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GIORNALISTI: FNSI, MOBILITAZIONE PER CONTRATTO RADIO-TV LOCALI
da asca.it

'I giornalisti delle radio e delle televisioni locali e delle agenzie di informazione radiofonica sono mobilitati per il rinnovo del contratto di lavoro della categoria. Aeranti-Corallo, organizzazione imprenditoriale di gran parte delle emittenti, non vuole rinnovarlo nonostante sia scaduto da due anni. Gli stipendi sono bloccati, ma il costo della vita continua a crescere.

Ora le retribuzioni sono molto vicine alla soglia della poverta'''. E' quanto si legge in una nota della Federazione nazionale della Stampa.

''La Commissione contratto della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, riunita a Roma per esaminare la situazione - continua il comunicato - , ha ribadito la volonta' di rinnovare un contratto che regola il lavoro di oltre 1500 giornalisti e ha deciso di attuare una serie di iniziative per arrivare al piu' presto alla firma del nuovo contratto''.
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EMENDAMENTO BIPARTISAN PER SALVARE RADIO RADICALE

da leggonline.it

Un emendamento "salva Radio Radicale" alla Finanziaria sottoscritto da 202 senatori di tutti gli schieramenti per garantire il rinnovo della convenzione con il ministero dello Sviluppo Economico che darebbe all'emittente 10 milioni di euro lordi in tre anni. L'iniziativa, hanno spiegato questa mattina in una conferenza stampa alla Camera Emma Bonino, Marco Pannella, il direttore della radio Massimo Bordin e il responsabile del centro di produzione Paolo Chiarelli, ha carattere 'preventivo perché, nonostante le rassicurazioni del ministro Scajola sulla convenzione «noi per quanto riguarda il Senato abbiamo qualche pregiudizio, visti i casi celebri del 'comma Fudà o dei senatori radicali eletti ma ai quali non è stato attribuito poi il seggio» «Facciamo un appello al governo - sottolinea Bonino - per non oscurare il servizio pubblico che 'Radio Radicale fa da trent'anni. C'è una predisposizione positiva ma la situazione si è un pò ingarbugliata, per questo abbiamo fatto l'emendamento».
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I fondatori di Skype ci riprovano. La radio web ci seguirà ovunque
da Repubblica.it

IL DUO che con Skype ha fatto tremare il mondo della telefonia tradizionale adesso ci riprova con quello delle musica. Janus Friis e Niklas Zennstrom, i due amici che hanno creato Skype, lanceranno a inizi 2010 il servizio Rdio, storpiatura della parola "radio". Permetterà infatti di ascoltare la musica come da una radio internet di nuova generazione. Ovunque: sia dal pc sia dal cellulare. Non solo: consentirà anche di condividerla e di archiviarla per sempre, a fronte di un canone mensile. All'inizio sarà disponibile solo agli utenti Usa, dove si sta concentrando il maggior numero di servizi musicali innovativi (tra cui anche Napster, nella nuova versione legale). 

Non è la prima volta che i due fanno incursione, con intenti bellicosi, nel mondo della musica. La prima volta però è stato con Kazaa, software peer to peer ai confini tra il lecito e l'illecito, poi chiuso sotto le denunce dei detentori di copyright. 

A questa coppia di amici non è certo passata la voglia di stravolgere schemi di mercato consolidati. Con la differenza che, dopo Kazaa, ci hanno provato solo con strumenti legali. Per loro Rdio è anche un'occasione di riscatto, perché dopo aver venduto Skype a eBay hanno avuto parecchie delusioni. Hanno investito nella web tv Joost - tentativo di rivoluzionare il mondo della televisione - che ora sta chiudendo le sedi una dopo l'altra. Hanno denunciato Mike Volpi, l'ex amministratore delegato di Joost, e sono in guerra anche con eBay, da cui hanno tentato, vanamente, di ricomprarsi Skype. 

Friss e Zennstrom, però, hanno sempre avuto la capacità di individuare il fenomeno forte del momento, su internet, e di cavalcarlo apportando alcune novità. Così è anche per Rdio: entra nel mercato, sempre più promettente, delle radio innovative online; cioè della musica in streaming. 

