domenica 31 agosto 2008
Virtual Radio: 1500 stazioni radio in un click
Virtual Radio è una applicazione per cellulari
Java e Symbian e funziona anche su sistemi SonyEricsson UIQ, Motorola,
Siemens SX1, BenQ, Arima e Sendo X e consente di collegarsi ad oltre
1500 stazioni radio (lista in continuo aggiornamento) sparse in tutto
il mondo sfruttando una connessione dati Internet (Gprs, Umts, Wlan o Wifi).
Avrete cosi accesso in qualunque punto vi troviate ad una radio, anche se il vostro cellulare non dispone di Radio FM integrata.
Virtual Radio permette di poter scegliere la qualità dello streaming radio, con la versione Low in formato Mp3 mono con bitrate massimo di 32kb e High in formato Mp3 stereo con bitrate massimo di 128 kbps.
Il consumo di banda nella versione Low è di 250 kb al minuto, quindi
se non avete connessioni gratuite da sfruttare (per esempio una WLAN
o un hot spot wifi) o non disponete di tariffe Flat per navigare fate
attenzione che la musica ascoltate potrebbe costarvi quanto il CD
originale se non addirittura di più.
La versione dimostrativa è scaricabile qui mentre la versione completa è acquistabile al costo di 19,50 $ e la trovate qui.
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sabato 30 agosto 2008
Lezione: Radio Americane e Classifiche / parte 1
Surfando
ho trovato questo interessante post su rnbjunk.com dove si spiegano con
dovizia alcune cose di cui mi sto occupando in questo periodo... come
alsolito su questo blog si trovano articoli che interessano più me che
la varia comunità che lo frequenta.
In ogni caso, non si sa mai... leggiamo.
da rnbjunk.com
Vi ricordate alcuni, anzi un bel po di centinaia di post fa? Feci una piccola carta geografica dove insegnavo a chi non era molto esperto.. la differenza tra diversi stili di musica, Urban-Latina, con tanto di carta geografica degli States per descrivere da dove arrivavano determinati stili!
Ora ho deciso di darvi una piccola infarinatura riguardante alle Radio Americane, alla lettura delle classifiche radiofoniche, e via discorrendo!
Bisogna subito iniziare a dire che negli Stati Uniti la Classifica Generale di Musica Ufficiale è Billboard.com, quando
dunque si parla di classifica Usa fa testo quella classifica che
tuttavia si scompone anche in “generi”, infatti troviamo:
Billboard Hot 100: che è la generale e quella che fa testo
Billboard Hot R&B/HipHop: che è quella riguardante la musica Urban
Billboard Pop 100: che è quella riguardante la musica Pop (termine poco definibile al giorno d’oggi)…
.. e così via.
In molti però forse non sanno che Billboard è una delle uniche classifiche al mondo che si basa non solo sulle vendite dei CD singoli o degli MP3, ma anche e sopratutto sull’Airplay radiofonico di un pezzo. “Airplay”
significa quanti passaggi un pezzo ottiene in radio.. più passaggi
ottiene e più il pezzo sale in classifica…! Questo sistema di Chart ha
fatto parecchio discutere soprattutto da quando appunto l’airplay vale
di più delle vendite..!
Questo sistema di combinazione sales/airplay è possibile solamente quando in un paese vi è una forte ossatura e organizzazione delle Stazioni Radiofoniche che diffondo nel Paese.
Torneremo ad approfondire comunque su Billboard e le
sue innumerevoli chart più avanti, oggi vogliamo focalizzare solamente
sull’ariplay Radiofonico!
Iniziamo…
MediaBase, AllAccess, e Radio&Records:
Quando prima parlavo di forte organizzatione delle
stazioni radio, stavo parlando anche di società che controllano e
verificano puntualmente tutti i passaggi, di qualsiasi radio,
sull’intero paese, in questo caso molto esteso (USA)…! Queste società
sono Mediabase, che è veramente la fonte di tutto questo captare,
AllAccess che è una associazione per i professionisti di radio che
offre anche informazioni e classifiche, e Radio&Records, altro
portale per i professionisti della radio.
Questi 3 enti messi insieme rendono veramente
ridicoli i nostri mezzi Europei per captare i passaggi nelle radio, il
nostro continente infatti è frammentato, e soprattutto non considera in
quasi nessuna classifica l’airplay come dato di fatto di “diffusione”
di una certa canzone…!
In America anche se una canzone di 30 anni fa, viene
passata in una Stazione Radio del South Dakota, su AllAccess si può
vedere grazie al sistema MediaBase che offre veramente dei dati
impressionanti. In base alla raccolta di tutti questi dati vengono
stilate le classifiche d’airplay radiofonico che si suddividono come
segue:
CHR-TOP40: si tratta della
classifica POP, ovvero la regina delle classifiche d’airplay, infatti
la maggioranza di radio americane è di questo genere.. mettono su un po
di tutto, ma specialmente i pezzi altamente commerciali
URBAN: è la classifica dedicata
alla musica R&B, HipHop e Soul, è la seconda classifica per
importanza visto il grande successo di questi generi ultimamente.
URBAN AC: significa Urban Adult
Contemporary è meno importate, ad ogni modo sono tutte le radio che
mettono musica più “adulta” come dice la parola stessa, dunque soul più
sofisticato, e materiale meno commerciale e meno da teenager
RHYTMIC: non è definibile come un
genere, tutte le radio Rhytmic suonano pezzi dal pop, urban fino alla
dance.. ma che devono essere perforza pezzi energetici, è nato da poco
questo radio format ma sta riscontrando molto successo.
Queste sopra sono le più importanti per “noi”, ci sono chiaramente anche radio format come Rock, Gospel, Latin etc.
Ma cosa è un Radio Format? Altra
differenza tra noi e gli Stati Uniti è che da noi una radio fa
veramente ogni tipo di musica, in america così non è le radio sono
suddivise per “radio format” dunque vi sono stazioni dove c’è solo
R&B ed HipHop, altre dove c’è del Pop, altre che fanno solo musica
per adulti, altri dove c’è solo musica Latina e così via… questo
significa per esempio che se una Radio Urban AC passa un pezzo, questo
andrà ad incidere nella classifica URBAN AC, logicamente!
Ora.. vi chiederete come venga calcolato l’airplay
di una canzone… è molto (più o meno) semplice, ve lo spiego in maniera
stringata, i fattori rilevanti sono gli “spins” cioè le volte che un
pezzo è stato passato dalle radio, gli “adds” ovvero quante radio nel
paese hanno messo in rotazione il pezzo, e l’”audience”, ovvero da
quante persone il pezzo è stato ascoltato..
Spins: passaggio radiofonico,
formato “4340″ TW, ovvero gli spins ottenuti da un pezzo nella
settimana, e “+58″ l’incremento o la riduzione degli spins durante la
settimana.
Adds: aggiunta di un pezzo nella
rotazione radiofonica american, “11″ adds, vuol dire che 11 radio di
quel formato hanno aggiunto il pezzo!
Audience: qua arriva la
complessità, è chiaro che una radio di Topeka (Kansas) sarà di certo
seguita da meno persone rispetto ad una radio tipo Z100 di New York
City, proprio questo è l’audience, una radio di NYC può raggiungere
diversi milioni di ascoltatori… mentre una radio provincale magari solo
decine di migliaia. Ogni radio ha un Audience ben studiato, pertanto 1
spins su Z100 inciderà moltissimo sulla classifica, e potrebbe valere
10-20 spins su una radio provinciale.
Beh.. continuerò il complicato discorso sulle radio americane a Settembre… Stay Tuned…
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venerdì 29 agosto 2008
Radio Sapienza sotto l'attacco degli hacker!
da unimagazine.it
La Sapienza sotto attacco degli hacker. L'altra notte il sito internet della radio dell'ateneo romano, www.radiosapienza.net, per la terza volta in pochi giorni è stato sostituito da una pagina web con uno sfondo nero, dove compariva una bandiera della Turchia, l' indirizzo del sito www.SiberAskerler.com e il nome dell'hacker, probabilmente turco, che aveva "sferrato l'attacco" al sito.
Approfittando di un "bug", una falla nel software, gli hacker avevano sabotato il sito già lo scorso 15 agosto, subito ripristinato dall'università, per poi riprovarci il 22 agosto e infine ieri notte. Adesso il sito di Radio Sapienza, curato dalla facoltà di Scienze della comunicazione, è di nuovo online, anche se non è stato possibile recuperare alcuni contenuti dall'archivio dei dati.
"Non capisco perchè, in piena estate, un sito universitario possa essere preso di mira da alcuni pirati informatici, presunti turchi. Le mie ipotesi sono due: la prima è che questi hacker stanno cercando di primeggiare tra di loro come in una gara per vedere chi riesce a fare più danni, oppure, seconda ipotesi, le radio universitarie come la nostra danno fastidio a qualcuno perchè dimostrano che si può fare comunicazione a basso costo", ha detto il preside della facoltà di Scienze della comunicazione della Sapienza, Mario Morcellini, che non ha neppure escluso, tra i possibili colpevoli, qualche altra università concorrente, ipotesi che ha definito comunque "logicamente improbabile".
Dalla firma lasciata dall'hacker durante l'attacco alla Sapienza, è emerso che probabilmente il pirata informatico farebbe parte del "SiberAskerlerTeam", che tradotto dal turco vuol dire "team dei cyber soldati". "È quasi impossibile risalire all'autore di questi attacchi - ha commentato il webmaster del sito Carmine Piscopo - ma denunceremo comunque quanto accaduto alla polizia postale".
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giovedì 28 agosto 2008
E la rockstar in crisi punta sul concerto a tema
da lastampa.it
Piaccia o no, si va verso la ripresa della vita normale, dopo settimane
di immobilismo pigro e anche un po’ ansioso, vista la congiuntura
economica. Ma il musicbusiness yankee, che non ha più di dieci giorni
di ferie l’anno, sta già pensando alla nuova stagione, a come uscire
dalle sacche del già noto per dare qualche spinta in più alla pigrizia
delle abitudini, e alle sicurezze del pubblico dormiente. Ecco alcune
delle nuove indicazioni, buone da importare subito anche in
Italia-Europa.
