti, bisogna agire subito e raccogliere le significative sfide che minacciano la futura crescita del mercato. Ci dev'essere grande intesa per affrontare tali sfide e ritengo che questo rapporto stimoli il dibattito sul come raggiungere un futuro digitale", spiega ancora Harrison.

L'attuale copertura DAB di RAI in ItaliaMa non tutti sembrano animati da così fiammeggiante ottimismo: in special modo i consumatori, racconta Engadget, non risultano granché entusiasti. Ad oggi solo il 17,2 per cento dei ricevitori britannici è DAB-compatibile, e le possibilità di trovare tali ricevitori in un'automobile sono appena 1 su 200. Senza contare l'invasione dei player MP3, che stanno scalzando a viva forza le autoradio dalle plance.

E in Italia? La principale emittente italiana, la RAI, parla della tecnologia DAB molto a latere: lo fa nel sito specializzato Raiway, dedicato alle risorse di telecomunicazioni dell'Azienda. Quanto alla diffusione del servizio, osservando la mappa che RAI stessa pubblica sul proprio sito (riprodotta qui di lato), la copertura del servizio è pittosto ridotta, specie se confrontata con quella della BBC in Gran Bretagna.

Benché Harrison sostenga che - in Gran Bretagna - i prezzi dei ricevitori siano in calo e che l'industria abbia l'esempio del digitale terrestre TV come modello di riferimento, eseguendo una semplice ricerca di online shopping - almeno in Italia - i prezzi sono ancora lontani dall'essere alla portata di tutti. Nel Belpaese, dunque, gli interessi che ruotano attorno al mercato del Digital Audio Broadcasting sono ancora troppo soffocati da quelli prettamente analogici.
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Radio advertising: un business…online!

web radioda pmi.it

Vendere online la pubblicità radiofonica è un modello di business innovativo, che funziona
davvero.
Bid4Spot, la piattaforma da pmi.it di eBay preposta alla vendita di pubblicità per radio, ha raggiunto risultati significativi in un settore dell’advertising tutto da esplorare.

L’elemento scatenante di questo fenomeno nel mercato della pubblicità radiofonica è stato ancora una volta Google. Il gigante di Montain Wiew ha infatti fiutato l’occasione, e ha intrapreso una nuova avventura nel business della pubblicità, producendo una spinta al mercato degli spot online.

Dopo l’acquisizione di dMac per 102 milioni di dollari, rinominata come Google Audio Ads, sostiene di aver raddoppiato nell’arco di un anno le affiliazioni, raggiungendo 1.600 stazioni Am e Fm. Il trend positivo ha aperto le porte di questo mercato anche a nuovi competitor, compreso eBay con Bid4spot, cosa che ha spinto Google a “giocare pesante”, pretendendo una percentuale di partecipazione nel business.

Un primo accordo è stato stipulato con Clear Channel Communication, il maggiore network radiofonico negli USA, che permette a Google di vendere circa il 5% degli spazi di Clear Channel, ma che non ha trovato nel resto del mercato un atteggiamento di apertura limitandone la presenza.

Ad oggi, l’esperienza di questi player ha dimostrato che ad emergere in questo mercato di nicchia possono essere soprattuttoi i piccoli. Proprio come Bid4spot.
L’evoluzione del mercato radiofonico online, quindi, apre anche al mercato italiano interessanti possibilità di sviluppo e d’investimento per le Pmi, attente all’innovazione perché desiderose di sperimentare nuovi mezzi di comunicazione per le proprie campagne.

Oggi la Radio grazie alle potenzialità del Web 2.0 (streaming, podcast, social network, ecc.), vive infatti una seconda giovinezza. Alcuni esempi? Radio 24, la radio business oriented per eccellenza, Radio Lifegate con la sua vocazione tutta green oriented, e non ultima la recente Radio Popolare Roma, social oriented, specializzata in pubblicità etica e in forte sintonia con le Pmi più sensibili alla Corporate Social Responsability.

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