In questo caso la novità di Rdio potrebbe essere la possibilità anche di condividere e di archiviare le canzoni ascoltate. La sfida diretta è a Spotify, il servizio di streaming musicale più di moda al momento, con 6 milioni di utenti. Spotify consente di ascoltare musica gratis (a fronte di pubblicità) in alcuni Paesi; in altri è invece a pagamento. Spotify ha già intercettato le due novità che Rdio vuole introdurre: la mobilità e l'archiviazione. Da settembre funziona infatti anche su cellulari iPhone e su iPod Touch. Agli utenti a pagamento, inoltre, da ottobre consente anche di scaricare fino a 3.333 brani al mese e quindi conservarli per sempre (su un massimo di tre tra pc e cellulari). 

Peccato però che l'Italia sia uno di quei pochi Paesi da cui Spotify non è accessibile, per una questione di diritti d'autore. "Noi aspettiamo con ansia che parta anche da noi, ma dipende solo da Spotify. Si vede che hanno altre priorità", ribatte Enzo Mazza, presidente di Fimi (Federazione dell'industria musicale italiana). In Europa, è il Regno Unito il Paese dove il mercato è più in fermento: qui il colosso televisivo BSkyB ha appena lanciato il proprio negozio di musica via internet, sfidando iTunes di Apple. In Italia sono più numerosi i negozi tradizionali di musica via internet: quelli cioè concentrati sulla vendita di canzoni (via download), invece che sullo streaming. 

Oltre a iTunes, c'è il negozio Mondadori e, da poche settimane, quello di Ibs. Specializzato in musica Indie, c'è invece eMusic. Questi quattro permettono di ascoltare gratis solo 30 secondi di canzone. Si distingue quindi Dada, che oltre a vendere canzoni permette di ascoltarle interamente, gratis. Completa il quadro il negozio di Deejay, collegato a iTunes. Secondo le stime di Fimi appena pubblicate, il mercato della musica online ha fatturato 10 milioni di euro nei primi sei mesi 2009, in Italia: è una crescita del 36 per cento sul 2008. Sono soldi che vengono dalla vendita di musica ma anche dalla pubblicità associata alla musica sui siti dov'è possibile ascoltarla in streaming, tra cui ci sono noti social network come MySpace e Youtube.
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Tuttolavoro - Puntata 06



Speciale Tuttolavoro.
Strage continua. Il lavoro chiede più sicurezza alle istituzioni.
Intesa illegittima. La Fiom boccia il contratto separato.
Famiglie italiane travolte dai debiti.
Stand up contro il razzismo.
“La nave fantasma”. Naufragi dimenticati nel Mediterraneo.

www.RadioArticolo1.it
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Somalia, Quiz a premi radio Islamica, si vince bomba a mano
Roma, 19 ott. (Apcom) - "Bombe e mano"; "Fucili automatici", e "esplosivi", sono solo alcuni dei premi che una radio islamica della Somalia assegna ai vincitori di un quiz sulla conoscenza del libro sacro dei musulmani al Corano.

Oggi, il quotidiano palestinese edito a Londra, al Quds al Arabi che riporta la notizia, riferisce anche del commento di un leader delle milizie radicali islamiche somale, 'al Shebab' che spiega l'inziativa voluta dal suo gruppo: "serve per incoraggiare il popolo al combattimento" contro i nemici dell'Islam.l'originale concorso a premi va in onda sulla radio locale, "Islamica Jaru" che trasmette dal porto somalo, Kismaio.