Concerto concept
I concerti sono diventati messe cantate? Le kermesse sono ormai un
triste dovere per fare fatturato con il nuovo disco che ha tre pezzi
buoni e sei così-così oppure due pezzi inediti brutti e poi cose belle
ma vecchie-vecchie? E infine: ci piacerebbe far rinascere il romantico
album che i più giovani non sanno neanche cosa sia? Allora, tornino a
mettersi alla prova anche i nostri artisti, perbacco, come succede
negli States: dove, come riporta Billboard,
è nato con successo il concerto costruito intorno a un solo album, ma
cruciale, di una carriera. Certo, è un po’ come rubare il lavoro alle
cover band, ma nomi di prestigio come i Sonic Youth, Liz Phair, Echo
and the Bunnymen, gli Stooges di Iggy Pop, i leggendari Tortoise,
nell’èra dell’iPod vanno ricostruendo il loro pubblico, perché offrono
dal vivo «quel» magico disco come forma artistica compiuta: gli Stooges
per esempio di Fun House, o i Sonic con l’apocalisse metropolitana di Daydream Nation.
Furbescamente, questi concerti vengono limitati assai nel numero, per
farli diventare degli autentici eventi. Anche da noi ci sarebbe solo da
guadagnarci, come immagine. Pensiamo se Vasco l’anno prossimo decidesse
di rompere il sabbatico che segue al Mondo che vorrei interpretando con la sua band, per dire, solo i primi tre vitalissimi dischi: Ma cosa vuoi che sia una canzone del ’78, Non siamo mica gli americani del ’79 e Colpa d’Alfredo
dell’80; file ai botteghini, concerto breve, rialzo delle azioni (non
che siano mai state basse...); e Ligabue? Abbandonando l’orchestra di
70 elementi che lo accompagnerà a fine settembre all’Arena di Verona,
si potrebbe concentrare sulle canzoni di Radiofreccia o su tutto Miss Mondo,
del quale magari non ha mai cantato dal vivo tutti i brani, creando un
evento. L’idea funzionerebbe bene in Italia per artisti di lungo
percorso e magari con qualche stanchezza nelle ossa: sarebbe una
delizia, e una lezione per i più giovani, risentire tutto il Titanic
(1982) e basta dalla voce di De Gregori, o tutto Radici del ’76 da
Guccini con le sue erre. Morgan l’ha già fatto: ma lui, cantava De
André.
La radio specializzata
L’idea è venuta ai maggiori canali satellitari americani, XM e Sirius,
che si sono fusi di recente in Sirius XM dopo essersi fatti a lungo la
guerra. Hanno messo insieme 10 canali specializzati su artisti di
amplissimo ascolto: ci sono la Elvis Radio, la E Street Radio che spara
Bruce tutto il giorno e la Little Steven Underground Garage che fa
invece ascoltare un repertorio molto off; c’è un filone tutto dedicato
alla memoria dei Grateful Dead, un canale completamente di metal (c’è a
chi piace sempre...) e perfino il «Siriusly Sinatra» tutto di standards
e swing di Old Blue Eyes e dei suoi amici. L’idea è più difficilmente
importabile nel nostro mondo di singoli urlati, scelti per il
ritornello facile.
Prima visione videoclip
Il revisionismo totale made in Usa intacca anche lo stanco mondo dei
videoclip, diventati oggetti di prestigio solo per alcuni artisti che
hanno soldi sufficienti per girarli, ma poi non sanno più bene come
piazzarli: nemmeno MTV ne va più pazza ormai, occupata com’è a
ridisegnarsi nel dopo-internet. Così, al Def Jam Music Group è venuta
un’idea: promuovere le nuove canzoni - prima ancora dell’uscita di un
disco o dell’offerta ai tradizionali canali radiofonici - a colpi di
videoclip, da mandare in onda in esclusiva prima della proiezione di un
determinato film, seguendo dunque le logiche dei circuiti
cinematografici. Va da sè, che la ricerca è sull’assonanza di atmosfere
fra il video e la pellicola: un’idea che si sta esaminando, è di
ficcare Duffy in testa al film di Indiana Jones di prossima uscita.
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mercoledì 27 agosto 2008
Radio privatissime
da repubblica, rimbalzata su talkmedia
È la radio che ascolti anche se non vuoi. Un tempo c´era la musica di sottofondo negli aeroporti o negli ascensori, e c´erano musicisti come Brian Eno che la teorizzavano, ma nessuno era ancora in grado di immaginare il possibile sviluppo commerciale di quelle sonorizzazioni.
Oggi c´è la radio per creare un´atmosfera sonora ideale da associare ad un marchio, fatta su misura per le esigenze del committente e dei suoi clienti: grandi magazzini, banche, centri commerciali, fast food. Si tratta di un fenomeno in crescita esponenziale che solo in Italia ogni settimana raggiunge 20 milioni di ascoltatori. Secondo gli analisti, il mercato delle radio "in-store", come si chiamano in gergo, è destinato a crescere del 100% l´anno nei prossimi 3-4 anni.
Hanno già la loro radio dedicata, tra gli altri, i 350 punti vendita di McDonald´s, i supermercati Standa, Dìperdì e Gs, le agenzie della Bnl e di Intesa San Paolo, i centri vendita all´ingrosso Metro. Non si tratta di sola musica, anche se molti provider offrono solo questo tipo di servizio. Le grandi catene cercano invece un prodotto editoriale completo che accanto alla musica offra anche notiziari e rubriche in linea con gli interessi dei propri clienti: così mentre si fa il massaggio ci sarà la rubrica sulle nuove tecniche di ginnastica rassodante, ma anche l´inserzione pubblicitaria per la crema appena lanciata sul mercato. E la musica sarà rassicurante.
Il fenomeno non è solo italiano: in America uno dei più importanti provider si chiama "Muzak", in Francia c´è "Mood Media" che vanta tra i 50 e i 60 milioni di euro di fatturato l´anno e 90 mila clienti in tutta Europa; in Italia, accanto a 25 società che curano per i propri clienti solo la messa in onda della parte musicale, il leader del mercato è Skyrec che può contare su una clientela di grandi catene o sulle reti di negozi in franchising. Skyrec proprio in questo periodo sta concludendo accordi per passare dalla radio alla tv integrata: ascolti la musica e intanto dagli schermi appesi alle pareti del ristorante ti raggiungono le immagini del video musicale e in sovrimpressione anche le ultime notizie, realizzate dalla redazione di
una testata giornalistica registrata.
Ma se sei da McDonald´s ci saranno solo buone notizie, se ti trovi invece in fila ad uno sportello di Intesa San Paolo puoi star certo che non ascolterai mai notizie di Borsa. «Sono indicazioni che arrivano dai clienti e che vengono poi realizzate dalla nostra redazione» spiega Enzo Palazzolo, presidente di Skyrec, presente sul mercato italiano dal 1988, 6 milioni di euro di fatturato l´anno, 11 radio realizzate per altrettante catene di vario genere «Abbiamo bisogno di quelle indicazioni, come anche di quelle che riguardano le scelte musicali, per mettere a punto il miglior prodotto editoriale su misura del nostro cliente».
Ovviamente non manca la pubblicità, che ogni cliente può decidere di allargare ad inserzionisti esterni dividendone il ricavato con il provider. L´unica pubblicità al bando è quella dei potenziali concorrenti: «È proprio una delle ragioni per cui nel 1998 abbiamo voluto realizzare radio McDonald´s», spiega Massimo Barbieri, Corporate affairs manager in Italia per la catena di fast food «Perché innanzitutto questo servizio offre il massimo controllo sui contenuti della diffusione sonora nei nostri punti vendita. Anni fa - continua Barbieri - «il personale di ogni McDonald´s usava i cd musicali e le radio che più preferiva, così poteva accadere di ascoltare la pubblicità di un nostro diretto concorrente. E anche se non intendiamo la radio in-store come fattore di convincimento, si fanno ovviamente le promozioni per i nostri prodotti».
Decisivo, ammette Barbieri, «che la radio sia piacevole per i 500-600 mila clienti che ogni giorno entrano nei nostri punti vendita. La radio dev´essere parte di un´esperienza di shopping gradevole ma dev´essere anche gradita dal nostro personale, altrimenti al mattino nessuno si ricorderà di accenderla».
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martedì 26 agosto 2008
Enzo alla radio.
Milano, 2 marzo 2004.
Quinto piano degli studi Rai di Corso Sempione.
Luca Sofri intervista Enzo Baldoni all'interno di Condor su Radio2.
Enzo non c'è più da quattro anni.
bloghdad.splinder.com
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lunedì 25 agosto 2008
COPYLEFT FESTIVAL 2008”: DALL’11 AL 14 SETTEMBRE AREZZO CAPITALE DELLA CULTURA LIBERA
- comunicato stampa -
Quattro giorni di dibattiti, incontri, musica e spettacoli per parlare di Copyleft e licenze Creative Commons. Dall’11 al 14 settembre Arezzo sarà la capitale della libera circolazione di idee e del sapere. La rassegna, organizzata dall’Associazione InProspettiva si svolgerà nelle piazze centrali di Arezzo e vedrà decine di ospiti interagire con il pubblico come il collettivo di scrittori Kai Zen già da tempo impegnato nella diffusione della cultura copyleft, il matematico e informatico Philippe Agrain che parteciperà ad una tavola rotonda sui beni comuni - acqua, farmaci, opere dell’ingegno - o l’esperto di nuovi media Gabriele Lunati che affronterà le tematiche copyleft e le licenze creative commons applicate alla musica. Nella giornata di domenica 14 settembre avrà luogo anche il barcamp dedicato a new media e citizen journalism.
Ampio spazio al dibattito con diverse tavole rotonde. Oltre a musica e beni comuni si parlerà di “open source e pubblica amministrazione”, “letteratura di genere e critica sociale”; “lavorare in copyleft”, “No Pago campagna per il prestito bibliotecario gratuito”.