La stessa emittente radiofonica, come promo della sua iniziativa riporta la benedizione dello Sheikh, Abdul Alwali Mohammed Aden, direttore finanziario delle milizie radicali islamiche al Shebab (Gioventù) che lavora per abbattere il governo islamico moderato di Sharif Ahmed.
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Nielsen: Crolla il mercato pubblicitario. Radio Gennaio-Agosto -15,8%
da giornaleradio.info

Da gennaio ad agosto 2009 gli investimenti pubblicitari ammontano a 5.275 milioni di euro con una flessione del -16,4% rispetto al corrispondente periodo del 2008.
Agosto 2009 verso agosto 2008 la variazione è del -15,8%. A livello di settori merceologici, considerando il periodo cumulato, si registrano: -11,6% per gli Alimentari, -21,9% per le Auto e -5,4% per le Telecomunicazioni. Unilever, Wind, Vodafone, Telecom It. Mobile, Barilla, Ferrero, L’Oreal, Volkswagen, Procter&Gamble e Fiat Div. Fiat Auto guidano la classifica dei Top Spender nei primi otto mesi del 2009 con investimenti pari 715 milioni di euro, in calo del -13,4% sul corrispondente periodo dell’anno scorso.

La Televisione, considerando i canali generalisti e quelli satellitari (marchi Sky e Fox), mostra una flessione del -13,9% sul periodo cumulato e del -17,7% sul singolo mese. 
La Stampa, nel suo complesso, da gennaio ha un calo del -23,9%. I Periodici diminuiscono del -28,8% con l’Abbigliamento a -28,7%, la Cura Persona a -25,7% e l’Abitazione a -29,5%. I Quotidiani a pagamento mostrano una flessione del -20,2% con l’Auto, l’Abbigliamento e la Finanza/Assicurazioni, i tre settori più importanti, che riducono la spesa rispettivamente del -36,9%, del -27,0% e del -32,0%. Sono in controtendenza l’Abitazione che aumenta del +7,7% e il Turismo/Viaggi con il +8,6% sul cumulato e il +17,5% sul mese.
A livello di tipologie la Commerciale segna il -23,9%, la Locale il -15,3% e la Rubricata/Di Servizio il -17,7%. In contrazione anche la raccolta dei Quotidiani Free/Pay Press (-27,4%).
La Radio diminuisce del -15,8% in otto mesi e del -1,9% sul singolo mese. Fanno registrare variazioni negative anche: Affissioni (-26,4%), Cinema (-8,3%), Cards (+1,8%) e Direct Mail (-17,3%). Performance positiva invece per Internet che cresce del +6,2% raggiungendo i 371 milioni di euro. In crescita l’Out of Home Tv (+2,7%).Si aggiungono al mercato fin qui analizzato gli investimenti pubblicitari sul Transit, la pubblicità dinamica gestita da IGPDecaux su metropolitane, aeroporti, autobus e tram. Da gennaio ad agosto 2009 l’advertising è di circa 60,8 milioni di euro.
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Dio non può essere processato
da agoravox.it

L’eco del caso Radio Vaticana va scemando, così come le interferenze nei citofoni e nei televisori nelle case di Cesano di Roma. Otto anni dopo rimangono i ricordi, ma anche qualcosa di più concreto. L’impressione di non aver ottenuto quanto s’era sperato allora. E qualche Ave Maria non richiesto nel tardo pomeriggio negli impianti wi-fi, quando le antenne della Santa Sede trasmettono verso l’altro capo del mondo.

Augusto Rossi e Maria Angelone sono stati i leader della protesta che nel 2001 coinvolse moltissimi cesanesi. Con il comitato “Bambini senza onde” arrivarono a manifestare fino a piazza San Pietro. Anche grazie alle loro pressioni e alle loro testimonianze, iniziò un serio monitoraggio delle emissioni e partirono due processi penali. Per uno dei due reati, quello di “getto pericoloso di cose”, il 14 ottobre 2009 è stata dichiarata la prescrizione. Il procedimento per “omicidio colposo plurimo” è ancora in fase preliminare. Si attende una perizia che non arriva mai. Ma se il signor Rossi e la signora Angelone mossero mari e monti, non fu solo per spirito civico. Nel 2001, infatti, la loro figlia si ammalò di leucemia a pochi mesi di vita. In ospedale, i genitori incontrarono altri due piccoli abitanti di Cesano. La diagnosi era la stessa. E nacque qualche sospetto.