Voce al dibattito anche per la striscia quotidiana Copyleft off. Non tutti gli eventi, spettacoli e presentazioni di Copyleft Festival sono registrati con licenza creative commons. Il Festival si propone infatti anche come momento di conoscenza e dibattito su queste tematiche anche per chi ancora non le usa. Durante gli appuntamenti “off” sono invitati a presentare le loro opere autori e scrittori che non usano la filosofia copyleft, ma accettano il confronto e ne dibattono con pubblico ed esperti. Tra gli ospiti “off” anche Giancarlo De Cataldo che presenterà “Nelle Mani Giuste” (ed. Einaudi).
Prenderanno parte al Festival sul Copyleft anche alcune case editrici come Stampa Alternativa, Gaffi Editore e edizioni Alegre. Da segnalare anche le presentazioni editoriali che avranno luogo quasi ogni giorno: “Uno bianca e trame nere” di A. Beccarla (Stampa Alternativa), “Zero Tolleranza”, l'antologia del fumetto indipendente italiano, in collaborazione con "Sherwood Comix Festival 2008" (Edizione Beccogiallo), “United Business of Benetton” (Stampa Alternativa); “Scorrete lacrime disse lo sceriffo” (tbc Collettivo Crash, racconti di Philip Dick); “Radio Aut: materiali di un'esperienza di controinformazione” (con S. Vitale), “Acido Lattico” (con S. Mei).
Ogni sera in programma spettacoli e proiezioni. Tra gli ospiti “Georgofili, una via una strage” di e con Saverio Tommasi, “L’origine del male” di e con C. Biasco, “Don Zauker” di Daniele Caluri ed Emiliano Pagani. Proiezioni del film “Zero-Inchiesta sull’11 Settembre” con il regista Francesco Trento, dei corti vincitori del concorso “Corti in Creative Commons”, di corti selezionati dai produttori indipendenti “I Licaoni”.
Durante il Copyleft Festival saranno presentati anche due concorsi in creative commons: uno dedicato alla letteratura in partnership con Stampa Alternativa e uno dedicato alla musica diretto alle band emergenti.
Infine spazio alla musica con i djset di Elettrowave e Homework ogni giorni alle 19 e all’hip hop con la Reddarmy night allo Skate Park di Arezzo con musica e skaters.
La filosofia di copyleft, che sta trovando sempre più campo e adesioni anche in Italia, non nega il diritto d'autore, ma consente che dell'opera di ingegno (testo, software, musica eccetera) si possa fare libero uso, purché non a fini di lucro e citandone l'autore. In questo quadro le “opere dell’ingegno” si considera non solo come “produzioni” dell’ingegno, ma “motori” a loro volta di nuove idee e concetti, in un’ottica generale di libera diffusione della cultura. I vantaggi principali del copyleft sono infatti la gratuità e la più rapida circolazione della conoscenza, che a sua volta garantisce anche visibilità e successo agli autori.
Riferimenti: www.copyleftfestival.net
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domenica 24 agosto 2008
Silenzio, (se) si parla in croato
da osservatoriobalcani.org
A Mostar tre media pubblici in lingua croata rischiano la chiusura. L'ultimo statuto della città, infatti, impedisce che vengano finanziati con fondi pubblici dei media che hanno una dichiarata inclinazione nazionale
Che fine faranno, a Mostar, i tre media in lingua croata: Radio Postaja, Radio Herceg Bosna e HTV (televisione croata)? Corrono infatti il rischio di chiudere per sempre. Problema principale: i soldi. Fino ad oggi i tre media sono riusciti sopravvivere grazia ai fondi pubblici.
A dire il vero a Mostar ci sono anche altri media croati: Radio Oscar, Radio Dobre Vibracije e TV Oscar, ma sono tutti privati e cercano di sopravvivere con la pubblicità. La questione quindi riguarda solo i primi tre, che sono considerati pubblici.
Certo è molto difficile capire cosa sia pubblico a Mostar. Siamo pur sempre in una città divisa, anche se sulla carta doveva essere unita. E così, secondo l’ultimo statuto di Mostar, la città non può finanziare i media nazionali (quelli esclusivamente croati o esclusivamente bosniaci). Pertanto, Radio Postaja e HTV, che fino a qualche anno fa erano aiutati dalle casse del comune, sono rimasti privi di un'importante fonte di finanziamento.
I politici croati di Mostar e del cantone Erzegovina-Neretva hanno cercato di trovare una soluzione inserendo i “media croati” nel budget del cantone. Quindi, anche per quest’anno, il cantone di Erzegovina-Neretva , come dicono i croati, ha deciso di stanziare 360mila euro per i media che a Mostar “parlano” in croato.
Va detto però che il potere, sia a Mostar sia nel cantone, è diviso tra i partiti croati e quelli bosniaci (nessuno ha la maggioranza), e che la decisione di stanziare questi fondi non è stata approvata dai partiti bosniaci (musulmani). Tanto che il ministro cantonale della Cultura e dell’Educazione, che è un musulmano, si è rifiutato di versare quel denaro sul conto dei media croati, giustificando la presa di posizione col fatto che questi media potrebbero essere usati per la campagna elettorale (che infatti inizia fra pochi giorni).
Per spiegare la confusione sul campo, dovremmo fare un passo indietro e tornare a Mostar prima della guerra. A quell’epoca c’era solo una radio pubblica, Radio Mostar, che già nei primi giorni del conflitto veniva "conquistata" dal HVO (esercito croato) e ribattezzata "Hrvatska Radio Postaja". Il solo sostantivo “postaja” era di per sé provocatorio: significa “stazione”, ma è detto in un croato, per così dire "un po’ esagerato".
Radio Postaja, sia per via del nome che per la politica redazionale, faceva tornare in mente il periodo degli ustascia. La programmazione era composta esclusivamente dai comunicati del HVO e dalla musica di Thompson e simili (quindi da tutto quel che ricordava l’epoca di Ante Pavelić). In redazione, poi, si parlava appunto "un croato esagerato", gonfiato, secondo alcuni “molto più croato” di quello parlato nello stesso periodo a Zagabria.
All’inizio del 1993, a Mostar fu creata un’altra radio croata: Radio Herceg Bosna. A differenza di Radio Postaja, che copriva solo la città di Mostar, Radio Herceg Bosna doveva coprire tutta la regione. E difatti veniva ascoltata fino Zagabria. Era quello il periodo dei fortissimi legami con Zagabria, il periodo di Tuđman, Šušak e compagnia, quando la Croazia investiva molto sul territorio dell’Erzegovina occidentale, territorio che Zagabria avrebbe voluto annettersi.
Ad ogni modo, Radio Herceg Bosna era una struttura tutta nuova, mentre Radio Postaja era la vecchia radio pubblica ora “occupata” dai croati.
Arriva la pace e le cose cambiano. A Mostar est (parte musulmana) con l’aiuto di varie Ong sono nate nuove stazioni radio, che però alla fine quasi tutte sono diventate private. Così Radio Postaja e HTV, la televisione nata da questa stessa radio, per anni sono state considerate dei media pubblici anche se rappresentavano sempre solo una politica e una nazionalità: il partito HDZ e i croati.
Dopo la guerra in Bosnia Erzegovina è stata introdotta la CRA (Commissione regolatrice per i media), e grazie a questa molte cose sono cambiate. Soprattutto il linguaggio provocatorio e nazionalista.
Radio Postaja era famosa soprattutto per la sua linea redazionale: offendere gli altri (musulmani e serbi) e diffondere una forte propaganda nazionalista.
Ma la situazione è iniziata a cambiare proprio quando la CRA ha cominciato a sanzionare tutti quelli che in un modo o nell’altro offendevano altre nazionalità oppure facevano propaganda per un partito politico. Le regole della CRA erano rigide, ma grazie ad esse le radio croate di Mostar (ed anche quelle della parte bosniaca) si sono calmate e hanno cominciato a mettere in pratica un giornalismo molto più serio.
Però, con i cambiamenti avvenuti dopo la fine della guerra e soprattutto col tramonto della politica di Tuđman, i croati in Erzegovina si sono trovati senza molti fondi e privi di quei budget che prima gli erano garantiti.
Sono finiti i soldi per la Croazia-Mostar e anche le radio e le tv croate hanno cominciato e sentirne le conseguenze. In redazione si vive sempre peggio, stipendi bassi e sempre in ritardo. La pubblicità non garantiva molti soldi nemmeno in precedenza e con il nuovo statuto di Mostar la situazione è divenuta critica.
Proprio in questi giorni, i giornalisti croati stanno scrivendo lettere di protesta dirette ai politici croati, con cui chiedono gli stipendi degli ultimi sei mesi e i contributi degli ultimi quattro anni. Come è possibile, si chiede qualcuno in Italia, che si arrivi a protestare solo dopo quattro anni di contributi non versati? Ma questa situazione in Bosnia Erzegovina ormai è ampiamente diffusa. Ci sono aziende dove la gente non riceve lo stipendio da anni.
Si lamentano, vero, ma senza farsi troppe illusioni. Un altro lavoro e quasi impossibile da trovare e la gente non lascia il proprio posto (anche se non pagato), augurandosi che prima o poi la situazione possa cambiare. Simile è il caso dei dipendenti delle radio e tv croate di Mostar. Aspettano una soluzione, cercando di spiegare che senza di loro il popolo croato in Bosnia resterà senza radio e tv in lingua croata.
“Un popolo senza la sua lingua non è più un popolo”, ci ricordano le associazioni croate dell’Erzegovina, e non rinunciano alla loro lotta per “la lingua e l’informazione”. A Sarajevo c’è la Televisione federale, FTV, che trasmette programmi in croato e bosniaco ma sembra che per i croati dell’Erzegovina i croati di Sarajevo non siano quelli giusti e non parlino bene il croato.
Chi conosce la situazione della Bosnia Erzegovina, sa bene che negli ultimi decenni i croati dell’Erzegovina si sono creati un mondo tutto loro. Fin dall’inizio hanno cercato stretti contatti non con Sarajevo, ma solo con Zagabria. Poi, pian piano Zagabria li ha dimenticati e abbandonati. L’HDZ di Sanader non aiuta più gli erzegovesi come faceva nel periodo di Tuđman. E poi lo stesso HDZ in Bosnia Erzegovina sì e diviso in due formazioni politiche distinte, tanto che il popolo croato in BiH vede diminuire il potere di cui godeva prima. E si sa che assieme al potere arrivano i soldi. Che ora mancano.
In questo momento, Radio Postaja, Radio Herceg Bosna e HTV Mostar hanno pochissima pubblicità per poter sopravvivere autonomamente. Nel frattempo i giornalisti delle tre emittenti croate fanno di tutto per attirare l’attenzione. A breve ci saranno le elezioni. Poi si vedrà.
Forse poi, finalmente, qualcuno parlando di giornalismo comincerà a fare riferimento anche alla qualità dell’informazione, alla verità, alla professionalità e non a lingua e nazione.
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sabato 23 agosto 2008
GB: GAY E' BELLO, GRANDI GRUPPI SI LITIGANO OMOSESSUALI
da ansa.it
LONDRA - I tempi della discriminazione sul posto di lavoro per via
delle abitudini sessuali sono acqua passata in Gran Bretagna. Anzi.
Essere gay ultimamente si sta persino configurando come un vantaggio: i
grandi gruppi hanno infatti abbandonato ogni diffidenza e corteggiano
apertamente i professionisti omosessuali presentandosi come aziende
all'avanguardia sul terreno delle pari opportunità. E tutto in nome del
profitto: visto il clima di frenetica competizione che imperversa nei
mercati, le aziende non possono più permettersi il lusso di scartare
talenti sulla base di obsoleti pregiudizi - preferenze sessuali, razza,
genere. E' il quotidiano britannico 'The Independent' - sull'onda della
clamorosa 'apertura' del servizio di sicurezza interno britannico (MI5)
che ha annunciato di voler reclutare agenti omosessuali - a svelare
quanto sono cambiate le cose nel Regno Unito. "Un tempo le persone
temevano di poter perdere il posto di lavoro se veniva fuori che erano
gay", ricorda Angela Mason, storica leader di Stonewall, la più
importante associazione per i diritti degli omosessuali britannici. "Se
venivi scoperto - continua - era la fine". Cosa è cambiato, quindi?
Sotto la sua direzione Stonewall ha abbandonato la strategia del muro
contro muro ed è passata ad un approccio più pragmatico: blandire il
mondo del business. "Il trucco - spiega David Shields, responsabile del
settore lavoro di Stonewall - è di mostrare il lato economico ai datori
di lavoro. Non ha senso avere una reputazione di chiusura nei confronti
d'impiegati gay: semplicemente porteranno le loro competenze al
servizio di un'altra azienda". Con una media di 15mila neo-laureati
omosessuali sfornati ogni anno dalle università britanniche e un totale
di 1,7 milioni di gay in età di lavoro - fa notare l'Independent - la
discriminazione può rivelarsi fatale per la competizione
nell'accaparrarsi le migliori risorse. E non è quindi un caso che nella
periodica classifica delle migliori 'aziende amiche dei gay' stilata da
'Stonewall' sempre di più compaiano ai primi posti nomi di peso del
settore privato: nel 2007, ad esempio, aziende come IBM, KPMG, Goldman
Sachs e LloydsTSB figuravano nella top ten. "Credo che oggi gli stessi
clienti vogliano vedere una forza lavoro più eterogenea", ha detto
Ashley Steel, unica lesbica dichiarata a sedere nel consiglio di
amministrazione di una società (la KPMG) della City di Londra. Anche
se, fa notare, c'é ancora molta strada da fare: nessun omosessuale,
dice, siede nel consiglio di amministrazione di un'azienda quotata
nell'FTSE 100 - le 100 società che rappresentano circa l'80% della
capitalizzazione di mercato dell'intera Borsa londinese. Tra le figure
di spicco che sono arrivate ai piani alti di note compagnie nonostante
i gusti sessuali, l'Independent cita i casi di Sir Michael Bishop, capo
della compagnia aerea BMI - seconda, per ampiezza, solo alla British
Airways -, Robert Taylor, amministratore delegato della Kleinwort
Benson Private Bank e Charles Allen, ex ad di ITV e ora 'signore della
radio' nel Regno Unito grazie alla sua Global Radio
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venerdì 22 agosto 2008
Il web d’Oltralpe incassa più della radio in pubblicità
da opinione.it
In Francia il web batte la radio per quanto concerne le entrate
pubblicitarie. E’ questa la notizia secondo la quale, nonostante la
crisi, la pubblicità sul web continua a godere di ottima salute con una
crescita a due cifre. Un risultato più che positivo che porta internet
al terzo posto per entrate pubblicitarie davanti alla radio. Internet
non riesce però a superare stampa scritta e tv, sempre in vantaggio.
Secondo dati pubblicati ieri dall’Internet Advertising Bureau, nel
primo semestre del 2008 gli investimenti pubblicitari su internet sono
balzati del 38%. Un dato che ha portato a 1,8 miliardi di euro la somma
complessiva investita. Stampa scritta, tv e radio si sono dovute invece
accontentare nello stesso periodo (gennaio-giugno) di un aumento delle
loro entrate pubblicitarie del 4,3%, 1,8% e 0,8%. Su un mercato
pubblicitario che in Francia ha raggiunto nel primo semestre i 12,5
miliardi, internet si è aggiudicato una quota del 14,7% contro il 10,8%
di un anno prima. Internet passa così, anche se di poco, davanti alla
radio la cui quota è del 13,3%, grazie all’incremento
ottenutonell’ultimo anno. Nella maggior parte dei passi sviluppati il
mercato pubblicitario sta registrando un forte rallentamento, con un
aumento delle entrate del 3% in Germania e dell’1,3% in Italia mentre
negli Usa ha accusato un calo dell’1%. Grazie soprattutto all’aumento
degli investitori sul web, il mercato francese ha registrato una
progressione del 6,6%. I gruppi francesi che investono di più nel web
sono le ferrovie SNCF, eBay e gli operatori di telefonia mobile.
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giovedì 21 agosto 2008
Perù, madre disperata va in una radio e in diretta cerca di vendere la figlia neonata per un po' di soldi
da roma-citta.it
Ha cercato di vendere per la disperazione la figlia neonata di appena due settimane durante un programma radiofonico. E' accaduto a Juliaca, nel Perù, e la protagonista è una giovane madre peruviana, Rosa Quispe Quispe, 26 anni, abbandonata quando era incinta dal compagno, e rimasta senza lavoro.
Negli studi la donna è arrivata con la bambina in braccio e ha offerto in diretta la figlia in cambio di "un po' di denaro per riuscire a tornare sulla costa e trovare un lavoro".
Un radioascoltatore, commosso dalla storia, ha offerto un lavoro alla ragazza.
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mercoledì 20 agosto 2008
Terra Galestra. Il prete racconta, la radio canta: vita e miracoli di un paese di Maremma.
da maremmanews.tv
Civitella Marittima: Giovedì 21 Agosto, all’imbrunire, la Piazzetta di sotto del centro storico di Civitella Marittima (Gr) sarà palcoscenico della prima assoluta dello spettacolo di teatro e musica "Terra Galestra. Il prete racconta, la radio canta: vita e miracoli di un paese di Maremma."
Il prete racconta, la radio canta: vita e miracoli di un paese di Maremma." Sullo sfondo dell'Italia del ventennio, due curati di campagna raccontano Civitella Marittima e dintorni dando vita ad un affresco di varia umanità, suggestivo ed al tempo stesso assai realistico. La "terra galestra" di cui si parla è una terra arida e ingrata, secca e ostile, terra che forgia uomini temprati dal lavoro e donne indurite dalle difficoltà del tirare avanti. "Galestreto" diventa così paese simbolo dell’Italia del ventennio e del dopoguerra, microcosmo dove si consumano le piccole grandi tragedie e gioie di ogni giorno, o di una vita.
E intanto la radio canta: canzoncine che sono in fondo la versione italiana dello swing in voga oltreoceano e messo al bando dal regimesuccessi del Trio Lescano, di Natalino Otto, di Alberto Rabagliati che fanno un po' dimenticare le asprezze di un vivere faticoso.
Ad interpretare e far rivivere l’atmosfera di quegli anni un'orchestrina, composta da Carla Baldini (canto), Sergio Corbini (pianoforte e fisarmonica), Nino Pellegrini (contrabbasso), Piero Bronzi (sassofoni, flauto), e l’attore Leonardo Libenzi che vestirà i panni di don Martino e di altri personaggi del paese, raccontando fatti e misfatti di "Civitella com'era", vicende pubbliche e private, grandi e piccole storie. La regia è di Carla Baldini, i testi sono stati raccolti da Umberto Brunelli. Lo spettacolo, prodotto dal Comune di Civitella-Paganico con la collaborazione della Pro Loco e degli Usi Civici di Civitella Marittima, avrà inizio alle 18; l'ingresso è libero.
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martedì 19 agosto 2008
Nasce "Radio Maria Kenya"
da zenit.org
Sono arrivate anche in Kenya le onde di Radio Maria. Nell'inaugurazone dell'emitente nella diocesi di Muranga ha partecipato, tra gli altri, l'Arcivescovo di Nairobi e Presidente della Conferenza episcopale del Paese, il Cardinale John Njue.
Il progetto, secondo quanto fatto sapere da Radio Vaticana, è stato seguito dalla stessa diocesi di Muranga e il Direttore sarà padre Peter Muiruri.
Nella città che la ospita, le trasmissioni saranno in Kikuyu, la lingua locale, mentre nel resto del Paese verranno adottate le due lingue nazionali: inglese e kiswahili.
Per l'emittente si tratta di "un passo decisivo", si legge sul sito Internet, che segue le orme di Radio Waumini, la prima emittente cattolica in onda nel Paese dal 2003.