In questa intervista, girata poche settimane prima della sentenza della corte d’Appello, i due coniugi raccontano la loro esperienza. Di quanto sia stato difficile farsi ascoltare dal Vaticano, ma soprattutto dallo Stato italiano.

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Radio Fragola, 25 anni vissuti controcorrente
da espresso.repubblica.it

"Se una radio è libera ma libera veramente mi piace ancor di più perché libera la mente», cantava Eugenio Finardi a metà degli anni Settanta. Un omaggio alle radio libere che in quel periodo si facevano strada nel panorama radiofonico italiano.
E da Trieste, nel 1984 iniziano le prime trasmissioni di Radio Fragola. Venticinque anni fa nel padiglione M dell'ex Ospedale Psichiatrico di Trieste, oggi Parco di San Giovanni, nasceva il progetto della radio. Una voce libera, protagonista del cambiamento, del processo di deistituzionalizzazione iniziato da Franco Basaglia con l'apertura dei manicomi.
Venticinque anni di comunicazione, di musica, di informazione alternativa, una finestra sulla città, uno spazio aperto per molti giovani. Radio Fragola, di proprietà della Cooperativa sociale La Piazzetta, aderisce al circuito di Popolare Network, nato nei primi anni novanta dalla storica emittente radiofonica milanese Radio Popolare e che riunisce una ventina di radio in tutta Italia.
E' una radio comunitaria per definizione perché ha scelto di puntare sull'informazione, sulla comunità e sul territorio, ma anche come cooperativa sociale all'inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. E sono queste le caratteristiche che la distinguono da tutte le altre radio italiane.

Oggi sono cinque le persone che lavorano negli studi e un universo di giovani che partecipano alla realizzazione dei programmi in palinsesto. Ma molte sono le collaborazioni, con le scuole, con l'università, con l'Area Science Park. Per i suoi venticinque anni Radio Fragola punta però in alto con progetti ambiziosi. Sono solo due settimane che Alessandro Metz, ex consigliere regionale dei Verdi e operatore sociale e Angelo Baiguera, hanno preso in mano le redini della cooperativa come presidente e vice presidente.
E si parla già di rilancio perché sì, dice Alessandro Metz sono passati venticinque anni e possiamo fare il punto della situazione. «Abbiamo la presunzione - spiega - di provocare discussioni e ragionamenti per diventare una radio nella città per la città. Ed è perentorio Metz, "non basta raccontare la realtà bisogna cambiarla". Radio Fragola ha già pronto in palinsesto una spazio mattutino dedicato alla discussione di temi di attualità e di approfondimento di fatti quotidiani. Ma Metz per scaramanzia sui nomi non si sbottona. «Non saremo neutri - sottolinea però il presidente - e vogliamo essere faziosi. Radio Fragola nasce dentro ad un'esperienza culturale di critica alle istituzioni».

Quello che si sa è che tra i sostenitori del progetto di rilancio della radio c'è Massimo Cirri conduttore di Caterpillar e che nelle prossime settimane lancerà una nuova trasmissione dai microfoni di Radio Fragola. «Vogliamo dar voce - ha detto Cirri - a personaggi un po' picchiatelli». E poi sempre nelle prossime settimane partirà un programma sul carcere e sulle forme di detenzione, si parlerà di dipendenze, di marginalità e di migranti.

Un assaggio delle novità si potrà avere già domani nella giornata dedicata ai festeggiamenti tra gli ospiti che hanno aderito il vignettista Vauro, che si collegherà via video, ma anche Veit Heinichen, Renzo Crivelli, Roberto Collini e molti altri. Una festa che avrà il suo culmine con il concerto del cantautore piemomtese Gianmaria Testa, alle 21 teatrino dell'ex Opp.
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Tuttolavoro - Puntata 05



Speciale Tuttolavoro.
Tute blu in piazza per occupazione, contratto, democrazia.
Frane statali. Abusi edilizi e sanatorie ci consegnano l’ennesima tragedia.
Al lavoro ma con dignità.
Bio a scuola: mense a filiera corta per crescere forti e sani.
Gratta e vinci... un lavoro.