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lunedì 18 agosto 2008
Libri - Radio nel pallone
da close-up.it
Alle volte il caso determina la costituzione di strani paradossi editoriali. Avevamo, infatti, in programma per oggi un pezzo dedicato al bel libro di Federica Giuntella Radio nel pallone e ci sorprende, ad un passo dalla sua pubblicazione, la notizia della morte di Franco Sensi, storico presidente della Roma.
Ecco quindi che una recensione ad un libro di peraltro pregevole fattura, finisce per trasformarsi, quasi senza che noi lo si voglia, in un editoriale sulla morte di una delle figure più discusse del calcio contemporaneo.
Non facciamo, infatti, nessuna fatica ad immaginare come tutte le emittenti radiofoniche romane (e non solo quelle che fanno del calcio la loro unica ragione di vita) stiano ora riempendo la loro programmazione di ritratti comossi, di ricordi nostalgici, ma anche di polemiche prese di posizione nei confronti di Sensi che, se da una parte è stato il presidente che ha portato la Roma una volta allo Scudetto e due volte alla Supercoppa, dall’altra parte è stato anche quell’uomo che, con l’estrema coloritura del suo modo di parlare, con gli eccessi anche un po’ folkloristici del suo modo di fare, ha saputo incarnare meglio di tanti altri la dimensione un po’ ruspante e molto, molto umana del classico tifoso romanista.
E’ raro, infatti, che un presidente di una squadra di calcio sappia integrarsi così bene con le frange della tifoseria, che sappia essere così perfettamente in sinotnia con quelle persone che riempiono gli stadi e comprano le tessere.
L’etere romana, da sempre appannaggio di reti radiofoniche che raccontano il calcio in tutti i modi possibili, oggi griderà più forte sentendosi, anche per questo, in qualche modo, orfana di un padre. E ovunque ci sarà spazio per qualche minuto di silenzio da inercalare tra le discussioni accese e le riflessioni più o meno motivate sul mondo della Roma, dei suoi acquisti al calcio mercato e delle sue amichevoli pre campionato, un vociare spesso chiassoso, da mercato rionale che non si spegne neanche nel calore delle giornate agostante, quando la maggior parte dei romani è in cerca di frescura nelle località balneari e le vie della capitale sono affollate, per lo più da turisti.
Ma non sempre le trasmissioni radiofoniche romane sono state così chiassose e così folkloristicamente festanti. C’è stato un tempo in cui parlare di calcio alla radio equivaleva ad offrire un servizio alla collettività da porgere con passione, certo, ma anche con grande educazione. Era il tempo in cui la radio non doveva ancora affrontare l’onda d’urto dell’invadenza della televisione, era il tempo in cui, la domenica pomeriggio la si passava seduti sulla panchina di un parco, a corteggiare la fidanzata con un orecchio incollato alle radioline che trasmettavano solo la diretta del secondo tempo delle partite più importanti (si temeva, infatti, che a dir troppo delle partite di scudetto, il pubblico avrebbe finito col preferire le più economiche trasmissioni radiofoniche alle trasferte negli stadi), era soprattutto il tempo in cui non c’erano gli sponsor a dettare le regole e non c’erano le telecamere a riprendere le partite facendole oggetto di infiniti programmi televisivi.
In quei tempi forse più felici di questo (almeno per quel che riguarda un calcio vissuto con amore e giocato poi nei campi di periferia, collezionando le figurine panini dei calciatori) la radio aveva il compito non facile di inventarsi di suo un nuovo codice linguistico : doveva riuscire con le parole, con l’inflessione della voce, con le variazioni dei timbri, a trasformare il suono in immagine. La radiocronaca doveva, in altre parole, produrre un vero e proprio miracolo : evocare, tra le parole, le azioni della partita, far sì che l’ascoltatore potesse sentirsi davvero in quello stadio ad assistere a quella partita.
E’ il tempo dei Enrico Meri, del timbro rauco di un Sandro Ciotti, di persone che ti parlavano alla radio con la loro prosa immaginifica e tu quelle partite te le figuravi in ogni minimo dettaglio, quasi fossi lì con loro, vicino a quel microfono nel quale i presentatori riversavano il fiume in piena della loro voce.
Federica Giuntella restituisce felicemente, sulla carta, il senso dell’esperienza della radiocronaca e scrive, sulla radio che fu alcune pagine che, nella loro linea giustamente analitica (e scientifica) trasudano una commozione che non può essere cancellata. Perchè anche noi abbiamo giocato da bambini a fare le radiocronache delle partite che giocavamo sotto casa con gli amici e anche noi lo facevamo imitando la voce di Ciotti : l’unica possibile per un lavoro del genere.
Oggi come oggi la situazione è radicalmente cambiata. Oggi la radio, per funzionare, deve trovare le armi giuste per combattere l’invadenza televisiva. Spesso deve abbassarsi al suo livello e, quindi, come in un talk show, deve giocare a chi grida più forte. Ecco, allora, che le trasmissioni che parlano di calcio, lo fanno urlando, cercando la complicità della comicità più goliardica o la violenza di uno scontro verbale spesso insostenibile.
Le radio di oggi hanno un grande merito : rappresentano un canale alternativo di diffusione delle notizie, sono un antidoto possibile all’omologazione dell’informazione che tanto sta distruggendo la nostra cultura. Nel farlo, però, sono spesso obbligate a parlare il linguaggio dell’incultura dilagante. E’ vero, come afferma la Giuntella che esse sono una saporita evoluzione della chiacchiera da bar dello sport (ognuno può prendere in mano il microfono a dire la sua), ma esse finiscono troppo spesso per assumere la posizione di arbitri del malcostume imperante (sono spesso megafoni attraverso i quali si organizzano incontri tra gli ultras e manifestazioni di violenza non certo da incoraggiare).
Radio nel pallone rivela in questa sua propensione analitica le sue origini da tesi universitaria, eppure riesce a mantenersi bene in quello spazio franco che separa lo studio scientifico dalla divulgazione a largo raggio. Una lettura caldamente consigliata.
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lunedì 18 agosto 2008
Francia - Radio France Internationale licenzia Labévière, per simpatizzare con la causa araba
da Peace Reporter
Radio France Internationale ha licenziato il giornalista e scrittore
Richard Labévière, ufficialmente per avere realizzato un'intervista con
il presidente siriano Bashar al Assad, in previsione della sua visita
in Francia, senza aver preventivamente informato la direzione
dell'emittente. Labévière è stato definito come un "simpatizzante della
causa araba", anche perchè in precedenza aveva scritto due libri sulla
questione palestinese, in merito ai quali era già stato minacciato. In
sostegno del giornalista, che teneva una trrasmissione settimanale di
40 minuti intitolata Géopolitique, le débat, è partita una petizione,
che punta il dito contro la gestione autoritaria della dirigenza del
polo audiovisivo internazionale francese (Rfi, Tv5 e France24) guidato
da Christine Ockrent, moglie del ministro degli Esteri Bernard
Kouchner. Martedì prossimo, lo stesso Kouchner incotrerà a Damasco il
presidente siriano Assad.
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domenica 17 agosto 2008
Arbore, la radio del passato per il futuro nel libro di Salvatore Coccoluto
da sabaudiain.it
“Il merito di Arbore è stato quello di ‘rimanere nel futuro’. Di fare ciò che lui voleva ma di farlo per noi. E il merito di Coccoluto di rendere tutto questo ben evidente nel suo libro”.
Si è espresso così lo scrittore Giuseppe Napolitano commentando l’uscita del volume monografico del giovane Salvatore Coccoluto “ Renzo Arbore e la radio d’autore – Tra avanguardia e consumo”, edito da Bastogi (pagg 64, 10 euro).
“Ho visto nascere Arbore, nel senso radiofonico e televisivo, intendo, visto che lui ha dieci anni più di me!!! - prosegue l’intellettuale pontino - Arbore è la radio. Quelli della mia generazione sono cresciuti a pane e compagnia di Arbore. Con Bandiera Gialla noi, giovani di quell’epoca, ricevevamo i consigli seri per acquistare il ’45 giri’ giusto, ascoltando in anticipo le canzoni che…era meglio non comprare! Ho ancora nelle orecchie, e ricordo con emozione la scaletta della trasmissione del 23 aprile 1966, che Coccoluto cita nel testo!”.
“Il libro di Salvatore Coccoluto ripercorre la storia della radio italiana attraverso questo personaggio ‘anomalo’ che, insieme ad un manipolo di guastatori, ha smosso le acque per arrivare alla radio di oggi”, sostiene il prof. Daniele Vecchio, puntando l’attenzione al linguaggio del mattatore, all’“uso del tormentone e il suo inserimento dove non entrava per niente”, pura invenzione di un Arbore che ha esportato la lingua e la cultura italiane in Europa e nel mondo.
Del resto, puntualizza Napolitano, “con le parole, con i titoli Arbore ha sempre giocato, anche se seriamente, mostrando un’improvvisazione solo apparente. Una ‘serietà giocosa’”.
“Ironico, intelligente, dotato di grande professionalità, mai banale, mai volgare”, scrive Franco Chiarenza nella bella prefazione al libro,“Renzo Arbore non ha in nessuna occasione lisciato il pelo al cattivo gusto, alla maleducazione, ai luoghi comuni che spesso sono forieri di grandi successi di ‘audience’. Ci ha fatto ridere, ma soprattutto ci ha fatto sorridere”. Nel testo di Salvatore Coccoluto “il personaggio”, prosegue Chiarenza, “è esaminato con intelligenza, senza piaggeria, approfondendone la figura in modo serio come oggi avviene sempre più raramente”. E poi conclude: “Un libro da proporre non soltanto agli studiosi della comunicazione ma soprattutto ai giovani della sua generazione”.
Per il trentenne autore del testo - che scrive di musica per diverse testate giornalistiche e svolge l’attività di copywriter per la società Grandi Stazioni - “Arbore ha fatto scuola nella radio e nella tv. Tracce di Arbore ci sono ovunque nei programmi dei palinsesti radiofonici e televisivi. E’ stato in grado di calamitare l’attenzione dove non erano riusciti i disk-jockey e quando la radio cominciava a perdere interesse. Intellettuale finissimo che ha sempre ironizzato sui massimi sistemi, circondandosi di persone come lui, gestendo la sua carriera in maniera coerente”.
“Arbore ci fa o ci è?!?”, si chiedono in molti.
“Arbore ‘ci fa’ perché nella vita un po’ bisogna farci - spiega Coccoluto - Ma lui ‘ci è’ anche, perché nessuno avrebbe realizzato di meglio in quegli anni. Ha guardato oltre, non è rimasto chiuso nel suo ufficio, è stato trainato dalla sua curiosità.
Grande comunicatore e innovatore, ha creato dal nulla la categoria dei giovani. Con Alto Gradimento ha dato una scossa. Mi emoziono ancora a sentire Bracardi e Marenco nella trasmissione: per loro, questo non è mai stato un lavoro.
La radio di Arbore - conclude Salvatore Coccoluto - è stata pedagogica, mai scontata. L’altra radio: e nessuno è ancora riuscito a farla”.
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lunedì 11 agosto 2008
Microsoft Zune: Wi-Fi, radio e più capacità
da jugo.it
In attesa di conoscere le novità annunciate da Apple per gli iPod, arriva dagli Stati Uniti la notizia di un imminente rinnovamento anche per Zune, il lettore multimediale firmato Microsoft. Anni luce distante dalla diffusione raggiunta dall'iPod, Zune prova ora a conquistare nuovo mercato grazie ad ''aggiustamenti'' che spaziano dalla capacità di archiviazione al software, fino ai servizi e allo stile.
Secondo quanto dichiarato da Microsoft, infatti, il nuovo Zune sarà disponibile da metà settembre nelle configurazioni da 16GB (flash) e 120GB (HD), con le nuove livree blue-on-silver e sleek all-black. Degna di nota è poi l'introduzione del Wi-Fi per il download di contenuti dal Zune Marketplace, ora scaricabili anche grazie all'ascolto e al riconoscimento di quelli riprodotti attraverso la radio FM integrata.
Novità a livello software riguarderanno poi strumenti per i consigli sulla musica da scaricare (in base a quella ascoltata), canali di musica dedicati e una community per appassionati. Nuova anche la funzionalità Mixview e migliorato il Now Playing, mentre non mancano soluzioni aggiuntive per audiolibri e giochi.
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lunedì 11 agosto 2008
Canzoni sull''Italia, la novità è uno sconosciuto dai Sessanta
da lastampa.it
C''è un abisso di spessore fra le canzoni cantautorali che affrontavano
il tema «Italia» e quel poco che sull''argomento (scottante) si ascolta
oggi. I sacri cantautori ci andavano giù di penna sofferta e aggettivi
calibrati, i loro epigoni più recenti hanno modi più spicci.
Dell''argomento si è ripreso a parlare, sotto gli ombrelloni, dopo il
minaccioso dito medio di Bossi (peraltro appena depenalizzato) contro
«Fratelli d''Italia» e sull''onda di un brano che è cominciato a
circolare su Radio Deejay, maliziosamente notato dal «Riformista».
Capita, non spesso, che una radio nazionale devii dal consueto percorso
del mainstream: ma anche qui c''è una sofisticata promozione, stavolta
di una piattaforma digitale acchiappatalenti che si chiama «Sounday» e
ha lanciato "Vivere in Italia": brano non modaiolo, che viene fatto
risalire ai ''60, opera di un Nino Moroni che all''epoca emigrò in
Australia e di cui si sarebbero perse le tracce; è invece attuale e
assai carino l''arrangiamento, del nipote di costui David Florio,
ragazzo dei nostri tempi.
La storia del pezzo è vaga, e pazienza. Ma
colpisce la naiveté esplicativa del testo che farebbe rabbrividire La
Russa: «Mi trovo molto bene in Italia/E'' un paese che mi piace/C''è il
sole c''è il mare/Trovi anche un po'' di pace/Se ti va di stare solo, o
te ne puoi anche andare in giro nella notte»; seguono lodi ad acqua
pane vino, e «C''è la frutta e verdura in tutte e quattro le stagioni».
Ma tutto questo non basta all''autore per restare: «...addio non torno
più/Il mondo e piccolo ed io vorrei vedere/Un paese dove è lecito
sperare». Verso micidiale, e antigovernativo ieri come oggi.
Curiosamente, il mood evoca un Sergio Endrigo della stessa epoca, di
cui si ricordano Zanetti&Bertoncelli nel loro interessante libro
«Avanti pop ''68».
«Il dolce paese» cantava: «Io sono nato in un dolce
Paese/Dove chi sbaglia non paga le spese/Dove chi grida più forte ha
ragione/Tanto c''è il sole e c''è il mare blu». E se come pubblicità
progresso non era granché, consoliamoci: gli ultimi spot canzonettari
sono pure peggio.
Caparezza in «Vieni a ballare in Puglia» sbotta:
«Abbronzatura da paura con la diossina dell''Ilva/Qua ti vengono pois
più rossi di Milva e dopo assomigli alla Pimpa»; pure Gianna Nannini dà
botte da orbi duettando con Fabri Fibra su «In Italia»: «..In Italia
meglio non farsi operare....In Italia fai affari con la mala/In Italia
il vicino che ti spara...». Tutt''altro spirito, e humour, esprimevano
al Festival 1996 Elio e le Storie Tese nella esilarante « La terra dei
Cachi»: «Parcheggi abusivi, applausi abusivi/Villette abusive...Appalti
truccati, trapianti truccati/Motorini truccati che scippano donne
truccate..». Un must ancora oggi insuperato, però la Sanità fa sempre
la parte del leone: «Primario sì primario dai Primario Fantasma...Ti
devo una pinza...ce l''ho nella panza».
Nella storia di queste canzoni
per così dire patriottiche, il più buono è stato Toto Cutugno con
«L''Italiano» del lontano 1983: «Buongiorno Italia gli spaghetti al
dente/e un partigiano come Presidente/Con l''autoradio sempre nella
mano destra/e un canarino sopra la finestra...».
Il più disperatamente
pessimista, Franco Battiato con «Povera Patria» del ''91, in piena
Tangentopoli: «Tra i governanti, quanti perfetti e inutili
buffoni....Nel fango affonda lo stivale dei maiali/Me ne vergogno un
poco, e mi fa male...».
Il più fantasioso e caustico, Giorgio Gaber in
mille pezzi, fino all''ultimo album «La mia generazione ha perso».
Il
più poetico, Francesco De Gregori che nel 1979 chiudeva uno dei suoi
brani più famosi con un emblematico «Viva l''Italia che resiste»: son
passati trent''anni quasi, e siamo ancora lì. (Marinella Venegoni)
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domenica 10 agosto 2008
In fiamme Radio Mater
da ilgiorno.it
ERANO DA POCO passate le otto quando una colonna di fumo si è alzata
dalla casa nel centro del rione di Arcellasco, sopra la quale si alza
l’alto ripetitore che diffonde in tutto il mondo le preghiere e la
parola di don Mario Galbiati di Erba il carismatico fondatore di
emittenti intitolate alla Madonna. Il fumo che ha creato qualche
spavento era dovuto a un incendio divampato nella strettoia di
Arcellasco dove si trovano la sede di «Radio Mater», il network di
divulgazione del messaggio cristiano creato da don Mario nel 1994.
ANNI
PRIMA lo stesso sacerdote aveva creato dal nulla Radio Maria divenuta
subito molto famosa. Le fiamme divampate a causa di un cortocircuito si
sono propagate velocemente nei locali del piano terra dove si trova la
segreteria della radio distruggendo le apparecchiature. Il fumo denso
era visibile anche da molto lontano e presto l’odore di bruciato si è
diffuso in tutta la frazione richiamando molte persone preoccupate
lungo la stretta salita che porta verso la chiesa parrocchiale e
l’abitazione di don Mario.
SUL POSTO sono intervenuti due
mezzi dei vigili del fuoco del comando di Erba e i carabinieri della
stazione di Erba. Il rogo fortunatamente non ha raggiunto i piani
superiori dove si trova la sala regia dalla quale vengono trasmessi i
programmi di preghiera, ma il fumo denso ha invaso lo stesso tutti i
locali provocando parecchi danni all’interno della sede della radio.
Sembra
che le fiamme si siano scatenate a seguito di un cortocircuito dovuto
al malfunzionamento di un frigorifero che si trovava al piano terra.
I danni sono piuttosto ingenti, ma sembra che la programmazione della radio potrà continuare regolarmente.
Nata
una quindicina di anni fa Radio Mater è cresciuta velocemente in
termine di ascolti. Anche Radio Maria era nata ad Arcellasco negli anni
Settanta. Fattori legati alla gestione della radio portarono, negli
anni Ottanta, don Mario ad allontanarsi dall’emittente da lui creata.
Qualche anno dopo nacque così Radio Mater.
IN POCO tempo
anche questa l’emittente raggiunse tutta Italia e, trasmettendo sempre
dalla frazione di Arcellasco, grazie all’appoggio del satellite e
internet, le trasmissioni raggiungono ora gli ascoltatori in tutto il
mondo. Sono una trentina le persone che si occupano, come volontari,
della programmazione, quasi tutte si dedicano a momenti di preghiera e
spazi aperti agli ascoltatori. Pur essendo ascoltata anche molto
lontano Radio Mater ha conservato molti legami con Arcellasco Erba e
dintorni. Per questo motivo il fumo di ieri mattina ha creato molta
apprensione.
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sabato 9 agosto 2008
Anche SkyNews UK integra tv, radio e online
da kataweb.it
Continua la marcia delle grandi organizzazioni giornalistiche mondiali verso l’ integrazione delle redazioni che producono per diverse piattaforme.