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Morto Gianni Elsner storica voce biancoceleste delle radio romane
Muore un pioniere del mezzo radiofonico. Un appassionato e un professionista che dalla radio ha ricevuto notorietà, soldi e soddisfazioni.

Gianni Elsner la radio la faceva da casa, dal suo appartamento a Roma, nel quartiere Prati. Con un collegamento ISDN ha trasmesso su una miriade di radio dell'fm romana, con il suo gruppo di lavoro, la sua redazione, la sua voce inconfondibile e i suoi modi sempre gentili.

Quando i contratti con le radio  arrivavano al termine e la trasmissione si spostava su un'altra stazione, gli ascoltatori continuavano a seguirlo, disposti a cambiar frequenza ma fedeli a lui e a quel modo di confezionare programmi a linee telefoniche sempre aperte per inserzionisti e ascoltatori.

Poco più di un anno fa ebbi l'onore di visitare quegli studi e di rimanere un'oretta a guardarlo lavorare da dietro al vetro: avevo la sensazione di assistere a un rito ed ero cosciente si essere riuscito a ficcare il naso in un'altra storia di radio, di quelle che riescono sempre a emozionarmi.
Un abbraccio a chi lavorava con lui e a chi gli ha voluto bene.
Ciao Gianni.


da L'Unità

Tifoso di fede biancoceleste, voce storica delle radio romane, attore, uno dei primi anchorman calcistici, Gianni Elsner è morto oggi a Roma all'età di 69 anni. Era malato da tempo ma ha lavorato fino all'ultimo giorno con la solita dedizione. La sua passione, a parte il calcio, era per la vita, in tutte le sue espressioni.

Impegnato in tante attività benefiche, aveva fondato e finanziato una scuola per bambini in Paraguay. I funerali si terranno giovedì prossimo, dopo l'apertura della camera ardente in Campidoglio. «Un omaggio dovuto», lo piangono i consiglieri capitolini Alessandro Cochi, delegato del sindaco per lo Sport, e Monica Cirinnà (Pd). Giovanni Guido Elsner era nato a Merano nel 1940.

Si trasferì a Roma nel 1965 per frequentare l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Nel 1968 partecipò al telefilm "Maigret" con Gino Cervi. In seguito ottenne ruoli minori in  Decameron n. 3, 1971; Paura in città (1976) di Giuseppe Rosati; il ... Belpaese di Luciano Salce, 1977.

Ma la notorietà, con la sua voce roca, se la conquistò in radio. "Te lo faccio vedere chi sono io” che prende il nome da una canzone di Piero Ciampi resterà la sua trasmissione più famosa. L’idea di usarla come sigla fu proposta dal giocatore della Lazio Luciano Re Cecconi.

Elsner fu anche deputato, nel 1992 venne eletto alla Camera nella lista "Marco Pannella".

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Tuttolavoro - Puntata 04



Speciale Tuttolavoro.
Crisi: autunno di tagli, scioperi e operai sui tetti.
Sanatoria flop: chi ne è fuori è clandestino.
Il Volo: Giulia Ananìa canta le stragi sul lavoro.
Lotta alla povertà. Obiettivi frenati da ritardi e politica.
Trenitalia: servizio più caro e scadente


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Radio24 compie 10 anni
da ilsole24ore.it

Dieci anni. Era il 4 ottobre del 1999 quando a Milano nasceva Radio 24, la prima emittente news&talk italiana. Informazione, attualità, intrattenimento, economia, cultura, con un'attenzione sempre costante alla voce degli ascoltatori: questa la formula di un successo confermato dagli oltre 4,8 milioni di ascoltatori alla settimana, come confermano i dati Audiradio, relativi al quarto bimestre 2009.
«In dieci anni – spiega Gianfranco Fabi, direttore di Radio 24 – la struttura originaria è stata confermata e si è consolidata, con la direzione prima di Elia Zamboni e poi di Giancarlo Santalmassi. L'informazione rimane il perno centrale, un'informazione chiara e aggiornata anche grazie alla stretta collaborazione con la redazione del Sole 24 Ore. Ma attorno a questo perno ruotano una serie di trasmissioni che si sono modificate nel tempo, hanno dato spazio a voci nuove, hanno cercato di affrontare argomenti originali. Sfruttando al massimo le potenzialità del mezzo e aprendo la maggior parte dei programmi alla partecipazione degli ascoltatori con le telefonate in diretta, i messaggi sms, la posta elettronica e partecipando ai sondaggi e, alla domenica, ai giochi a premio».