Interessante, in particolare, è che pur avendo tutti lo stesso obiettivo e le stesse motivazioni, si ricorra a modelli diversi. Da quello più radicale varato già due anni fa dal Daily Telegraph , a quello apparentemente più moderato annunciato in questi giorni da SkyNews in Inghilterra. Sky ha deciso di integrare in un’ unica unità multimediale, a partire dal 29 settembre, la produzione online, televisiva a radiofonica. Il tutto sono la direzione unica di Chris Birkett . Ma attenzione: per il momento non ci saranno movimenti fisici delle redazioni, anzi tendenzialmente ciascuna squadra (radio, tv, online) continuerà a fare quello che sa fare meglio.
“ Non pensiamo di modificare il modo in cui un giornalista lavora ogni giorno. Pensiamo di modificare il modo con cui quel giornalista considera la propria carriera — spiega Birkett a Journalism.co.uk - Siamo molto orgogliosi di come le squadre che lavorano in ogni medium producono e forniscano efficacemente materiale di qualità di quella forma. Manterremo quei gruppi di lavoro, ma vogliamo che i nostri giornalisti considerino le loro carriere in modo un po’ più vasto e vogliamo anche essere in grado nel futuro di impiegare i nostri giornalisti nel medium che più abbia bisogno di risorse in un dato periodo di tempo” .
Il concetto — che condivido — è che si possono inventare o sperimentare i modi di organizzazione più diversi, fermo restando che il prodotto è uno solo, a prescindere dai mezzi o dalle piattaforme che possono essere utilizzate. E che per pensare e progettare questo unico prodotto occore l’ unificazione delle responsabilità di vertice e di coordinamento.
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venerdì 8 agosto 2008
Pechino 2008: clamoroso blitz radio di Reporter senza frontiere
da sostenibile.blogosfere.it
Sono cominciate le Olimpiadi anche per gli
attivisti per i diritti umani, impegnati a rovinare la festa al regime
cinese. Oggi, giorno della cerimonia d'apertura dei giochi, Reporter
senza frontiere è riuscita a superare le misure di sicurezza del regime
e ad inserirsi sulle frequenze radio pechinesi per rilasciare un
comunicato in inglese, francese e cinese sulla libertà di espressione
in Cina.
Grande attesa per la cerimonia inaugurale nella quale il
regime cinese pone fiducia e al tempo stesso paura, per possibili gesti
clamorosi da parte di alcuni atleti.
La delegazione olimpica
americana è quella che crea piu' inquietudini. A differenza della
maggioranza delle spedizioni olimpiche, per quella statunitense sono
gli atleti, e non i dirigenti, a scegliere il loro portabandiere. Ed
hanno scelto un esule del Darfur, il mezzofondista Lomond che solo da
un anno ha ottenuto la cittadinanza americana.
Anche per
l'efficiente apparato cinese, il controllo sulle attività indesiderate
in occasione dei Giochi sembra incapace di prevenire e reprimere tutte
le azioni. Sono riusciti ad arrestare il predicatore cristiano Patrick
Mahoney che si era inginocchiato per pregare in piazza Tienanmen, hanno
effettuato oltre 100 arresti nella regione dello Yunnan in occasione di
una protesta contro l'inquinamento, ma sono stati beffati oltre che da
Reporter senza frontiere, anche da quattro attivisti pro-Tibet che sono
riusciti ad issare due mega-striscioni in centro a Pechino.
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giovedì 7 agosto 2008
OLIMPIADI: NIENTE VISTO D'ACCESSO PER GIORNALISTA 'RADIO FREE ASIA'
da asca.it
(ASCA-AFP) - Washington, 7 ago - L'emittente americana 'Radio
Free Asia' (Rfa) ha denunciato la decisione presa dalle
autorita' cinesi di non rilasciare il visto d'accesso ad un
proprio giornalista.
A 24 ore dall'inizio delle Olimpiadi di Pechino 2008 la
Rfa ha fatto sapere di non aver ricevuto il permesso
d'accesso per Dhondup Gonsar, cittadino americano che si
occupa dei servizi sul Tibet, e ha chiesto al Cio (Comitato
Olimpico Internazionale) di appellarsi alla Cina affinche'
rispetti gli impegni presi sull'atmosfera di apertura.
''Ci opponiamo a questo ostruzionismo mostrato dalle
autorita' cinesi'', ha detto il presidente dell'emittente
RFA, Libby Liu.
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mercoledì 6 agosto 2008
Youdem.tv, la televisione, radio, giornale on-line del Parito Democratico
Non dicono niente... ma tra poco lo diranno attraverso Youdem.tv
da agenziaradicale.com
La
data di inizio delle trasmissioni è il 14 ottobre. In quella data
inizieranno attraverso il web, il satellite, i telefonini, i programmi
di "Youdem.tv" che negli auspici dei vertici del Partito Democratico
dovrebbe essere oltre che una televisione, anche un giornale on-line e
una radio che concretizzi quel modello di struttura aperta che come ha
detto alla conferenza stampa di presentazione Walter Veltroni
"...e punta a coinvolgere i contributi di cittadini e utenti perché il
nostro riferimento è il linguaggio dentro la rete e non la vecchia tv".
Fare un "racconto dell'Italia" è l'obiettivo, ha sintetizzato Vincenzo Cerami, della tv democratica - così come ci informa l'agenzia ANSA - che
partirà ad un anno dalle primarie che incoronarono Veltroni a leader
del Pd. Un anniversario che cadrà in un momento cruciale a livello di
vita politica e di impegni e "al quale - ha assicurato il capo dei
democratici - dovremo presentarci accelerando quel profilo di
innovazione del partito ai primi mesi della sua nascita".
Ovviamente
la nascita della Tv del Partito Democratico non ha potuto non sollevare
qualche domanda impertinente partendo proprio dal fatto che questa
struttura nasce quasi in concomitanza con la tv satellitare
dell'Associazione ‘Red" che nasce come è noto da una costola di
‘Italianieuropei' ispirata da Massimo D'Alema.
Logico
quindi che ne sono nate valutazioni e insinuazioni che riportano la
discussione interna al Pd alla filosofia del vecchio duello sotterraneo
tra appunto Veltroni e D'Alema. "Il problema - si sfoga Veltroni, che
reagisce con fastidio ad un giornalista che gli chiede appunto questo,
- è che voi, prima di noi, siete inchiodati a questa idea dei
duellanti. Questa è la tv del partito - scrive ancora l' ANSA -
e non dei veltroniani anche perché se ci fossero i veltroniani io non
ci apparterrei. E non capisco perché se 'Italianieuropei' o altri fanno
iniziative del genere dovremmo impedire che accada".
Fin
qui la versione ufficiale. Il resto, come è ovvio, sarà affidato al
tempo, che si incaricherà di spiegarci come stanno effettivamente le
cose.
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martedì 5 agosto 2008
SICUREZZA STRADALE. Commissione Ue: una frequenza radio unica alle automobili che "parlano"
da helpconsumatori.it
Automobili che "parlano" e si scambiano dati utili alla sicurezza stradale e alla gestione del traffico: una banda di frequenza radio unica europea consentirà lo scambio di informazioni. La Commissione europea ha infatti deciso oggi di riservare in tutta Europa una parte dello spettro radio ai sistemi intelligenti di comunicazione tra veicoli, i cosiddetti sistemi cooperativi, che consentono alle vetture di "parlare" fra loro o con i centri di gestione del traffico. Entro i prossimi sei mesi dunque le autorità nazionali di tutta l'UE destineranno 30 MHz di spettro nella banda 5,9 Gigahertz (GHz) alle applicazioni per la sicurezza stradale, senza peraltro sopprimere altri servizi attivi quali quelli per radioamatori.
Come funziona il sistema? Se una vettura individua una macchia d'olio sulla strada ed è munita del sistema cooperativo di comunicazione può passare l'informazione, attraverso la banda radio, a tutti i veicoli vicini. Così se un centro di gestione del traffico deve avvertire di un improvviso blocco stradale invierà l'informazione a un trasmettitore-ricevitore posto sull'asse stradale che poi la girerà alle automobili.
La decisione odierna rientra nella campagna "Automobile intelligente" avviata nel 2006 per l'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nella sicurezza stradale e "costituisce un passo decisivo - ha detto la commissaria europea per le telecomunicazioni Viviane Reding - per conseguire l'obiettivo di ridurre gli incidenti stradali". "Non dobbiamo dimenticare inoltre - ha detto Reding - che i conducenti europei trascorrono negli ingorghi il 24% del loro tempo di guida con costi che nel 2010 potrebbero raggiungere gli 80 miliardi di euro. In parole povere il risparmio di tempo consentito dai sistemi intelligenti di comunicazione tra i veicoli significa risparmio di denaro".
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lunedì 4 agosto 2008
Symbio, il cordless con radio Internet
da pianetacellulare.it
Symbio è il nuovo cordless con Radio Internet, un prodotto elegante e maneggevole che consente di
avere musica e notizie da tutto il mondo via internet e che funziona
anche come radiosveglia.
E' possibile scegliere il sottofondo musicale per i momenti di svago
e di relax e per iniziare bene la giornata ascoltando le radio italiane
e di tutti i Paesi del mondo e scegliendo per provenienza geografica o
per genere musicale. Symbio ricorda l’ultima stazione ascoltata e
consente di memorizzare fino a dieci stazioni preferite sulla tastiera
del cordless.
Symbio ha uno schermo OLED a 65.536 colori auto-orientante, supporta
le suonerie MP3, ha due altoparlanti incorporati e può essere
facilmente collegato all'impianto Hi-Fi o alle cuffie stereo. Per
telefonare con Symbio è sufficiente la linea telefonica tradizionale.
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domenica 3 agosto 2008
C'era una volta... la radio
da terremarsicane.it
"C'era una volta... la radio". La classica frase che dà inizio al racconto di una favola,proprio come quella della radio. Da sempre le canzoni trasmesse alla radio sono la colonna sonora nel film della nostra vita. C'era una volta la radio è un concerto-spettacolo dedicato ai grandi classici della tradizione musicale italiana, napoletana, romana e internazionale dal 1900 a Battisti. Un vero e proprio tesoro da preservare e tramandare alle generazioni future.