Diversi gli appuntamenti per festeggiare il decimo compleanno del network. In questi giorni sono in onda numerose pillole, sparse su tutta la programmazione quotidiana, per riascoltare spezzoni di audio storici andati in onda in questi anni: dal primo GR all'intervista a Prodi, fino all'intervento di Berlusconi. Domenica 4 ottobre la trasmissione "Il Riposo del Guerriero" avrà ospite, dalle 14.30 alle 15.30, il direttore Gianfranco Fabi che dialogherà con gli ascoltatori. Lunedì 5 ottobre, tutti i programmi del palinsesto saranno declinati sul tema dei dieci anni: partendo da spunti legati alla storia della radio, le diverse trasmissioni indagheranno come è cambiata la vita in questi 10 anni, ognuna nei proprio settori.

Per festeggiare il traguardo dei dieci anni, è partita inoltre questa settimana una campagna multisoggetto pianificata su televisione (Mediaset e Sky) e web, in cui è la voce la vera protagonista: sullo sfondo di uno schermo nero accompagnato da un breve testo si ascoltano gli estratti audio tratti da alcune delle trasmissioni più caratterizzanti di Radio 24. Una soluzione visiva che mira a far concentrare lo spettatore sull'ascolto anziché sulle immagini. Sei i soggetti scelti per comunicare la ricchezza del palinsesto dell'emittente: News (giornalisti della redazione), La Zanzara (Giuseppe Cruciani), Essere e Benessere (Nicoletta Carbone), Melog 2.0 (Gianluca Nicoletti), Il Gastronauta (Davide Paolini) e Focus Economia (Sebastiano Barisoni).
L'obiettivo? Raccontare il modello profondamente innovativo su cui si struttura Radio 24 e che unisce una forte tempestività sulle notizie, programmi di approfondimento dell'attualità, informazioni utili per la vita quotidiana. Un modello che si è sviluppato e si è aggiornato negli anni anche attraverso l'inserimento di opinionisti, come nell'ultimo anno Giuliano Ferrara e Oscar Giannino.
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Camilleri "Quando in casa c'era solo la radio"
da lastampa.it

Camilleri rievoca la sua infanzia nella Sicilia Anni 30: la biblioteca paterna, le letture dai fumetti di Mandrake e Gordon Flash al sovversivo Malraux, per cui da balilla diventò "comunista"

ANDREA CAMILLERI

Io cominciai a leggere prestissimo. Ero figlio unico, e cominciai a leggere più che altro per noia, perché mia madre mi proibiva di uscire con i miei compagni di scuola, autentici delinquenti ai quali devo tutto della mia formazione intellettuale e professionale. Erano figli di carrettieri, figli di scaricatori del porto, perché sono sempre andato nelle scuole pubbliche, che trovo estremamente formative, e ho voluto che le mie figlie andassero nelle scuole pubbliche, che i miei nipoti andassero nelle scuole pubbliche, ecc.

Allora la medicina non aveva fatto i progressi che ha fatto oggi, per cui gli infelici miei nipoti vengono vaccinati e quindi sono esenti da tutte quelle malattie infantili che io invece regolarmente mi beccavo, essendo di gracile costituzione. Ma era fantastico, perché passavi dodici giorni, due settimane, a letto, coccolato, non andavi a scuola, c'era 'sta meraviglia che la radio, essendo un mobile spaventoso - a valvole, intrasportabile - non si poteva portare in camera da letto; la televisione non era stata inventata, quindi non potevi fare altro che leggere. Esauriti i fumetti dell'epoca, avventurosi (Mandrake, Gordon Flash, porca miseria, l'agente segreto X9, scherziamo?), esauriti Cino e Franco, esaurito il Corrierino dei Piccoli, esaurito l'Audace... che facevi?