Più di settanta anni di storia della musica, raccontata in modo coinvolgente ed emozionante anche grazie ad aneddoti, fatti storici e curiosità legate ai brani.
Questa storia inizia con i brani più famosi degli anni '30 e '40 per poi proseguire con l'omaggio ai classici napoletani dei primi del ‘900 e ancora con i successi degli anni '50 e '60 ,fino alla chiusura con l'omaggio a Lucio Battisti.
Grazie agli arrangiamenti acustici e anche ad una scenografia d'impatto visivo dedicata alla radio, questo concerto trasporta il pubblico in un'atmosfera autentica, dal sapore retrò.
Già inserito nel XXIII Festival Internazionale di Mezza d'Estate di Tagliacozzo, quest'anno è stato incluso negli spettacoli per la Perdonanza Celestiniana all'Aquila.
Andrea si è esibita più volte al Teatro Marrucino sotto la direzione del M° Sergio Rendine e in altri teatri d'Abruzzo e Lazio.
I concerti di Agosto 2008
9 Agosto Cittaducale(RI)
11 Agosto Magliano de'Marsi (AQ)
12 Agosto Capistrello (AQ)
13 Agosto Antrodoco(RI)
20 Agosto Castel del Monte (AQ)
24 Agosto Cerchio (AQ)
29 Agosto L'Aquila
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sabato 2 agosto 2008
La passione calcistica viaggia nell'etere
da iltempo.it
A Roma la passione corre nell'etere. Passione calcistica naturalmente, con decine di radio locali che si occupano a vario titolo e in vario modo di sport e di calcio in particolare.
Un fenomeno unico in Italia, quello delle radio romane, che coinvoglia passione, fornisce notizie in tempo reale, fa opinione e soprattutto dà voce a chi muove il carrozzone calcistico: i tifosi.
Un fenomeno unico e irripetibile, impensabile ad esempio in un'altra piazza grande e ricca come Milano, dove quasi tutti i tentativi di emulazione sono puntualmente falliti. In questo senso Roma e il suo tam tam radiofonico-calcistico sono un unicum. Dietro al binomio radio e calcio, naturalmente, non c'è solo passione.
Parlare di Roma, di Lazio e di calcio in generale garantisce ascolti e gli ascolti garantiscono introiti pubblicitari.
Insomma si può parlare tranquillamente di business. Un giro d'affari difficilmente quantificabile che ha portato all'espansione di molte evidenti e che ha perlomeno garantito la sopravvivenza ad altre. Il segreto, in genere, è la specializzazione.
Ogni radio tenta di ritagliarsi la propria fetta di pubblico a modo suo. Spesso occupandosi esclusivamente di una squadra, diventando punto di riferimento di una tifoseria o, essendo ancora più precisi, di una parte della tifoseria. È il caso, ad esempio, per quanto riguarda la Roma, di Rete Sport (105.6) e Radio Centro Suono (101.5). Due palinsesti dedicati quasi esclusivamente ai colori giallorossi, con poche eccezioni nel corso della giornata, ma anche due radio che incarnano modi diversi di vivere la Roma, a volte diametralmente opposti.
E i tifosi automaticamente si schierano. C'è chi ascolta solo l'una o solo l'altra radio. Chi abbraccia le opinioni dell'uno e rigetta quelle dell'altro. Perché di Roma si può parlare anche in modi completamente diversi per stile e contenuti e le decine di trasmissioni dedicate ai colori giallorossi anche su altre emittenti lo testimoniano. In casa Lazio la situazione è più o meno la stessa. Dalla tradizione biancoceleste di Radio Spazio Aperto (98.100) si passa invece a quella di Radio Flash (89.300). Anche in questo caso le differenze di vedute e di pubblico non sono poche e spesso le radio biancocelesti negli ultimi anni hanno rappresentato in maniera fedele il consenso o il dissenso nei confronti del presidente della Lazio Claudio Lotito, disegnando perfettamente quella che era la spaccatura in seno alla tifoseria biancoceleste. Radio Incontro (105.8) e Tele Radio Stereo (92.700), soprattutto negli ultimi anni, hanno raggiunto una condizione di neutralità rispetto alle due tifoserie.
C'è poi l'eccezione che conferma la regola. Parliamo di Radio Radio (104.500), un palinsesto non interamente dedicato allo sport, ma che ha fatto del calcio il suo cavallo di battaglia. Radio Radio nel corso degli anni, pur senza dimenticare le sue origini e lasciando sempre uno spazio consistente a Roma e Lazio, ha tentato di svincolarsi da una visione esclusivamente romana del calcio e dell'informazione. Forte di opinionisti di fama nazionale, di forti investimenti sul piano tecnologico e delle possibilità della comunicazione satellitare, Radio Radio ha esteso i suoi confini ben oltre il Raccordo Anulare, raggiungendo ad esempio la passione calcistica dei siciliani e dei sardi e approdando addirittura a Milano. Radio Radio è addirittura diventata TV, trasmettendo in diretta su Sky tutte le proprie trasmissioni radiofoniche.
Nell'etere romano però non ci sono solo Roma e Lazio e non c'è solo calcio. Le dirette del basket o del calcio a 5, trasmissioni interamente dedicate allo calcio dilettantistico di Roma e del Lazio, con risultati e cronache delle partite domenicali, ma anche spazi dedicati ad altre tifoserie, soprattutto quelle delle squadre tradizionalmente più seguite: Inter, Juventus e Milan. La forza mediatica delle radio romane è tangibile tutti i giorni. Basta ascoltare le decine di dirette, le centinaia di sms che giungono nelle redazioni, per comprendere la profondità del fenomeno e la diffusione dell'ascolto. Le radio fanno opinione. Le radio informano, in tempo reale e in profondità. Le radio sono un punto di aggregazione dei tifosi. Le radio a volte creano gli eventi.
È stato il caso per esempio del grande esodo a Fiumicino dei tifosi romanisti dopo la storica vittoria del Bernabeu contro il Real Madrid. Appena finita la partita, attraverso le frequenze delle varie radio e trasmissioni romaniste, è iniato il tam tam degli appuntamenti all'aeroporto. Un solo obiettivo per tutti: portare più gente possibile all'aeroporto.
Risultato: quasi cinquemila tifosi giallorossi a Fiumicino ad attendere la squadra fino alle 5 del mattino. Un fenomeno possibile solo a Roma. Come quello delle radio.
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venerdì 1 agosto 2008
Web radio, viaggi, musica: largo ai giovani a Bologna
da dire.it
Dal network di web-radio dei comuni dell'Appennino al viaggio a
Sarajevo per i ragazzi di San Lazzaro: nuovi spazi, reali e virtuali,
per esprimere la creatività under 30 e per fare informazione in prima
persona sono in arrivo a partire da settembre di quest'anno. Come? Con
18 progetti per i giovani di Bologna e provincia finanziati della
Regione Emilia-Romagna e della Fondazione Carisbo. Il bando, emesso dal
Coordinamento delle azioni per le politiche giovanili della Provincia
di Bologna si è chiuso oggi e ha assegnato un contributo di 438 mila
euro (367 mila a carico della Regione e 70 mila della Fondazione) sul
totale degli 882 mila euro sostenuti dagli enti locali. Merito
dell'accordo di programma quadro "Geco" (acronimo di 'Giovani evoluti e
consapevoli'), siglato dalla Regione con il Ministero per le Politiche
giovanili, che per il 2008 ha assegnato alle Province
dell'Emilia-Romagna un contributo regionale di un milione e 717 mila
euro. E merito anche della nuova legge regionale sulle politiche
giovanili, che attribuisce alle Province il ruolo di coordinamento tra
i Comuni e di verifica delle iniziative per le nuove generazioni.
Frutto di "un cammino silenzioso ma che sta dando risultati
significativi", come ha spiegato la presidente della Provincia di
Bologna, Beatrice Draghetti, oggi in conferenza stampa, i progetti sono
stati elaborati dai Comuni riuniti nei sette distretti sociosanitari
del bolognese, dalla città alla pianura fino all'Appennino.
A settembre "Frequenz@ppennino", che porterà all'installazione di
una web-radio nei centri d'aggregazione giovanile della zona di
Porretta. Il nuovo network (costato 20 mila euro) lavorerà in
collaborazione con i colleghi più 'esperti' di "Blogos", la radio e tv
online già attiva a Casalecchio e in procinto di ricevere 25 mila euro.
Con un finanziamento di 9.800 euro, i ragazzi della zona di San Lazzaro
faranno invece un viaggio a Sarajevo per filmare la realtà della Bosnia
e riportarla a casa con un reportage.
Il progetto più costoso (162 mila euro) potenzierà invece la rete
degli "Eurodesk", gli sportelli informativi sulle politiche europee per
i giovani già presenti in diverse scuole e centri del territorio. Non
mancano all'appello le iniziative in ambito scolastico (come
"Ripartiamo con la scuola", per il gemellaggio tra gli istituti di
Bologna e quelli stranieri, che disporrà di 70 mila euro). Numerosi,
poi, gli altri progetti studiati per stuzzicare la creatività
giovanile: dai corsi di teatro, musica e cinema di "Collabor-Arts"
(costato 72 mila euro e predisposto per San Lazzaro e dintorni) alla
nuova sala prove in allestimento a Vergato (che riceverà 70 mila euro),
i cui gruppi musicali potranno organizzare eventi grazie a un altro
progetto, "River Sound" (16 mila euro i fondi a disposizione).
Dopo aver assegnato i finanziamenti per il 2008, Provincia e Regione
guardano già al futuro: il bando del prossimo anno metterà a
disposizione per il territorio bolognese 224 mila euro di fondi
regionali, su un totale di un milione e 50 mila euro per l'intera
Emilia-Romagna. Il finanziamento totale per i tre anni dell'accordo
Geco ammonta a 30 milioni di euro, di cui 3 milioni e 717 mila solo per
l'hinterland di Bologna.
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