Un giorno dissi disperato a papà: «Papà, posso leggere un libro della tua biblioteca?». «Va benissimo, leggili!». «E quali?», autocensurandomi. Papà mi disse: «Tutti». Sapevo che aveva libri proibiti: Pitigrilli, Mario Mariani, all'epoca messi all'indice. E così il primo romanzo che lessi, a sei anni e due mesi, non lo dimenticherò mai più. Fu La follia di Almayer di Conrad.

IL MIO ASINO ROSSO
Io sono diventato antifascista prima che il fascismo cadesse e ce n'è voluto, perché mio padre era fascista, squadrista, e aveva marciato su Roma.
Non avete idea di come le letture aprano il cervello.
Nel 1942 mi capitò che mio padre comprasse un libro. Questo libro, miracolosamente sfuggito alle maglie della censura fascista, si chiamava La condizione umana ed era di André Malraux. Io lessi quel libro e la notte dopo mi venne la febbre: non sto esagerando, mi spuntarono i puntini sulla faccia. Masse di cellule cerebrali credo che si spostarono. Capii che i comunisti erano persone come noi, cioè lo capii da quel libro, che tutto quello che mi era stato detto sui comunisti era assolutamente falso.
Mio padre, come segretario del Fascio, durante i tempi di crisi terribili dal 1942 all'inizio del 1943, distribuiva 5 lire settimanali ai disoccupati. Non sapevo spiegarmene la ragione, ma la distribuzione di quelle 5 lire mi umiliava profondamente. Mi pareva una cosa che non stava né in cielo né in terra, che un regime come quello fascista, che io avevo amato nella mia infanzia, si riducesse a fare l'elemosina. Mi pareva una cosa talmente assurda, talmente pazza, da farmi schierare completamente dalla parte di quelli che ricevevano l'elemosina.
E allora, siccome mi capitò di (è una storia lunga) non voler più fare le assemblee del sabato fascista in divisa, riuscii ad avere tramite mio zio un certificato in cui si diceva che ero malato di cuore e non potevo partecipare. Assieme ad altri due amici (anche loro esonerati, uno aveva un finto male al piede...) ci intendemmo a vista: Gaspare Giudice - che poi diventerà il maggiore biografo di Pirandello - e un altro.
Ci chiamò il federale e ci disse: «Va bene, voi però dovete lavorare». «Va bene, andiamo a lavorare».
«Dove volete andare a lavorare?».
A me venne in mente: «In tipografia!»
E andammo a fare i tipografi, gli apprendisti tipografi, nell'unica tipografia che allora c'era ad Agrigento, e si componeva ancora a mano. Allora, avendo a disposizione una tipografia, ci venne in mente di fare un giornale: «Signor Federale, camerata, vorremmo la carta per fare un giornale di diffusione fascista tra le scuole».
Lui ci diede la carta e facemmo il giornale, che si chiamava L'asino. Nell'Asino io scrivevo l'articolo di fondo, politico, ispirandomi alle letture dei mensili dei Guf fascisti, che però erano tutti fascisti di estrema sinistra, in quanto questi articoli erano a firma Pietro Ingrao, Amendola, non so se mi spiego...
Un giorno il professore di religione mi disse: «Il vescovo ti vuole parlare».
«A mia?».
«Sì, ti vuole parlare. Domani mattina alle 7,30 ti aspetta».
«Perché alle 7,30?».
«Perché alle 8 ti manda a scuola».
Andai dal vescovo. Mi disse: «Figlio mio, - aveva sul tavolo i quattro numeri dell'Asino, - ho letto i tuoi articoli. Chi ti dice queste cose?».
«Non me le dice nessuno».
«Come le sai?».
«Le leggo».
«Dove le leggi?» .
«Le leggo nelle riviste fasciste...».
«Hai mai letto Marx?»
Io sapevo chi era ma non l'avevo mai letto, mai.
«Sai, figlio mio, tu sei comunista».
Mi sentii spaventato a morte, e non avevo ancora letto Malraux, capisci?
«Ma che dice?».
«Ti vorrei parlare un'altra volta».
«Va bene, quando vuole...»
Poi mi capitò tra le mani Malraux e dissi: «È vero, ha ragione il vescovo... Comunista sugno! E non lo sapevo».
Ma non lo potevo dire.

IL PASS DI PIRANDELLO
A casa mia si parlava un misto di dialetto e italiano. A scuola ti obbligavano a parlare italiano, perché il dialetto per il regime fascista era un fatto riduttivo dell'unità nazionale, quando invece tutti parlavamo il dialetto, voglio dire i piemontesi il piemontese, i toscani il fiorentino - anzi no, per l'amor del cielo, mi perdonino i toscani: i fiorentini il fiorentino, i senesi il senese e via di questo passo.
Ma a casa parlavamo in dialetto e in italiano. Quand'è che si parlava in dialetto e quand'è che si parlava in italiano? Questa è la domanda che mi sono posto quando ho incominciato a scrivere.
Un giorno analizzai una frase che mia madre mi aveva detto quando avevo diciassette anni: mi aveva dato le chiavi di casa e io tornavo tardi la notte. Mi disse: «Figghiu mii, vidi ca tu, si nun torni, iu nun rinescio a pigghiare sonnu. Si iu nun sento 'a porta ca si chiui ca vena a dire ca tu turnasti, 'un m'addurmisciu. Resto cull'occhi aperti vigliardi. Allora, pi' favuri, nun mi fari curcari addormisciri tardi, torna presto, e se questa storia dura ancora, io ti taglio i soldi che ti do, e tu mi spieghi che fai fino alle due di notte?».
Porca miseria, dissi, guardate un po', la prima parte di 'sto discorso è la mozione degli affetti, la seconda parte interviene il notaio, la giustizia, il commissario di pubblica sicurezza, il legalitario. Dunque, la lingua italiana, che è nata come lingua notarile, torna a essere lingua istituzionale al momento della minaccia.
E su questo ho cominciato a scrivere.
Supportato poi da Pirandello; un giorno scoprii uno scritto meraviglioso di Pirandello della fine dell'Ottocento, che dice: «Di una data cosa, il dialetto ne esprime il sentimento, della medesima cosa la lingua ne esprime il concetto», che è favoloso come pass ricevuto da Pirandello per scrivere a modo mio.

"Io mi ricordo" in dvd
La testimonianza di Andrea Camilleri, che qui pubblichiamo in anteprima, è tratta dal dvd che accompagna il libro Io mi ricordo, un cofanetto in uscita da Einaudi Stile Libero (e 24). Fonte di Io mi ricordo è la Banca della memoria, un progetto nato nel 2008 per iniziativa di Lorenzo Fenoglio, Franco Nicola, Luca Novarino e Valentina Vaio, ricca di oltre duemila interviste video pubblicate su www.bancadella memoria.it. Nel libro, a cura di Giacomo Papi, sono raccolti brani di 70 storie (40 nel dvd di 92 minuti) di gente comune, dall’agricoltore al minatore, dalla sarta al postino, dall’insegnante al meccanico, dall’ebanista all’imprenditore, dal camionista al giardiniere. Nell’introduzione, Papi racconta come è nata l’idea («A nessuno, almeno in Italia, era ancora venuto in mente di associare video digitale e memoria nella convinzione che i ricordi della gente comune potessero avere un valore e interessare qualcuno») e pone domande non «celebrative». Ad esempio: siamo sicuri che «la contemplazione del passato è salvifica»? O non esprime anche «l’incapacità di sopportare il presente e l’impossibilità di immaginare il futuro?». E su questi temi interroga Mario Monicelli, Asor Rosa e Alessandro Portelli.
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